Alla Iuc le Variazioni Goldberg di Bach, uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi, nell'interpretazione di Pietro De Maria, uno dei più grandi pianisti italiani, e non solo italiani: martedì 28 marzo alle 20.30 all'Aula Magna della Sapienza.
Vincitore del premio della critica al Concorso Ciaikovskij di Mosca (1990), del Primo Premio ai Concorso Internazionale Dino Ciani di Milano (1990) e al Géza Anda di Zurigo (1994) e del Premio Mendelssohn ad Amburgo (1997), Pietro De Maria tiene alto il prestigio della scuola pianistica italiana nel mondo. Il suo repertorio spazia da Bach a Ligeti ed è stato il primo pianista italiano ad aver eseguito pubblicamente l'integrale delle opere di Chopin in un ciclo di sei concerti. L'integrale di Chopin è inoltre stata da lui registrata per Decca e ha ricevuto importanti riconoscimenti dalla critica internazionale, tra cui Diapason, International Piano e Pianiste.
Dal 2012 è impegnato in un progetto che prevede l'esecuzione e la registrazione per Decca dei capolavori per strumento a tastiera di Bach. La sua incisone del Clavicembalo ben temperato ha ricevute le cinque stelle dalla rivista Piano International con la seguente motivazione: "Il suo modo di suonare mostra una combinazione di carattere e integrità che rende perfettamente la voce di Bach, conferendole una costante bellezza e un'infinita varietà. Questi dischi dovrebbero figurare in ogni discoteca degli appassionati di musica".
Il suo concerto è interamente dedicato a uno dei capolavori assoluti di Bach, le celeberrime Variazioni "Goldberg", in questi stessi giorni da lui eseguite anche al teatro alla Pergola di Firenze e alla Fenice di Venezia. Per oltre due secoli le Variazioni "Goldberg" sono state ritenute una pura esercitazione nel campo della tecnica contrappuntistica, finché il mitico Glenn Gould ha dimostrato che le sue meraviglie musicali possono essere comprese, ammirate e amate da tutti. Si tratta di una semplice aria in ritmo di sarabanda che viene variata ben trenta volte con arte sublime e viene ripetuta alla fine, come a chiudere il cerchio.
Secondo un aneddoto molto fantasioso - raccontato dal primo biografo di Bach nel 1802, quindi oltre mezzo secolo dopo la sua morte - questo immenso capolavoro sarebbe stato composto da Bach su richiesta di Goldberg, un suo allievo che desiderava un riposante brano musicale per conciliare il sonno di un nobiluomo di cui era alle dipendenze, il conte Keyserling, affetto da insonnia. La veridicità di tale aneddoto è oggi messa in dubbio, perché all'epoca della composizione - era il 1741 - Goldberg aveva appena 14 anni, e soprattutto perché Bach non avrebbe potuto scrivere nulla di meno adatto a curare l'insonnia.


Le grandiose e splendide Variazioni "Goldberg" di Bach
nell'esecuzione di Pietro De Maria,
vanto della scuola pianistica italiana
e uno dei miglioro pianisti di oggi a livello mondiale.

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