Composte nel 1917, Le Nozze sono l'ultimo lavoro del periodo russo di Igor Stravinsky. Questo balletto - composto su commissione di Diaghilev, direttore della compagnia dei Ballets russes - è scritto per quattro voci soliste, coro e un gruppo strumentale assolutamente inedito, formato da quattro pianoforti e sei percussionisti: proprio quest'organico strumentale così insolito e per l'epoca assolutamente rivoluzionario, ha ostacolato la diffusione di quello che è uno dei massimi capolavori del compositore più rappresentativo del ventesimo secolo.

Il soggetto è la celebrazione di un matrimonio contadino in un villaggio russo e questo suggerì al compositore molte citazioni di melodie russe, sia popolari che liturgiche. Per la prima volta si potrà ascoltare l'esecuzione integrale della revisione de Le Nozze in lingua garganica, realizzata da Roberto De Simone: potrebbe sembrare un'operazione astrusa, invece discende da una profonda e motivata convinzione del regista, compositore ed etnomusicologo napoletano, secondo cui nelle tradizioni popolari si può riconoscere un nucleo profondo di valori e riferimenti culturali validi sempre e ovunque e non circoscrivibili esclusivamente a una data epoca e a un dato luogo. Inoltre De Simone ha riconosciuto una segreta affinità tra il russo popolare e l'antico dialetto garganico, che gli ha permesso di rispettare letteralmente la musica di Stravinsky, mentre le traduzioni in italiano, in francese e nella altre lingue ne alteravano inevitabilmente le sonorità, le melodie e i ritmi.

L'esecuzione è affidata alla bacchetta di un direttore d'orchestra e compositore attento e sensibile alla musica del Novecento come Marcello Panni, ben noto al pubblico italianoe internazionale e a quello romano in particolare per essere salito tante volte sul podio dell'Opera di Roma e delle altre principali istituzioni musicali capitoline.


Si potranno ascoltare anche una trascrizione di Petruška (1911) per 2 pianoforti e percussioni, altro fondamentale balletto di Stravinsky, e la novità assoluta Nessun luogo è lontano per sei percussionisti di Marcello Filotei, che usa strumenti sia classici che etnici e lavora sulle specificità timbriche di questi strumenti provenienti da tutto il mondo, alla ricerca di una sintesi in grado di rappresentare una convivenza possibile tra culture che si credono distanti. È «un lavoro - secondo le parole dell'autore - sulla necessità dell'armonia tra persone, popoli, nazioni, ritmi e qualche volta pure metronomi».

Partecipano al concerto i percussionisti di Ensemble Ars Ludi, le voci di Ready Made Ensemble, i solisti di canto Orietta Manente (soprano), Antonella Capurso (mezzosoprano), Francesco Toma (tenore), Andrea D'Amelio (basso) e i pianisti Monaldo Braconi, Marco Marzocchi, Stefano Micheletti e Maurizio Paciariello, tutti diretti da Marcello Panni.

Informazioni, orari e prezzi

Ore 20.30

Dove e quando

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