XXX Festival delle Cerase a cura dell'Associazione Culturale IL LABORATORIO ONLUS.
Festival ideato da SILVIO LUTTAZZI e diretto da FRANCO MONTINI.

Programma della serata]/b]
ore 18,00 ALESSANDRA MOSCA legge un breve prologo del film

proiezione del film TORNERANNO I PRATI di Ermanno Olmi
ore 20 incontro con il protagonista ALESSANDRO SPERDUTI
conclusione con la cena offerta a tutti i presenti preparata dai cuochi del festival "i Sgabarruni"

Il 4 novembre giornata dell'unità nazionale e delle forze armate è stato presentato in anteprima al cospetto del Presidente della Repubblica Italiana il film di Ermanno Olmi TORNERANNO I PRATI. Nel centenario della I guerra mondiale un film con pochi personaggi e pochissimi luoghi, un racconto della "grande guerra degli italiani" in trincea che mostra l'inutilità e la disumanità di quella guerra. Una rilettura anti-eroica, amara e tragica un doloroso poema contro la guerra. Mostra un mondo in cui non ci sono che vittime, ma non mostra mai i carnefici e neanche le cause dell'orrore, ma colpisce perché fa sentire cos'era la vita in trincea, faticosa, fredda, insostenibile e l'ingiustizia senza volto. Limpido, rigoroso, visivamente magnifico, storicamente fondato.
“La guerra è una brutta bestia che gira il mondo e non si ferma mai” dice Toni Lunardi, pastore. Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.

NOTE DI REGIA:
Cento anni di storia che si allontanano sempre più nel passato mentre il fiume del tempo avanza sotto i ponti del progresso che inesorabilmente sbiadisce ogni altra memoria. Tuttavia ci sono momenti in cui una data sul calendario, un titolo di giornale, una fotografia, smuovono ricordi sopiti che si chiamano tra loro, irrompono nel nostro tempo da protagonisti e giustamente pretendono d’essere riconosciuti e risarciti del loro valore speso per noi: primo fra tutti, la vita.
Mio padre aveva 19 anni quando venne chiamato alle armi. A quell'età, l'esaltazione dell'eroicità infiamma menti e cuori soprattutto dei più giovani.
Scelse l’Arma dei bersaglieri, battaglioni d'assalto, e si trovò dentro la carneficina del Carso e del Piave, che segnò la sua giovinezza e il resto della sua vita.
Ero bambino quando lui raccontava a me e a mio fratello più grande, del dolore della guerra, di quegli istanti terribili in attesa dell'ordine di andare all’assalto e sai che la morte è lì, che ti attende sul bordo della trincea. Ricordava i suoi compagni e più d’una volta l’ho visto piangere.
Della 1a Guerra Mondiale non è rimasto più nessuno di coloro che l’hanno vissuta e nessun altro potrà testimoniare con la propria voce tutto il dolore di quella carneficina. Rimangono gli scritti: quelli dei letterati e quelli dei più umili dove la verità non ha contorni di retorica.

Informazioni, orari e prezzi

Cinema NUOVO Teatro di Palombara Sabina

Ore 18.00

Info:
338 8716481
nuovoteatro@festivaldellecerase.com
silvioluttazi@gmail.com

Dove e quando

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