Inaugurerà domenica 17 dicembre alle ore 19:00, presso la sede del WSP photography la mostra fotografica di Alessandro Grassani. L'evento rientra nell'iniziativa "Passeggiate fotografiche romane" promossa dal MiBACT e sarà presente l'autore per raccontarci la genesi e la storia del suo lavoro.

Il 2008 ha segnato il punto di non ritorno: per la prima volta nella storia dell'uomo c'è più gente che vive nelle città che nelle campagne. Le metropoli crescono sempre più per l'arrivo dei MIGRANTI AMBIENTALI, costretti a fuggire dalle zone colpite dai cambiamenti climatici e destinati a diventare - nel giro di pochi decenni - la nuova emergenza umanitaria del pianeta.

Le Nazioni Unite stimano che nel 2050 la Terra dovrà affrontare il trauma rappresentato da 200milioni di MIGRANTI AMBIENTALI; tutte persone che, sempre secondo l'ONU, non "approderanno" nelle nazioni ricche, ma cercheranno nuove forme di sostentamento nelle aree urbane dei loro paesi d'origine, i cosiddetti slums, già sovraffollati e spesso poverissimi. Disastrose sono e saranno le conseguenze dal punto di vista sociale, economico e ambientale per queste città.

Il 90% di questa migrazione avverrà proprio nei Paesi meno sviluppati, cosi accadrà che i Paesi più poveri, quelli che meno hanno contribuito ai cambiamenti climatici, saranno i più colpiti da questo fenomeno a causa della mancanza di fondi da investire in politiche alternative di sviluppo nelle zone non più abitabili.

Il titolo del progetto si riferisce alla speranza dei migranti ambientali di trovare una vita migliore nelle città; tuttavia, una volta arrivati negli slums, a causa della loro mancanza di risorse, educazione e di opportunità, il loro sogno di un futuro diverso si trasforma nella loro ultima illusione. È un progetto svolto dal 2011 al 2016 e sviluppato su più capitoli: Ulan Bator-Mongolia, Dhaka-Bangladesh, Nairobi-Kenya e Porte au Prince-Haiti.

Alessandro Grassani (1977) ha raccontato grandi eventi internazionali di news come i funerali di Yasser Arafat, lo sgombero dei Coloni israeliani dalla Striscia di Gaza, il terremoto che distrusse la città di Bam in Iran, l'operazione militare israeliana "Summer Rain".  Con il tempo la sua attenzione si è spostata verso una fotografia di approfondimento e di indagine su importanti tematiche sociali che l'hanno portato a viaggiare in oltre 30 Paesi; lavora, tra gli altri, con The New York Times, Sunday Times, L'Espresso, e organizzazioni come Doctors of the World e International Organization for Migration e le Nazioni Unite. I suoi lavori sono stati esposti in festival e musei a livello internazionale come al Palazzo delle Nazione Unite, Museo de la Porte Dorèe a Parigi, International center for Climate Governance, Royal Geographic di Londra, Visa Pour l'Image a Perpignan. E' stato premiato, tra gli altri, al Sony World Photography Awards, Days Japan International Awards, Luis Valtuena Humanitarian Photography Award, Premio Marco Luchetta, Memorial Mario Giacomelli e Premio Amilcare Ponchielli. Insegna fotografia documentaria all'Accademia John Kaverdash di Milano ed è costantemente impegnato in altre varie attività didattiche.
Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato principalmente su progetti documentari a lungo termine in cui esplora le conseguenze del cambiamento climatico e le loro conseguenze sulla società globale.

La mostra sarà esposta fino al 17 gennaio 2018 e visitabile dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 21 (eccetto il giovedì).
Ricordiamo che WSP photography è un'associazione culturale. L'ingresso alla mostra è gratuito e riservato ai soci ENAL. È possibile tesserarsi il giorno stesso dell'evento. In occasione dell'inaugurazione la tessera è gratuita. 

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