Antropologia Cosmica di Roberta Buttini I simbolici viaggi tra arte e scienza prosegue il viaggio intrapreso dall'artista nella capitale, con la prossima personale dove è di nuovo protagonista presso la Galleria Vittoria - Via Margutta 103 da mercoledì 8 giugno 2016 ore 18.00. La mostra sarà aperta fino al 27 giugno.
Le opere esposte fanno riferimento alle altre esposte alle Case romane del Celio.
Il percorso di ricerca artistica di Roberta Buttini approda a cercare sulla tela il senso profondo del destino dell'uomo contemporaneo, influenzato dalla sua stessa natura ed imprigionato dalla realtà materiale. Dal contrasto che ne deriva, dall'interiore tormento, cerca di evadere e si libera soltanto cercando nello spazio cosmico un nuovo destino.
La mostra è un viaggio tra passato e presente con un carattere indagatore ed emozionante stimolato dall'intensa attività conoscitiva di Roberta Buttini: la narrazione fluida si snoda fra antropologia ed arte, tra indagine storica e il proposito di ricostruire l'integrità del percorso umano attraverso l'universo dei segni che, se letti, dilatano gli orizzonti.
Scrive di lei Giorgio Di Genova:
"Il gran finale di questo viaggio attraverso i simboli ed i segni dell'homo sapiens è tutto giocato su questi rapporti tra complesso e significato, tra soluzioni plurali e soluzioni ternarie, in cui lo ieri, l'oggi ed il domani ora si mescolano ed ora si distinguono, a dimostrazione che la sapiens et habilis Roberta Buttini, come accade spesso agli artisti, sa mettersi all'unisono con il proprio Es, in cui non solo il tre ricorre con significati fondamentali, come insegnano gli psicoanalisti, Jung compreso, il quale, a proposito della convivenza di passato-presente-futuro, così pregnante nel discorso artistico qui presentato, non poco ci illumina nel suo La psicologia del transfert, allorché sottolinea 'la singolare atemporalità dell'inconscio, tutto è già morto e non ancora nato', dopo aver ricordato che 'dopo tutto l'inconscio è la matrix dello spirito umano e delle sue creazioni'".
Biografia
Roberta Buttini è nata in Lunigiana (Toscana, Italia), luogo di molteplici reperti preistorici in pietra creati in un lungo periodo di tempo, dal III millennio prima di Cristo al VI secolo a.C.
Probabilmente questa origine ha influenzato in qualche modo il suo interesse per l'antropologia e per le attività umane arcaiche. Un interesse che trova modo di esprimersi compiutamente nelle arti figurative. Già gli studi artistici viene invitata a partecipare a numerose collettive promosse da istituzioni regionali, nazionali ed estere.
Negli anni '60, il suo lavoro si esprime attraverso il linguaggio tradizionale della pittura, ancora ancorata agli insegnamenti accademici. Con una pittura rigorosa e precisa affronta le tematiche relative alla condizione umana, evidenziandone i vincoli determinati dalla cultura tecnologica.
A cominciare dai primi anni '70 orienta la sua ricerca sull'evoluzione umana e sulle conquiste ad essa collegate. La sua arte, che si fa più concettuale, si avvale di oggetti, manufatti, fotografie e molteplici materiali per avventurarsi nella sperimentazione polimaterica e nell'assemblaggio "artigianale" di reperti. Propone progetti, installazioni, performances, apponendo la sua firma non tanto - e non solo - all'opera, ma lo spazio a lei concesso. Filma il lavoro nelle industrie e recupera oggetti di archeologia industriale e viene considerata la capostipite dell'"Archeology Industrial Art".
Nel corso degli anni '70, la scoperta di uno straordinario frammento litico risveglia in lei l'interesse per l'antropologia: pur non rinnegando il suo trascorso in campo concettuale, la sua arte sembra farsi più vicina e più partecipante alle vicende umane legate alla materia e alle occorrenze primarie della specie: nascono alfabeti arcaici, armi primordiali, manufatti etnologici. Inizia una nuova stagione di arte fortemente evocativa che alla ricerca dei mezzi espressivi affianca una costante riflessione sui destini dell'umanità.
Con il nuovo millennio il suo interesse si estende a prospettive storiche e culturali di grande ampiezza, dove si confrontano forme di comunicazione contemporanea con stilemi della protostoria. Prodotti della tecnologia industriale vengono combinati con reperti naturali e artigianato primordiale. La narrazione è sempre sostenuta da contributi pittorici ad olio, ad acquerello, ad inchiostro, integrati da campiture materiche (metallo, tessuti, fibre) per creare un suggestivo gioco di piani visivi che diventano anche strumenti per celare, isolare o evidenziare gli elementi più pregnanti della narrazione.
Informazioni, orari e prezzi
Inaugura mercoledì 8 giugno 2016 ore 18.00
Dove e quando
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