La mostra indaga le origini della natura morta italiana nel contesto romano della fine del XVI secolo, analizzando i successivi sviluppi della pittura caravaggesca nei primi tre decenni del '600.
Fautore della rivoluzione iconografica e concettuale fu Caravaggio che, intorno al 1597-1598, dipinse a Roma la celeberrima Canestra della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, presente in mostra. L'opera sancisce di fatto la nascita del nuovo genere della still life, inteso quale rappresentazione fedele e oggettiva di un brano di natura completamente svincolato dalla figura umana.
Per la prima volta le umili "cose di natura" assurgono al ruolo di protagoniste della rappresentazione pittorica: per il Merisi, infatti, non esisteva la distinzione tra "pittura alta" di historia e "inferior pittura", come testimonia la frase riportata dal Marchese Vincenzo Giustiniani secondo il quale egli disse che "tanta manifattura [occorre] a fare un quadro buono di fiori, come figure".
Se Caravaggio licenziò l'archetipo della natura morta italiana, il Maestro di Hartford – pittore attivo nella cerchia del Cavalier d'Arpino, e che nello stesso atelier sicuramente vide il Caravaggio e si ispirò alle opere del genio lombardo – si guadagnò un ruolo di fondamentale importanza per la diffusione della nuova iconografia, essendo il più antico e importante specialista di still life attivo a Roma tra XVI e XVII secolo. Oltre ai due capolavori della Galleria Borghese, alla tela eponima del Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford e all'Allegoria della Primavera ultimata da Carlo Saraceni, son esposti altri quattro dipinti del misterioso pittore, alcuni dei quali mai presentati al pubblico.
La mostra documenta come nel secondo decennio del '600 le nature morte fossero sempre più ricercate dal collezionismo privato, tanto che si venne a creare un vero e proprio mercato sostenuto da specialisti di primissimo ordine – spesso coadiuvati da botteghe – che aderirono alla poetica del naturalismo caravaggesco declinandolo secondo interpretazioni luministiche e compositive differenti.
Protagonisti di questa fase furono artisti, di cui spesso ignoriamo l'identità a causa del silenzio delle fonti documentarie, che da un lato seguirono la lezione del Maestro di Hartford – come il "Maestro del vasetto" e il "Maestro delle mele rosa" -, dall'altro frequentarono l'Accademia di pittura dal vero che il marchese Giovanni Battista Crescenzi istituì nel suo palazzo nei pressi del Pantheon; tra questi Pietro Paolo Bonzi e il "Maestro della natura morta Acquavella".
A chiudere la mostra saranno alcune splendide tele di stretta cultura caravaggesca che non appartengono nè al filone pittorico inaugurato dal Maestro di Hartford nè a quello promosso dal marchese Crescenzi, ma sono il frutto dell'estro creativo di straordianarie personalità artistiche tutt'oggi avvolte nell'anonimato quali quelle del Pensionante del Saraceni e del Maestro della fiasca di Forlì.
Informazioni, orari e prezzi
Orari mostra:
Mar-dom ore 9.00 - 19.00 (con accesso ogni due ore - ultimo ingresso alle 17.00)
Chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio
La prenotazione è sempre obbligatoria
Prima domenica di ogni mese: ingresso al museo e alla mostra gratuito per tutti
BIGLIETTO:
Intero: € 20,00
Ridotto: € 13,50
- Cittadini dell?UE tra i 18 e i 25 anni;
- Insegnanti di ruolo nelle scuole statali
Gratuito: (€ 2,00 prenotazione obbligatoria)
- Cittadini dell'UE minori di 18
- Studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti
- Dipendenti del MiBAC
- Membri ICOM
- Guide ed interpreti turistici in servizio
- Giornalisti con tesserino dell'ordine
- Gruppi scolastici con accompagnatore, previa prenotazione.
Gratuito (inclusa prenotazione obbligatoria)
- Portatori di handicap dell'Unione Europea e un loro accompagnatore
- Guide turistiche dell'Unione Europea nell'esercizio della propria attività professionale
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