Giovedì 14 settembre p.v. alle ore 19.30 presso l'Accademia d'Ungheria in Roma si terrà l'inaugurazione della mostra "I pupilli magiari di Roma. Giocatori ungheresi nelle squadre capitoline". Indirizzi di saluto: S.E. Ádám Zoltán Kovács, l'Ambasciatore di Ungheria presso il Quirinale; Avv. Fabrizio Grassetti, Presidente UTR (Unione Tifosi Romanisti); Prof. István Puskás, Direttore dell'Accademia d'Ungheria in Roma.

L'esposizione intende ricostruire le tappe più importanti della storia dei rapporti italo-ungheresi nel campo dello sport e, in particolare, del calcio seguendo le tracce dei calciatori ungheresi che hanno fatto parte delle squadre della Capitale.
Curatori: Dr. Gábor Andreides PhD, György Szász - esperti e storici del calcio ungherese e italiano.

I rapporti italo-ungheresi possono vantarsi di un passato piuttosto notevole, ultrasecolare. Essi nonostante le difficoltà ed i vari intrecci, testimoniano una simpatia reciproca, secolare tra i due Paesi. Il rapporto bilaterale e l'amicizia tra due nazioni possono dipendere e essere influenzati da numerosi fattori, tra cui i rapporti politici e scientifici, ma anche i rapporti culturali, le lotte e la memoria in comune. Cento anni fa, nella I Guerra Mondiale, gli ungheresi e gli italiani combatterono lüuno di fronte all'altro, tuttavia né la crudeltà delle trincee né quella del fronte, né i combattimenti prolungati fecero sì che tale simpatia di lunga data venisse meno tra i due Paesi. Non si può non ricordare la storia del pittore/inviato di guerra ungherese, il quale durante i combattimenti nell'atto di dipingere lo spettacolare paesaggio del Carso venne avvisato dalla trincea di fianco tramite gli artiglieri italiani con "Maestro, tra non molto ci accingiamo a dare fuoco, La pregheremmo di correre al riparo!
In seguito alla Guerra fu lo sport ed in particolare il calcio ad avere un ruolo dominante nei rapporti tra le due nazioni. Tra le due guerre sia il calcio che lo stesso stile di gioco ungherese divennero molto popolari in Italia. I giocatori ed allenatori ungheresi di allora percorsero tutta la penisola. Da Trieste a Genova, da Genova a Palermo non vi fu un'associazione sportiva alla quale non erano noti il calcio ungherese e o gli stessi giocatori: c'è chi fu soprannominato dai tifosi "la gazzella" per la velocità, o si narra addirittura di un allenatore –che spiegò la strategia dei propri giocatori presso una taverna spostando dei boccali di birre (giocatori ungheresi) e bicchieri da grappa (giocatori antagonisti).
Ci fu un allenatore che all'età di 34 anni vinse il campionato a Milano e poi di nuovo a Bologna. Altri fecero lo stesso a Roma. C'è chi divenne noto in tutta l'Europa, chi invece rimase meno noto e collaborò solo con squadre di minor rango. Tra gli ungheresi attivi in Italia vi furono numerose vittime dell'Olocausto, ma anche sopravvissuti. Tra le vittime della guerra vi furono alcuni che una volta rientrati dall'Italia si arruolarono nei movimenti della Resistenza e combatterono per i perseguitati, per i bisognosi contro le atrocità. Storie di vita differenti, destini differenti. Ciò nonostante c'è qualcosa che li accomuna, ovvero lo sport e la passione/l'amore per il calcio.
La mostra intitolata "I pupilli magiari di Roma" è solo la prima tappa di un lungo viaggio, alla fine del quale potremo constatare che ci fu del calcio considerevole anche nei decenni precedenti alla giustamente famosa Squadra d'oro.

Organizzatori:
Ambasciata di Ungheria presso il Quirinale
Istituto Balassi - Accademia d'Ungheria in Roma,
Museo Ungherese per le Olimpiadi e lo Sport
Lega Ungherese del Calcio
Fondazione Internazionale Dr. Ferenc Kemény
Società polisportiva Ferencváros
Società polisportiva MTK Hungária
Società polisportiva Újpest.

La mostra resterà aperta fino all'8 ottobre p.v.

Dove e quando

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