Pirouette è il nuovo progetto di Valentina Palazzari appositamente ideato per la Sala Santa Rita a Roma, a cura di Davide Sarchioni, promosso dall'Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale, con il sostegno di Fondazione VOLUME! e MLZ Art Dep, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
L'artista rilegge lo spazio dell'ex chiesa barocca con una pirouette, il celebre passo di danza classica costitutito da un'agile giravolta, che ispira il movimento rotatorio a cui è sottesa la grande struttura al centro dell'aula, realizzata sovrapponendo numerose e pesanti reti elettrosaldate da cantiere che, strato dopo strato, si avvitano sul proprio asse, seguendo un progressivo moto ascensionale. Tale movimento si fa inclusivo e dialogante rispetto allo spazio circostante, in un intreccio fittissimo di suggestioni ritmiche e simboliche che sollecitano un confronto con l'architettura e la storia dell'arte, richiamando alla memoria la lanterna a spirale di Sant'Ivo alla Sapienza di Borromini o gli affreschi di Lanfranco a Sant'Andrea della Valle, dove una moltitudine di figure angeliche segue un moto vorticoso che culmina nel centro luminoso della cupola.
Il movimento è opposto al muro, al confine, alla saracinesca. Il movimento, è di per sé incontro, dialogo, apertura (V. Palazzari).
La struttura centrale costituisce il fulcro semantico e formale dell'intera installazione, attorno al quale gravitano elementi e oggetti differenti, variamente connessi tra di loro in un sistema di forze, tensioni e associazione visive, la cui disposizione sembra ripristinare l'idea dell'originario spazio liturgico e spirituale - quello della stessa chiesa costruita nel 1665 da Carlo Fontana - ma riletto in chiave assolutamente personale. La grande tela collocata nell'abside funge, in questa occasione, da moderna pala d'altare in cui compaiono segni, bruciature e lacerazioni, ottenute lasciando depositare i residui della ruggine, per dar luogo ad inusuali fenomeni estetici e a brani compositivi e cromatici di grande intensità.
Con Pirouette prosegue la recente indagine di Palazzari che, esplorando le qualità fisiche e le caratteristiche estetiche di diversi materiali, come reti elettrosaldate, tondini di ferro e plastica, mira a comporre immagini che individuano le strutture primarie racchiuse nella forma e scaturite direttamente dall'ambiente e dallo spazio circostante con cui interagiscono. Si tratta di materiali solitamente impiegati in ambito edile per armare le strutture in cemento di una costruzione o di un edificio, che diventano l'ossatura portante di un personale costrutto linguistico in grado di dischiudere nuovi percorsi immaginativi fra interno ed esterno, volumi e superfici, pieni e vuoti, in un proliferare di connessioni e di significati. Gli stessi materiali diventano matrici per imprimere su diversi supporti i segni derivati dalla lenta azione corrosiva della ruggine, metafora di forza e di energia vitale, sottesi al variare dell'azione, del gesto e delle reazioni dello stesso materiale di supporto, innescando una dialettica problematica tra l'oggetto e la sua traccia.
Valentina Palazzari (Terni 1975) vive e lavora a Roma. Tra i suoi progetti pubblici si menzionano: Il Muro dei Muri (2015) opera ambientale per TodiFestival, presso Piazza del Popolo a Todi-PG; l'opera permanente per Terravecchia 2016. L'Uomo, il Suono, la Natura (2016), Frasso Telesino-BN; In senso anti orario (2017), opera per MADE IN FORTE. Percorsi d'Arte e di Luce, presso Piazza Dante a Forte dei Marmi-LU. Tra le mostre recenti si ricordano: la personale A, galleria MLZ Art Dep, Trieste (2016); le collettive L'Uomo, il Suono, la Natura, Anywhere Art Company, Napoli (2016); I materiali della pittura, Il Frantoio, Capalbio-GR (2016).
Informazioni, orari e prezzi
Orari di apertura:
lunedì - sabato 15 - 19.30
domenica 11 - 13; 15 – 19.30
INGRESSO LIBERO
Info:
060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.comune.roma.it/cultura
www.fondazionevolume.com
www.mlzartdep.com
Dove e quando
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