In Sette pezzi di carne Riccardo Reim torna a scandagliare (quasi totalmente al femminile) il tema del volto segreto della notte metropolitana: sette personaggi “border line” che, raccontandosi, testimoniano in filigrana, un brutale, gratuito omicidio il cui autore resterà probabilmente impunito.
In questo bizzarro mosaico la storia emerge a strappi, a brandelli, a lampi dai vari racconti, costituendone il sottile, misterioso “filo rosso”: un filo continuamente spezzato e ripreso, come le vite dei sette protagonisti.

Voci e confessioni (vere? false? distorte?) dal sottosuolo, dunque: un bestiario umano segreto e inconfessabile al di fuori di ogni morale, osservato anche con salutare distacco ironico lontanissimo da ogni “cronaca”; incubi e deliri di un’umanità “saturnina” che si agita in un groviglio di fantasie, ossessioni, indecifrabili rituali, paradossi e sdoppiamenti.

Spettacolo claustrofobico e segreto, violento e grottesco, dopo il successo ottenuto nel 2012, Sette pezzi di carne, viene ora riproposto in una nuova edizione al Teatro dei Conciatori, sempre mantenendo la particolare disposizione della platea che annulla il più possibile la tradizionale distanza tra spettatore e spettacolo, ponendo il pubblico nel medesimo spazio degli attori, in una sorta di imbarazzante coinvolgimento.

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