Come si vive intrappolati nella rete del gioco d'azzardo? In che modo si può a uscire dalle sabbie mobili di una dipendenza così feroce? Il Gioco di Mario, testo originale scritto da Alioscia Viccaro – che in questa occasione ne è anche regista e interprete - ha come obiettivo di raccontare una storia semplice, una storia d'amore, che parli di uomini e donne in carne ed ossa, senza retorica ne pregiudizi, per contribuire ad affrontare un fenomeno così drammatico e di gravi implicazioni anche per il nostro tessuto sociale.
Anche se la ludopatia, o per meglio dire l'azzardopatia, è un tema poco frequentato sia dai cittadini che dai media, basterebbero un paio di dati, invece, per farne uno degli argomenti più importanti da da conoscere e affrontare: le mafie nell'anno passato hanno incassato 26 miliardi di euro dal gioco d'azzardo (legale e illegale) mentre 790mila sono i giocatori “problematici”, cioè coloro che posso diventare dipendenti dal gioco d'azzardo (si pensi che gli alcolisti in Italia sono circa 1 milione).
Nello spettacolo questo tema viene incarnato da Mario, quarantenne impantanato in una relazione d'amore esausta e in gravi difficoltà economiche, che lentamente ma inesorabilmente precipita nel gorgo del gioco d'azzardo. Una storia complicata, quindi, vissuta tra bugie e vergogna questa di Mario. Anche il tentativo della moglie, Carla, di tirarlo fuori dal pantano della depressione e della sofferenza psichica, non riesce ad arginare in lui l'aggravarsi della dipendenza. Ma la salvezza si trova lì, a portata di mano; Mario, l'anziano padre di Federica, un'amica di Carla, anche lui invischiato nella schiavitù dell'azzardo, ha inventato un gioco: ascolta le storie sfortunate della gente del bar e poi ne racconta di sue, inventate e ancora più sfortunate. In questo modo diventa un mito e gli avventori depressi non esistono più. Carla, disperata, prova ad applicare il “gioco” al marito ma il risultato non è sicuro. Riuscirà Mario, il protagonista, a comunicare la sua angoscia, la sua difficoltà? E' tutta qui la questione, e forse la salvezza. Perché, alla fine, anche se è un gioco, nessuno si salva senza l'amore.
Lo spettacolo, che ha già avuto il sostegno e il patrocinio dell'Arci Roma e della Lega dei Consumatori Lazio, associazioni entrambe particolarmente sensibili e attive contro la diffusione di questo grave problema.
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