Pirandello scrisse “La vita che ti diedi” nel 1923 per Eleonora Duse che però non fece in tempo a interpretarla: morì infatti in tournée a Pittsburg nell’aprile del 1924. A proposito del testo, lo stesso Pirandello in una lettera alla figlia Lietta scrive: “Per ora ti dico che la tragedia mi sembra la cosa più alta e più pura che sia uscita dalla mia fantasia”.
E’ la storia di una madre che subisce il destino peggiore che possa capitarle: la perdita di un figlio. Questa donna, Anna Luna, rifiuta di accettare la sua morte. Immersa in un “lucido delirio” si comporta come se il figlio fosse ancora vivo, con un’ostinata strategia psicologica che tenta di coinvolgere tutti coloro che le stanno attorno. In uno stato allucinatorio, non vuole uscire dal suo sogno e tenta disperatamente di mantenere il figlio in vita, oltre il limite della realtà.
Il dramma è condotto interamente sul filo dell’amore materno, di cui è l’espressione più compiuta nel teatro di Pirandello: l’unico valore che sopravvive intatto tra le macerie dei falsi valori della società e che nella sua autenticità risulta indenne da ogni schematismo ideologico.
Il punto di riferimento di questa tragedia è un personaggio assente, un cadavere nella stanza accanto. Un figlio che è rimasto lontano dalla madre per sette anni ed è tornato a casa per morire, consunto da una malattia. Il dolore di Donna Anna, s’intreccia con quello dell’amante, Lucia Maubel, per passione della quale il figlio era partito. Lucia è incinta e per questo ha abbandonato anche i due figli avuti dal marito. La morte unisce le due donne: Lucia si dispera e Donna Anna perde ogni illusione. A lei non restano che la solitudine e il dolore, perché sa che anche la vita che nascerà dall’affranta Lucia sarà solo la testimonianza che il figlio non era più “suo” da molto tempo. In questa tragedia l’impronta sperimentale del Premio Nobel siciliano si manifesta nell’accostare ad un impianto narrativo sostanzialmente realistico un personaggio metafisico, delirante, eccessivo come quello della protagonista Donna Anna Luna.
«Il tocco di una storia amorosa» ha scritto il critico Gerardo Guerrieri «riscalda Pirandello trascinandolo lontano dal suo terribile confutare. Fra tanti personaggi che lottano e si agitano per ancorarsi a una verità che non sanno trovare né in se stessi e tanto meno negli altri e che, alla fine, inesorabilmente, giungono alla sconfitta smarriti e senza una certezza, Donna Anna Luna si impone con il suo amore materno che, pur deformato e fuori dalla normalità, rimane un punto certo, un sentimento positivo, un elemento di riscatto. Proprio questo appare infine come un’eredità indiscutibile: i figli, le madri, il miracolo per cui si vive». Con questa messa in scena Marco Bernardi, regista, Patrizia Milani, qui interprete di struggente intensità e Carlo Simoni chiudono il cerchio di un lungo e fruttuoso sodalizio artistico che ha dato vita ad alcuni degli spettacoli più riusciti della scena italiana degli ultimi venti anni. Al loro fianco troviamo una compagnia composta da Gianna Coletti, Karoline Comarella, Paolo Grossi, Sandra Mangini, Giovanna Rossi, Irene Villa, Riccardo Zini.
Lo spettacolo ha una durata di 1 h e 20’ senza intervallo.
Teatro Stabile di Bolzano
PATRIZIA MILANI CARLO SIMONI
e con Gianna Coletti Karoline Comarella
Paolo Grossi Sandra Mangini Giovanna Rossi
Irene Villa Riccardo Zini
regia Marco Bernardi
scene Gisbert Jaekel
costumi Roberto Banci
suoni Franco Maurina
luci Massimo Polo
personaggi e interpreti:
Donn’Anna Luna Patrizia Milani
Lucia Maubel Irene Villa
Francesca Noretti, sua madre Giovanna Rossi
Donna Fiorina Segni, sorella di Donn’Anna Gianna Coletti
Don Giorgio Mei Carlo Simoni
Lida, figlia di Donna Fiorina Karoline Comarella
Flavio, figlio di Donna Fiorina Paolo Grossi
Elisabetta, vecchia nutrice Sandra Mangini
Giovanni, vecchio giardiniere Riccardo Zini
Informazioni, orari e prezzi
Orario spettacoli:
dal martedì al sabato ore 20.45
giovedì 11 e mercoledì 17 dicembre ore 16.45
sabato 13 dicembre ore 16.45 e ore 20.45
tutte le domeniche ore 16.45
Info:
botteghino 06.6794585
biglietteria@teatroquirino.it
Dove e quando
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