Il Teatro Kopó presenta Letizia va alla guerra. La sposa e la puttana, di Agnese Fallongo per la GITIESSE Artisti Riuniti diretta da Geppy Gleijeses, con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo, in scena dal 20 al 22 ottobre, venerdì e sabato alle 21, domenica doppia replica alle 17 e alle 21. Lo spettacolo ci porterà al cuore dei due conflitti mondiali che segnarono, in maniera indelebile, il XX secolo. Grazie all'eccezionale lavoro svolto dall'autrice, la giovane Agnese Fallongo che sarà accompagnata in scena dalla musica di Tiziano Caputo, ripercorreremo eventi più o meni noti, raccontati dalla storiografia ufficiale soltanto dal punto di vista dei potenti, dei vincitori e dei vinti, degli uomini caduti in combattimento. Con Letizia va alla guerra potremo finalmente ascoltare voci 'diverse' che la narrazione degli eventi bellici esclude, quasi come se, in guerra, le donne cessassero di esistere. Le protagoniste sono due ed entrambe si chiamano Letizia. Il nome è lo stesso, i percorsi sono diversi, il destino è tuttavia il medesimo. Entrambe sono infatti donne del popolo investite, loro malgrado, da un meccanismo micidiale. L'una attraversa la prima Guerra mondiale, l'altra la seconda Guerra mondiale. La prima è una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico, in Friuli, come "portatrice di gerle", che vuole ritrovare suo marito, Michele, chiamato alle armi il giorno stesso delle nozze. La seconda è un'orfanella cresciuta a Latina dalle suore. I suoi 21 anni coincideranno con l'entrata in guerra dell'Italia nell'ultimo conflitto mondiale. Sarà la richiesta di incremento di personale femminile per il contesto bellico a condurla a Roma. Pur muovendosi in epoche storiche e in contesti differenti, entrambe sono piene di speranze e di aspettative per il futuro, quando le operazioni militari saranno terminate. In un caso si tratta di riunire la famiglia, nell'altro di liberarsi da un passato di sofferenze e di umiliazioni. Questa pièce vuole dunque omaggiare le 'persone comuni', le loro storie, poiché troppo spesso vengono risucchiate in un asettico conteggio dei morti e dei sopravvissuti. Uno spettacolo delicato che racconta uno spaccato drammatico della storia d'Italia, capace, tuttavia, di alternare momenti di pura comicità ad attimi di commozione, in un susseguirsi di situazioni dal ritmo incalzante in cui spesso una lacrima lascia il posto al sorriso. Con l'ausilio di musiche e canzoni popolari eseguite dal vivo, prende vita un brillante, doppio "soliloquio dialogato", che, pur nel suo retrogusto amaro, saprà accompagnare lo spettatore in un viaggio ironico e scanzonato.
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