Lo spettacolo - basato sull'omonima opera del poeta ungherese Sándor Weöres, pubblicata per la prima volta nel 1972 dal titolo "Psyché. Egy hajdani költin írásai" (Psyché. Scritti di una poetessa del passati) - è firmato dal regista Attila Vidnyánszky, direttore del Teatro Nazionale di Budapest, cresciuto nel milieu del grande teatro russo post-drammatico, in particolare del Teatro Taganka (Jurij Petrovi Ljubimov, Anatoly Vasiliev), ovvero, di quella forma di teatro che è più presenza che rappresentazione, più processo che prodotto e all'interno del quale l'esperienza è condivisa invece che comunicata. Vidnyanszky è divenuto noto per il suo stile all'insegna del "teatro poetico" focalizzato sui gesti, sulla mimica, sugli aspetti visuali dello spettacolo.

La pièce, consigliata a maggiorenni, si svolgerà in lingua ungherese con sottotitoli in italiano.

Romanzo autobiografico in versi e in prosa di una poetessa di nome Psiche, vissuta nel 1795-1831, da Weöres "scoperta" nel 1964-1970.


Psyché, gitana e aristocratica, orfana a 10 anni e morta a 36 (per un incidente forse provocato dal marito geloso), è dotata per volontà fantastica di Weöres di furor esistenziale, erotismo trasgressivo e una visione insolitamente ravvicinata del mondo. Vive con sensibilità postilluministica, già preromatica, via via da bambina fra gitani e artigiani, da novizia clarissa a Regensburg, da ospite della sorella e del cognato (con cui ha una relazione), da fidanzata a Vienna ancora in convento (in attesa del matrimonio, che poi rimanda a causa del suo femminismo ante litteram che rinnega maternità, religione, morale, indottrinamento e opta per una provocatoria anarchia), da esiliata in campagna (per un parto clandestino e un infanticidio riparatore), da castellana con il marito (odiando il "pacifico benessere") infine da letteraria, ma anche da mecenate della politica, nella capitale ungherese che sta andando verso la rivoluzione liberale.

Psyché è un'opera all'insegna dell'invenzione- finzione, un'esperienza letteraria che colma alla sua epoca un vuoto storico-letterario effettivo, una lacuna reale. La genialità di Weöres infatti risiede proprio in questo, nel creare una falsa ma meticolosa scrittura poetica, sotto tutti i punti di vista, per genere, forma, stile, registro, autorialità e ricezione.

Attila VIDNYÁNidnyánszky, regista Premio Kossuth, docente universitario, direttore del Teatro Nazionale Ungherese
nasce nel 1964 a Berehove (Ucraina). Completa i propri studi presso la Facoltà di Lettere dell'Università Statale di Uzhorod per proseguire poi presso l'Accademia d'Arte Drammatica di Kiev. È tra i fondatori del Teatro Nazionale Ungherese di Berehove. Collabora con numerosi teatri tra cui il Teatro Nazionale Accademico di Kiev, teatri slovacchi e dell'ex Jugoslavia. Dal 1999 lavora in Ungheria. Nel 2004 viene nominato regista del Teatro dell'Opera di Budapest, due anni dopo ricopre prima il ruolo del direttore artistico poi direttore del noto Teatro Nazionale Csokonai di Debrecen. Vanta numerosi premi tra cui il Premio Mejerhold per la messa in scena delle "Tre sorelle" Cechov. Dal 2013 è direttore del Teatro Nazionale Ungherese di Budapest. Ha al suo attivo oltre 80 messe in scena presso circa 20 teatri. Dal 2016 è docente dell'Accademia d'Arte Drammatica di Budapest. Precedentemente ha insegnato presso l'Accademia d'Arte Drammativa di Kiev, L'Università di Kaposvár. Dal 2005 è membro dell'Accademica Artistica Ungherese. Nel 2008 partecipa alla fondazione dell'Associazione Teatrale Ungherese, di cui risiede la presidenza. Tra il 2010-2013 è stato presidente della Commissione Teatrale del Ministero delle Risorse Umane.

Sándor WEÖRES, poeta (1913-1989)
laureato a Pécs nel 1939 in estetica con una tesi su A vers születése (La nascita della poesia), dal 1947 vive a Budapest come bibliotecario dell'Accademia delle Scienze fino al 1951, quando diviene scrittore libero professionista. Nel 1948 compie un viaggio in Italia (in qualità di borsista dell'Accademia d'Ungheria in Roma) ma dal 1949 al 1956 viene messo all'indice e gli è permesso pubblicare solo traduzioni e poesie per l'infanzia. Poeta della cerchia di "Újhold" (rivista letteraria pubblicata tra 1946- 1948, tra i cui redattori ritroviamo Iván Mándy, János Pilinszky, György Rába, István Örkény ecc.) traduttore-adattatore poetico da lingue orientali e occidentali (tra cui l'italiano: Dante, Petrarca, Metastasio, Leopardi, D'Annunzio, Palazzeschi, ecc.), nel 1956 pubblica la raccolta "A hallgatás tornya, Harmic év verseib?l" (La torre del silenzio. Poesie degli ultimi trent'anni.)
Nel 1957-1964 torna di nuovo all'indice, anche se non del tutto. Infine nel 1966 compie un viaggio in Inghilterra (dove riceve un premio per le sue traduzioni) e negli Usa. La sua parabola poetica, dalle composizioni realizzate negli anni '30 e '40 sotto l'influenza di Mihály Babits e Béla Hamvas (poesie e poemi sulla primordialità, traduzioni-trascrizioni di opere assire e greche tra cui il "Gilgames" e la "Theomachia", discorso cristiano- platonico sull'unione tra sensi, ragione pratica e spiritualità superiore) passa a poesie come "Le Journal", "XX.sázadi freskó (Affresco del XX secolo), "?rültekháza" (Mmanicomio), "Egy másik világ (Un altro mondo), la cui caratteristica poetica è un'organizzazione musicale estremamente disciplinata di immagini, sentimenti, pensieri, e dentro di essa, anche di libere associazioni, di verso libero e di grande varietà di forme poetiche, fino agli ideogrammi. Il mondo poetico di Weöres, caratterizzato dalla libertà delle associazioni, ha avuto grande influsso sui poeti ungheresi della giovane leva.
Weöres mostra totale indifferenza verso i mutamenti sociali nella loro immediatezza ed esprime invece un forte interessamento per le esperienze esistenziali universali vedi "Hatodik szimfónia" (Sesta sinfonia), "Medea" (Medea), "Orpheus" (Orfeo). Notevoli i suoi "ritratti di poeti in versi .
Grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento, egli padroneggia tutti gli stili poetici, immedesimandosi talvolta in personaggi letterari inventati (si veda la poesia di Psyché, nel volume Merül? Saturnus, "Saturno in immersione", 1968).
Nel 1970 gli viene assegnato il Premio Kossuth.
Altre opere di W.: Tarka forgó ("Mulinello variopinto", 1958); T?zkút ("Pozzo di fuoco", 1964); il già citato Merül? Saturnus ("Saturno in immersione", 1968); Egybegy?jtött írások ("Scritti raccolti", 1970); Hold és sárkány ("Luna e drago", 1966); Összegy?jtött versei ("Poesie raccolte", 1975).

SPETTACOLO TEATRALE
PSYCHÉ di Sándor Weöres
portata in scena dal noto regista ATTILA VIDNYÁNSZKY

Informazioni, orari e prezzi

Ore 21.00

Dove e quando

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