Un'aula di tribunale. Al centro in alto una fatiscente scritta "La legge è uguale per tutti". Un paravento dietro al quale s'intravedono due ombre.
"Se la legge non ammette ignoranza, l'ignoranza non ammette la legge" è uno specchio deformato della storia del popolo italiano, furbetto, pavido, approfittatore, sinonimo di un paese bloccato incapace di andare avanti o tornare indietro.
Carlo e Cosimo Capitoni, due fratelli più che cinquantenni, eternamente disoccupati, hanno deciso di denunciare l'Italia in un'aula di tribunale rivelando alla corte di essere entrati in possesso di un archivio generale di tutte le magagne dello Stato e di ogni cittadino.
Essendo anche loro autentici italiani si autodenunciano, pretendendo di essere testimoni protetti, pentiti, collusi e imputati colpevoli, pur di ottenere un tetto e un tozzo di pane possibilmente in galera Minimo dieci anni!
Per carità che non venga in mente alla corte di condannarli agli arresti domiciliari. Non saprebbero dove andare, sempre che non provveda "l'assessore", loro eterno nemico/amico con almeno un bell'alberghetto magari a Capri a mezza pensione!
La corte si è ritirata per decidere da un tempo infinito e la sentenza non arriva; allora i due si rivolgono al pubblico, in un pubblico processo.
Diciamo la verità, cosa è un cittadino italiano se lo guardi bene?
Un birillo! Un birillo inerme che spera di scansare la palla che invece sicuramente lo travolgerà!
Che fare? Chi li può raccomandare?
Che cosa divide il cittadino medio basso dalle stanze dell'alta politica?
L'assessore! Quella specie di "caporale" che nel corso della loro vita si è sempre messo di mezzo,vanificando ogni tentativo.
Rievocando la loro storia, la loro infanzia che parte da una Puglia lontana, riesumano nella memoria collettiva anni ed episodi lontani: li vedremo coinvolti nei primi sbarchi degli albanesi a Brindisi e Bari, lottare contro una cartella pazza di Equitalia, nel processo per il rogo del Teatro Petruzzelli, o come disoccupati dimenticati che si congelano in una cella frigorifera colma di pesce, sperando in un futuro migliore che non è ancora arrivato. Una guerra continua quella dei fratelli Capitoni. Una guerra di trincea, dove i nemici sparano anche alle spalle: fuoco amico? In attesa di una sentenza che non arriva, sarà il pubblico a emettere il suo verdetto.
"SE LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA, L'IGNORANZA NON AMMETTE LA LEGGE"
di Mimmo Mancini e Paolo De Vita
regia di Gisella Gobbi
Informazioni, orari e prezzi
Ore 20.30
domenica ore 17.00
Maggiori info:
06 77076486 - 06 77204149
info
info@teatrolospazio.it
Facebook: teatrolospazio
Twitter: TeatroLoSpazio
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