Spettacolo ispirato alla favola Vassilissa la bella di Afanasiev

Più di duemila rappresentazioni in Italia, Portogallo, Francia, Inghilterra, Spagna, Canada. Dal 1994, anno del debutto, Con la bambola in tasca ha vissuto e rivissuto in lingue diverse, in paesi diversi, ricreando ogni volta il suo nucleo dallo sviluppo imprevedibile: il particolare gioco di relazione che si crea tra una bambina “catturata” tra il pubblico e l’attrice in scena.
L’attrice guida la bambina a ripercorre la favola identificandosi con Vassilissa e nelle prove da superare per ottenere il dono del fuoco con l’aiuto della bambola, una sorta di voce interiore, di doppio della protagonista.
Il rapporto tra i due personaggi varia ad ogni rappresentazione. Gli altri bambini assistono alla storia vicino, molto vicino alla casa della strega, in uno spazio delimitato da un cerchio rosso. La scommessa dello spettacolo è quella di fare teatro insieme agli spettatori-bambini, i maggiori esperti dell’arte del giocare.
Vassilissa è una bambina che deve lasciare il calore protettivo della casa e deve incontrare il mondo, un mondo che ha le forme rabbrividenti della Baba Jaga, la “vecchia selvaggia”.
La sua storia è la storia del passaggio di madre in figlia, da una generazione all’altra, del potere femminile dell’intuito, simbolizzato dalla bambola che tiene sempre dentro la tasca.

Nello spettacolo, pensato appositamente per un numero limitato di spettatori, sono racchiusi tutti gli elementi che hanno contraddistinto in questi anni la poetica del Teatro delle Briciole: l’attenzione per il pubblico e lo spazio scenico, la forte presenza di oggetti di scena semplici, “ancestrali”, ma che possono moltiplicarsi grazie all’esercizio della fantasia e dell’immaginazione, la forte relazione tra materia e musica, il teatro come iniziazione.