Ogni epoca ha avuto i suoi mostri: anche in cielo. Da sempre le apparizioni celesti più sorprendenti e inaspettate hanno incuriosito gli uomini fino al punto da incutere timore e sollevare ondate collettive di panico. Non a caso tutti i potenti della Terra avevano (e hanno tuttora…) schiere di astrologi incaricati di interpretare i significati dei segni celesti. Le comete, con le loro scie enigmatiche, sono diventate le vere e proprie bestie nere dell’umanità, attirandosi dietro improperi e maledizioni ad ogni apparizione. Ma qualsiasi visione insolita, qualsiasi astro più evidente o colorato può assurgere a “segno” e ispirare chi lo osserva ad assegnargli un “significato” che va ben oltre la sua reale natura di corpo celeste. Ecco perché le “Psicosi Cosmiche” hanno sempre contagiato la mente umana, trovando fertile terreno nell’immaginazione più fervida e disgiunta dalla conoscenza scientifica: un fenomeno vivacissimo specialmente nel nostro tempo, che a dispetto del progresso scientifico è un’epoca di troppe luci, che ci hanno separati dalle stelle e da ogni familiarità con gli aspetti del cielo. Così, è soprattutto nell’era della tecnologia di massa che nascono i nuovi mostri del cielo, e si alimentano a vicenda isterie collettive animate da voci incontrollabili che si propagano su internet e sui social media. Dalle apparizioni delle comete agli effetti collaterali delle più evocative immagini ottenute dal telescopio spaziale Hubble, fino ai timori per la fine del mondo nel 2012, “Psicosi Cosmiche” ricostruisce una lunga storia di isterie popolari e di casi mediatici scatenati dai fenomeni del cielo. Uno spettacolo che ci porta ad ammirare da vicino proprio quegli astri che hanno fatto paura ai nostri antenati come ai nostri contemporanei, insinuando il dubbio e giocando con il nostro istintivo timore per l’ignoto. Dalle superstizioni cometarie degli Inca, alla lunga scia di disastri attribuiti alla cometa di Halley, “Psicosi Cosmiche” ci spinge ad affrontare la paura del buio e del cielo che nasce dal nostro sguardo perennemente abbagliato dalle luci delle città, che hanno fatto regredire la nostra consapevolezza dell’universo in cui abitiamo ad una sorta di paradossale medioevo non più oscuro, ma al contrario troppo illuminato. Eppure la psicosi è in agguato anche scrutando il cosmo attraverso un telescopio raffinato come Hubble: di fronte ai suoi ritratti dei corpi celesti si perde ogni riferimento e si ricomincia a fantasticare, spesso travisando il reale contenuto delle immagini fino a generare allucinazioni collettive che sfociano nel misticismo, come avvenne nel caso delle “Colonne della Creazione” nella Nebulosa Aquila oppure nell’istante cosmico congelato e agghiacciante della Nebulosa Clessidra. Il fenomeno si amplifica a dismisura su internet, dove nel chiacchiericcio globale si affermano e trovano un consenso sbalorditivo teorie pseudoscientifiche che fanno leva sull’irrazionalità più ingenua e basate soltanto su falsi miti e profezie inesistenti: l’epopea della fine del mondo attesa per il 21 dicembre 2012 è il caso più eclatante, in cui convergono elementi incongruenti presi dai Sumeri, dai Maya e perfino dagli alieni e dai loro spettacolari cerchi nel grano. Suggestioni che fanno tremare qualcosa dentro di noi ogni volta che cala la notte, e si fondono a casaccio nell’inconscio con un risultato di inevitabile ironia, che non trova alcun riscontro in cielo. Fino alla prossima psicosi cosmica…
Dal 28/12/2012 al 06/01/2013
A PAGAMENTO
Planetario
Info: 060608
28/12/12 12:30
06/01/13 11:00
planetario@comune.roma.it
In città
Piazza G. Agnelli, 10