Alla fine del Quattrocento nel mondo si sviluppò un imponente e mostruoso traffico di essere umani: la Tratta degli Schiavi. Si stima che nel corso di quattro secoli non meno di quattordici milioni di africani furono catturati e deportati dai mercanti europei nelle piantagioni americane, costretti a lavorare in condizioni infernali fino alla morte. Gli storici, inoltre, valutano in 10-18 milioni il numero di persone strappate dai loro villaggi dai trafficanti arabi, che fin dal ’700 d. C. controllavano le rotte schiaviste nel mar Rosso, nell'oceano Indiano e nel deserto del Sahara.
Nel 1888 un vescovo cattolico, il cardinale francese Charles Martial Allemand Lavigerie, lanciò una campagna antischiavista con l'obiettivo di fermare l'ignobile «commercio dei negri». Oggi, a distanza di 125 anni da quella storica iniziativa, i Missionari d’Africa, Padri Bianchi e Suore Bianche, ravvivano l'opera di denuncia del loro fondatore attraverso la mostra fotografica “Spezziamo le catene!” che illustra il dramma della schiavitù (abolita solo formalmente) in Africa, dall'epoca delle navi negriere ai giorni nostri.
La mostra fotografica “Spezziamo le catene!” è stata realizzata dalla rivista Africa, missione e cultura e raccoglie 40 immagini sia storiche che di attualità. Si tratta di fotografie d’archivio – che ripercorrono la storia dell’impegno dei Missionari d’Africa per la liberazione dei neri africani – unite a scatti di profonda attualità che mostrano le moderne schiavitù: le rotte dell’immigrazione, lo sfruttamento minorile, del lavoro, del sesso, del debito.
Sono immagini che raccontano diverse situazioni di schiavitù come le guerre civili in Liberia in cui hanno combattuto circa 20.000 bambini soldato; la vita delle donne africane vittime di sfruttamento sessuale; lo sfruttamento di tradizioni che perdurano e riducono in schiavitù uomini e donne in Mauritania, Benin, Senegal. E ancora: la raccolta stagionale dei pomodori nell’Italia meridionale che richiama ogni anno migliaia di immigrati, costretti a lavorare in condizioni di schiavitù sotto i cosiddetti "caporali", moderni negrieri che assumono i braccianti e ne sfruttano il lavoro; o le storie dei giovani minatori congolesi ridotti in schiavitù per cercare minerali preziosi per l'Occidente: oro, diamanti, rame, cobalto, coltan…
La mostra è composta da una serie di pannelli con le riproduzioni delle incisioni del XIX secolo appartenenti all’Archivio dei Padri Bianchi e delle Suore Bianche a Roma e le fotografie di Associated France Press, Olycom, Contrasto, Aurora Photos, Sipa Press,che presentano il problema nella sua attualità.
I testi di commento alle fotografie sono stati realizzati da Marco Trovato, coordinatore di redazione della rivista Africa.
Le stampe fotografiche sono a cura del laboratorio the Photographers’ room.
PROMOTORI
I Missionari d’Africa, Padri Bianchi e Suore Bianche, sono stati fondati dal cardinale francese Charles Lavigerie (1825-1892). Il ramo maschile della congregazione ha preso il soprannome di “Padri Bianchi” per la lunga tunica bianca (gandura) che diventò il loro abito ufficiale, con il mantello bianco (burnus), tipico elemento dell’abbigliamento maschile dell’Africa del Nord. L’annuncio del Vangelo di Gesù al mondo africano e il dialogo con l’islam sono la ragion d’essere degli Istituti. Padri, suore e fratelli lavorano in parrocchie, scuole, ospedali centri di formazione umana spirituale e professionale, nei mass media, campi profughi e carceri. Il loro impegno a favore della giustizia e della pace si articola su più livelli in Europa e nel continente africano.
INAUGURAZIONE
Venerdì 9 novembre 2012, ore 18.00
Inaugurazione della mostra fotografica presso la Chiesa del Gesù.
Dal 09/11/2012 al 18/11/2012
GRATUITO
Atrio laterale della Chiesa del Gesù
• lunedì, martedì, mercoledì e giovedì:
dalle 9.00 alle 13.00 – dalle 16.00 alle 20.00
• venerdì, sabato e domenica:
dalle 9.00 alle 13.00 – dalle 16.00 alle 21.00
In città
Piazza del Gesù