L'Associazione Culturale Cinem'Art in collaborazione con il Sinergy Art Studio presenta Mercoledì 24 Ottobre alle ore 22.00 il VI Film della Rassegna Cinematografica WOODY ALLEN STORY
OMBRE E NEBBIA (1991)
In una nebbiosa ed imprecisata città del centro-Europa uno strangolatore folle (Michael Kirby) è in circolazione e nel cuore della notte un gruppo di cittadini isterici butta giù dal letto il povero e insignificante impiegato Kleinman (Woody Allen) perché si unisca a loro per dargli la caccia. Lui non ha alcuna idea di ciò che deve fare, né sembrano saperlo gli altri, ma spera soltanto di non trovarsi mai faccia a faccia con l'assassino. Ben presto i sospetti ricadono proprio su di lui, e così la sua notte diventa una fantastica successione di episodi surreali dove si trova a doversi difendere dall'isterìa della gente della città.
Intanto in città arriva il circo, dove si sviluppano altre storie: un clown (John Malkovich) ha una storia d'amore con la trapezista Marie (Madonna che indossa una parrucca nera che la rende quasi irriconoscibile), e così la moglie di lui (Mia Farrow), una mangiatrice di coltelli, decide di fare i bagagli e si dirige in città, innescando un'intricata serie di episodi incrociati che alla fine la conduce ad una casa di tolleranza dove incontra un gruppo di prostitute (Jodie Foster, Lily Tomlin, Anne Lange, Kathy Bates) e viene scambiata per una di loro da un romantico studente universitario (John Cusack), che la paga l'esorbitante cifra di 700 dollari per il servizio; ma poi viene arrestata perché non ha la licenza e lì incontra Kleinman, che, rincorso dalla folla inferocita, trova rifugio nel circo, dove fa il suo incontro con il killer. Alla fine Irmy incontra suo marito, che nel frattempo era andato a cercarla, trova un bambino abbandonato per la strada e lo prende con sé.
Ombre e nebbia è un film con moltissimi riferimenti e citazioni:
È tratto da una pièce teatrale dell'inizio degli anni settanta scritta da Woody Allen stesso, intitolata Morte (pubblicata nel libro Senza piume), parodia del personaggio "K" de Il castello di Franz Kafka. Il testo breve riprende i temi dell'incomprensione degli "altri", cari a Kafka, e ne fa un umorismo intelligente. Così nel 1991 Allen riprende il proprio testo e lo amplia.
Prende spunto anche dalle atmosfere e dai personaggi del Bertolt Brecht de L'Opera da tre soldi: persone che si agitano in un mare di criminalità che nasconde però una fortissima umanità. Per completare la citazione brechtiana usa due brani della famosissima musica che Kurt Weill compose per la rappresentazione teatrale de L'opera da tre soldi: The Cannon Song (che rappresenta i titoli di testa del film) e Mack the Knife (canzone reinterpretata da molti artisti, da Frank Sinatra a Nick Cave a Robbie Williams).
Allen decide poi di girare il film in bianco e nero, come i grandi classici europei di inizio secolo. Così il direttore della fotografia Carlo Di Palma ricrea un'ambientazione notturna incredibilmente suggestiva, che strizza l'occhio ai film di Fritz Lang, in particolare ad M - Il mostro di Düsseldorf del quale è un grande omaggio, e a Murnau.
L'inizio del film (il circo, il marito della ballerina tradito, ecc.) riprende l'inizio di Freaks (1932), il raccapricciante capolavoro di Tod Browning.
Allen cita spesso il regista svedese Ingmar Bergman, e questo film non fa eccezione. Il personaggio del dottore (Donald Pleasence) riprende in modo magistrale quello del Dottor Vergerius, interpretato da Gunnar Björnstrand ne Il volto (1958) di Bergman. Entrambi, uomini di scienza, vogliono razionalizzare l'irrazionale, vogliono conoscere ciò che si nasconde nella mente di un folle, e per farlo vorrebbero analizzarne fisicamente il cervello, invece di comprenderne il pensiero. Sia Allen che Bergman espongono una tesi che non condividono solo per smontarla: non c'è niente di diverso nella mente fisica di un criminale: è la vita, le sue scelte che lo rendono diverso. Le stesse scelte che condizioneranno la vita di Kleinman, il personaggio principale, che dovrà scegliere fra una realtà assurda, e la fantasia consolatrice.
Quando Donald Pleasence viene chiuso in un vicolo cieco, ha proprio sopra il capoccione pelato la scritta "Cul de sac", titolo del film di Polanski di cui Pleasence fu magistrale interprete.
Il titolo del film è un chiaro rimando al documentario sui campi nazisti Notte e nebbia di Alain Resnais.
Il 24/10/2012
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Ingresso: Euro 3,00 con un bicchiere di vino offerto dalla Cantina Vitivinicola CollePicchioni
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