PROGRAMMA TEATRO DETTAGLIATO
Centrale Preneste Teatro
Biglietti 12 euro, ridotto 8 euro
giovedì 10 dicembre 2015 - ore 21
Isole, una guida vagabonda di Roma - prima assoluta
di Marco Lodoli
regia di Stefano Cioffi
con Elena Radonicich
musiche di Natalino Marchetti
Esiste una Roma che non compare in nessuna guida turistica, una città nella città fatta di inattesi frammenti di magia. Una Roma in cui la parola d'ordine è girovagare, dalla primavera all'inverno, sotto la pioggia e sotto il sole, con il naso all'insú o gli occhi ben piantati, in attesa di quelle scoperte che fermano il tempo e ripuliscono lo sguardo: il capolavoro meno visibile della storia dell'arte, una piazza affollata di poeti come un ascensore, l'elefantino del Bernini «con un obelisco sul groppone», il pavone che passeggia sulla Garbatella...
Con Isole, Marco Lodoli ci invita a «scantonare» dalla vita di tutti i giorni, per imparare a riconoscere la bellezza e godersela, fino in fondo.
In scena, Elena Radonicich in questi giorni nei cinema, protagonista nel film Alaska con Elio Germano.
ISOLE: NOTE DI REGIA
Prima di inventare e organizzare lo spazio l'uomo possedeva una forma simbolica con cui trasformare lo spazio stesso: l'azione del camminare. È camminando che l'uomo ha cominciato a costruire il paesaggio naturale che lo circondava. È camminando che nell'ultimo secolo si sono formate le categorie con cui interpretare i paesaggi urbani (e non) che ci circondano.
Ho camminato molto, in città ma soprattutto nelle aree periurbane, mi sono fermato, sono tornato, ho parlato con la gente di quei luoghi; ho anche evitato la gente di quei luoghi. E ci torno ancora, continuamente, quando posso, settimanalmente. Girovagare in queste aree sconosciute è uno strumento estetico di conoscenza dello spazio, un tentativo di esplorazione e di trasformazione di luoghi negletti in luoghi contemporanei.
Per questo ho amato le Isole di Marco Lodoli, sequenze, fotogrammi ravvicinati di luoghi di cui ignoriamo l'esistenza nonostante la quotidianità ce li avvicini inconsapevolmente. Ho scelto proprio quelle sottili visioni nelle aree distanti dal centro dove pochi sanno e amano estendere il proprio sguardo: Torre Maura, Casal Bertone, il quartiere Collatino, Ponte di Nona o l'immancabile Grande Raccordo Anulare.
Le mie immagini che scorrono assieme al testo non sono descrizioni, sono semplici associazioni, quasi sempre riprese in luoghi diversi dal testo proprio perché pensate come evocazioni e non rappresentazioni.
La musica di Natalino Marchetti è un accompagnamento discreto quando scorre assieme al testo, più importante quando diventa vera e propria improvvisazione a sé stante. Stefano Cioffi
venerdì 11 – sabato 12 dicembre 2015 - ore 21
Viaggio alla fine del millennio di Abraham B. Yehoshua
regia di Lisa Ferlazzo Natoli
direzione musicale di Gabriele Coen
con Tania Garribba e
Gabriele Coen flauto, sax soprano, clarinetti
Stefano Saletti oud, chitarra
Una vela lascia la luminosa Tangeri per risalire la costa atlantica e inoltrarsi lungo la Senna verso Parigi, gelido borgo sperduto nel centro dell'Europa. Siamo nel'estate del 999, nel cuore di un continente ancora selvaggio e in fermento per l'approssimarsi dell'Anno Mille. Il ricco mercante ebreo Ben-Atar, in compagnia delle due mogli, il socio ismaelita Abu-Lufti e un rabbino andaluso, sono in viaggio per raggiungere il nipote Raphael Abulafia, ex socio d'affari, e la sua nuova moglie, una askhenazita che disapprova la bigamia del mercante maghrebino.
Un duplice processo dovrà giudicare Ben-Atar. Una parziale soluzione, inaspettata e drammatica, avverrà solo nel dolore e nella morte. Due realtà inconciliabili - la solare sensualità del Sud e l'austero rigore europeo - vengono a conflitto, incarnandosi in due modi di vivere, in due diversi codici all'interno di una fede comune.
"Viaggio alla fine del millennio" (per la prima volta in scena a Roma) è uno splendido affresco, emblematico e per certi versi archetipico, intorno ai conflitti culturali fra il Nord e il Sud del mondo. E' giusto imporre le proprie idee e la propria morale? Si può vivere e condividere il mondo con un acerrimo nemico? Chi dovrebbe essere 'come me', è davvero in grado di capirmi o non è invece facilmente incline a condannarmi proprio per le mie scelte? Si possono amare due persone contemporaneamente?
Grazie a una scrittura attraente e minuziosa che ha il tempo lento di una traversata, con soste improvvise su attimi di vita quotidiana e paesaggi indimenticabili, Yehoshua mostra come l'immaginazione più della memoria sappia ricostruire le storie dell'anima umana, suggerendo che da elementi tanto fragili come l'amore e la speranza potrebbe sorgere un delicatissimo futuro.
Lisa Ferlazzo Natoli esordisce alla regia con le Tre sorelle di Cechov; è regista e interprete al Roccella Jazz Festival de Il canto d'amore e di morte dell'Alfiere; a RomaPoesia di Gente dal Ponte, dedicato alla Szymborska, su musiche di Gianluca Ruggeri; scrive e dirige La casa d'argilla per Teatro Due di Parma e Il Libro delle Domande per il Festival Garofano Verde. In questi anni nasce la compagnia lacasadargilla, da cui tutti muoveranno tutti i nuovi progetti. Esordisce nella lirica con La Bella Dormente nel Bosco di Ottorino Respighi; con il Teatro Vascello e il Centro Internazionale la Cometa dirige Ascesa e rovina della città di Mahagonny e Foto di Gruppo in un interno per ZTL / RomaEuropa. Progetta e dirige, con la compagnia e con Ruggeri, per il Teatro di Roma, gli spettacoli musicali del Festival Urania. Il Napoli Teatro Festival Italia nel 2010 le commissiona una riscrittura di Ascesa e rovina della città di Mahagonny dedicata alla città di Napoli. Per il Festival Contemporanea di Segni scrive e interpreta, sempre accanto a Ruggeri, Les Adieux parole salvate dalle fiamme, intorno alla poesia russa.
BIBLIOTECHE DI ROMA- INGRESSO LIBERO
14 Dicembre 2015 – Biblioteca Villa Leopardi - ORE 11
Il pomeriggio di un fauno – un flauto immaginario
testo di Ennio Speranza - letto da Fabio Traversa
"Il pomeriggio di un fauno" è soprattutto una fantasticheria, un gioco, una serie di riflessioni semi-serie che vedono quale protagonista il flauto. È forse un pretesto o un modo eccentrico per parlare del fascino di uno strumento che da millenni e millenni non smette di essere soffiato, adottato, suonato, nelle musiche più disparate e nei luoghi più diversi. E a narrare di questo fascino - raccontato dal testo di Ennio Speranza c'è Fabio Traversa che condurrà i bambini presenti alla scoperta del flauto e della musica con un modo diverso e invitante per avvicinarsi a uno strumento fascinoso e magico, ricco e poliedrico, presente in tutte le culture musicali del mondo.
16 Dicembre 2015 – Biblioteca Vaccheria Nardi - ORE 11
Viaggio in Italia
di Guido Piovene - letto da Giorgio Cantarini
Cominciò da Bolzano il viaggio in Italia di Guido Piovene e proseguì regione dopo regione, città dopo città, fino a coprire ogni landa, anche la più dimenticata. Durò tre anni buoni. Un'impresa senza precedenti dalla quale scaturì un libro senza precedenti, scrupoloso come un censimento, fedele come una fotografia, circostanziato come un atto d'accusa. L'Italia che Piovene visitò e descrisse è quella degli anni Cinquanta, tra ricostruzione e boom economico e che dovrebbe apparire, a uno sguardo contemporaneo, antica e lontana. Invece non è così. Piovene riesce, come un antropologo, a far emergere dal suo viaggio il carattere nazionale, quello immutabile, che resiste alle mode e ai rovesci della storia.
18 Dicembre 2015 – Biblioteca Vaccheria Nardi - ore 18
Narratori delle pianure
di Gianni Celati - letto da Margherita Laterza
Queste storie, comiche e fantastiche, tristi o terribili, sulla valle del Po, mentre recuperano antiche forme narrative della tradizione novellistica italiana, sono un viaggio di ritorno alle fonti del narrare: cioè al "sentito dire che circola in un luogo o paesaggio". È una figura molto cara a Walter Benjamin, quella del narratore orale, che Celati ha cercato di riscoprire viaggiando e raccogliendo storie sulle rive del Po. Celebrando con le sue novelle questa figura in via di estinzione, Celati indica una degradazione ambientale che non riguarda soltanto i paesaggi, ma anche la facoltà di raccontare e di scambiarsi esperienze. Così queste sono altrettante parabole sulla nostra epoca, e costituiscono uno sforzo per ridare all'arte narrativa una credibilità che non sia soltanto letteraria.
19 Dicembre 2015 – Biblioteca Vaccheria Nardi - ore 11,30
La strada
di Cormac Mc Carthy - letto da Guglielmo Poggi
Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta una lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...
Auditorium Parco della Musica Teatro Studio – Biglietti 18 euro – ridotto 15 euro
22 dicembre 2015 - ore 21
Pilato
da Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov
con Massimo Popolizio
Musiche di Stefano Saletti, oud , bouzouki, percussioni, canto
con
Barbara Eramo, voce
Pejman Tadayon, flauti, ney
Massimo Popolizio porta in scena uno dei passaggi cruciali di "Il Maestro e Margherita": Ponzio Pilato. Si tratta del secondo capitolo del testo, vero e proprio romanzo nel romanzo in cui lo scrittore russo reinterpreta la massima disputa morale della tradizione occidentale, quella tra il procuratore di Giudea Ponzio Pilato e Jeshua Ha-Nozri, il Cristo di Bulgakov.
La voce narrante è di Pilato, un uomo dolorante, assillato, pieno di paure e incapace di celare tanto la propria insofferenza quanto lo straniamento provato sin dal primo incontro con quello strano uomo che gli è condotto innanzi.
Il maestro e Margherita, poderoso romanzo di Michail Bulgakov pubblicato tra il 1966 e 1967, è un'opera complessa, dal fitto intreccio carico di riferimenti, gravata dall'ombra della censura sovietica.
È il secondo plot del romanzo a raccontare i fatti del processo a Gesù che qui ha il nome di Jeshua Ha-Nozri. Un romanzo nel romanzo in cui Bulgakov interpreta la massima disputa morale della tradizione occidentale, che all'attore è parso subito «potesse vivere di vita propria».
«Quello che mi ha interessato – dice Popolizio – è il punto di vista umano di Pilato sulla vicenda, come una grande soggettiva» in cui il primo grande procuratore della storia appare fragile, dolente, assillato, pieno di paure che non riesce a nascondere. «Sembra quasi in preda ad attacchi di panico, insofferente alla folla e tormentato da un'emicrania dovuta al sole alto di Gerusalemme». E anche l'incontro con Cristo, «non ha nulla di divino, ma ricorda casomai quello tra Dioniso e Penteo nelle Baccanti di Euripide». Un incontro-scontro «tra chi vorrebbe andar via perché non ne può più di incontrare cialtroni e un fool misterioso, un utopista come Jeshua che lo inchioda e riesce a leggere le sue debolezze».
Lo spettacolo è sottolineato delle musiche dal vivo composte da Stefano Saletti, che suona strumenti a corda arabi e greci accompagnato dalla voce di Barbara Eramo e ai flauti etnici di Pejman Tadayon, in una serie di brani che attingono anche alla tradizione greca ed ebraica.
Non un contrappunto ma una drammaturgia musicale che dialoga con il testo e che favorisce il passaggio tra i diversi piani del racconto.
Dal 10/12/2015 al 22/12/2015
INFO:
Biglietto ridotto con Bibliocard, Metrebus Card, Carta PerDue, Carta Premium IBS, Roma&Roma, over 65 e studenti
Per informazioni 06 44703290
segreteria@accademiaitalianadelflauto.it
www.accademiaitalianadelflauto.it
Centrale Preneste Teatro
Via Alberto da Giussano, 58 - Roma
Pigneto