Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli formano il cast, Mimmo Calopresti firma la regia e i Subsonica mettono a disposizione la loro musica. È Greenpeace, invece, a ispirare e produrre il cortometraggio “Uno al giorno”, che denuncia i danni causati al Paese dal carbone impiegato da Enel nella produzione di energia elettrica. Il carbone infatti è la strada più rapida e dolorosa per alterare definitivamente il clima e per avvelenare ulteriormente l’aria che respiriamo.
Il corto verrà proiettato a Roma in tre diversi appuntamenti organizzati dai Gruppi Locali, durante i quali i volontari accoglieranno il pubblico con una breve presentazione della campagna e bioaperitivi:
- venerdì 23 novembre ore 21.00, zona Piramide, presso il Rising Love, via delle Conce 14, seguirà bioaperitivo a sostegno delle attività dei volontari del Gruppo Locale Roma Sud (contributo 4 euro);
- sabato 24 novembre ore 22.00, zona Alessandrino, presso il Fusolab 2.0, viale della Bella Villa 94 (ingresso a sottoscrizione libera) a cura del Gruppo Locale Roma Est;
- sabato 7 dicembre ore 19.00 zona Monte Mario, presso Ex-Lavanderia, p.zza Santa Maria della Pietà 5, seguirà bioaperitivo a sostegno delle attività del volontari del Gruppo Locale Roma Nord (contributo 4 euro).
Greenpeace è impegnata da anni nella denuncia dei danni causati dal carbone impiegato nella produzione di energia elettrica. Enel, un’azienda controllata a maggioranza relativa dal governo italiano, è il primo emettitore in Italia di CO2, il quarto in Europa. Tre quarti della produzione termoelettrica da carbone, nel nostro Paese, sono appannaggio di Enel che, inoltre, ha in programma la realizzazione di due nuove centrali a carbone a Porto Tolle e Rossano Calabro.
Greenpeace chiede a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l’azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fonti rinnovabili e pulite.
Lo scorso luglio l’azienda ha tentato di censurare la campagna di Greenpeace, trascinando in tribunale l’associazione con una richiesta di oscuramento totale delle sue attività di informazione e protesta e con una richiesta di risarcimento esorbitante. Il Tribunale di Roma ha rigettato il ricorso di Enel, riconoscendo che la comunicazione di Greenpeace è commisurata all’evidenza dei dati scientifici prodotti, che dimostrano gli impatti del carbone sul clima e sulla salute umana. Il giudice ha condannato Enel alla rifusione delle spese processuali.
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