La storia d'amore tra musica e anarchia dura da centotrent'anni. Dal principio, da quando i primi movimenti anarchici comparvero in Europa, la musica è stata il principale veicolo di diffusione di quel pensiero assieme alla poesia. Melodia e poesia sono i due elementi fondanti delle canzoni di protesta anarchiche che, partendo da Pietro Gori fino al punk rock e all'elettronica, dalla fine dell'Ottocento veicolano i contenuti dell'idea antiautoritaria.

"Anarchia non vuol dire bombe", dice un verso della celebre "Ballata del Pinelli" (1970): è la musica che doveva e deve ancora oggi farsi carico del compito più difficile: quello di ricordare al mondo che la violenza non appartiene al patrimonio dei contenuti anarchici, che invece abbraccia i principi dell'uguaglianza, della libertà, della fratellanza e del reciproco sostegno.

Susanna Buffa, voce, chitarra, melodica e autoharp
Igor Legari, contrabbasso e voce
Centro di Cultura Popolare del Tufello
Via Capraia, 81 Roma

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