In corso a Roma, nella "Galleria d'Arte", in via di Santa Maria Maggiore 149, la mostra "Era di marzo 2021", organizzata dall'associazione culturale Il Salotto di Diotima. Curatrice e ideatrice della mostra Gea Albanese, architetto e artista.
Finissage: domenica 27 giugno alle ore 18.00.
"Mai avrei immaginato che la solitudine non fosse una scelta". Sono parole di Gea Albanese, architetto e artista, curatrice della mostra "Era di marzo 2021" che si svolge in questi giorni a Roma, alla "Galleria d'Arte", in via di Santa Maria Maggiore, 149.
Il gallerista e critico d'arte Giorgio Palumbi, direttore della galleria, ha accolto l'idea e la realizzazione della mostra colpito dalla compagine del gruppo, in cui non si lascia spazio alla rivalità tra le diverse forme espressive, perché ciascuna che si tratti di olio su tela o digital art, trova il suo posto, nella nicchia o sulla parete più grande, così come ciascun artista del Salotto è consapevole della portata della sua opera, al di là della tecnica e delle dimensioni materiali, nell'afflato che le comprende tutte.
Era di marzo 2021 è anche la celebrazione di un anniversario, perché ricorda, a un anno di distanza, la mostra "Era di marzo 2020", ideata dalla stessa Gea Albanese e realizzata in forma virtuale, sul blog dell'associazione "Il Salotto di Diotima", nel momento in cui le gallerie d'arte, come tutti i luoghi pubblici, erano inaccessibili, a causa della pandemia. Lontani fisicamente ma vicini grazie ai mezzi tecnologici, gli artisti dell'associazione hanno voluto esprimere il loro vissuto e tutte le opere, di entrambe le esposizioni, riescono a rendere conto dei cambiamenti sociali e anche interiori causati dall'isolamento, esprimono la rabbia per gli affetti negati, a speranza di una rinascita, il silenzio dei monumenti, la fiducia in quello che verrà, la gioia dei primi incontri all'aperto, nei giardini del quartiere, in mancanza d'altro.
Entrambe le mostre sono nate per fissare nella memoria, attraverso lo sguardo dell'artista, questo tempo che stiamo vivendo.
"Le opere artistiche sono spesso espressioni dell'anima" scrive Gea Albanese, curatrice della mostra, "Ecco perché siamo nuovamente insieme, con Il Salotto di Diotima, a raccontare con le nostre opere i cambiamenti, le difficoltà e soprattutto il grande dono della speranza che non ci abbandona mai".
Ogni artista ci restituisce un aspetto di questo tempo e lo ha illustrato anche a parole, perché ogni opera è accompagnata da una didascalia: la lontananza dai propri cari (A. Mutti), il sogno della rinascita (G. Cannata), la realtà filtrata dai condizionamenti imposti da questo tempo (V. Pallotta), i momenti "concavi" (P. Langher).
Dopo un anno, abbiamo imparato una nuova modalità di relazionarci con le persone e di partecipare agli eventi, l'isolamento si è fatto sentire per certi versi ancora con più forza dell'anno precedente. Ma quest'anno la mostra è dal vivo.