Giacomo Guidi e´ lieto di presentare la prima mostra personale a Roma dell’artista olandese Jan van der Ploeg. La mostra avrà luogo nella prima sala, che ospitera` un wall painting e una selezione di recenti opere su tela di van der Ploeg. L’esperienza sarà completata dall’artista solamente nei giorni conclusivi della mostra, quando una serie di wall paintings trasformeranno per 6 mesi i corridoi dello spazio di Largo Cristina di Svezia.
Jan van der Ploeg ha iniziato a utilizzare il motivo dei Grip per le sue opere a partire dal 1997. Il Grip è una sorta di ready-made derivata dalla forma della sagoma dei buchi per le mani nelle scatole di cartone. Per l’artista e` essenziale che il Grip sia una geometria quotidiana e facilmente riconoscibile, che possa essere trasposta in un contesto pittorico senza dover apportare alcun cambiamento. Grip e` solamente il punto di partenza, il modulo. Van der Ploeg lo utilizza dai murali realizzati secondo le condizioni architettoniche che incontra, fino a panel paintings, opere piccole e intime.
I primi Grips di van der Ploeg appaiono nel 1997 sui muri dei palazzi e dei cortili di Amsterdam, concepiti come figure, facce o segni di punteggiatura schematizzati, aventi le stesse caratteristiche dei ‘tags’. Il suo lavoro e` legato al Neoplasticismo di Piet Mondrian e al movimento De Stijl di Theo van Doesburg. Nel contesto della galleria, spazio di osservazione intenzionale, i dipinti di van der Ploeg rivelano un effetto dissimile. Con la medesima destinazione d forma e il medesimo vocabolario ripetitivo, il lavoro smaschera le limitazioni dello spazio visivo. Qui i wall paintings evocano esclusivamente la loro concretezza. La loro realta´ si concentra nella linea, nel colore e nella superficie.
Laddove, in luoghi pubblici, l’astrazione assume particolarita´ sociali e politiche, nella galleria i wall paintings negoziano formalmente la prostetica dello spazio stesso.
L’intervento di Jan van der Ploeg per la Charlottenburg Exhibition Hall di Copenhagen, con i suoi mattoni oversize sulle pareti classiche della struttura, ha conquistato un effetto figurativo, apportando un commento diretto allo spazio. Nel lungo e stretto corridoio del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, applicando cinque strisce colorate una sopra l’altra, e` riuscito a evocare un senso dello spazio completamente nuovo per i visitatori del museo. Nel suo wall painting per l’Hammer Museum di Los Angeles, van der Ploeg ha dato vita a un’interazione accentuata di diversi motivi Grip colorati, che in quell’occasione sono sfuggiti alla pronunciata orizzontalita´ e verticalita´ sancita dalla tradizione di Mondrian, assumendo invece l’aspetto di volumi pittorici fluttuanti, cadenti, ribaltati e immersi. Le forme si muovono in cerca di un equilibrio all’interno dello spazio pittorico. Uno spazio pittorico che e` invece situato in quello architettonico.
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Galleria Giacomo Guidi
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