È dedicata a Emily Dickinson l'ultima serie di opere di Simona Gasperini: il bianco è il colore guida per gli ultimi suoi collages, delicatissimi, che raccontano di purezza e leggerezza.
Bianco, perché questo è il colore che la poetessa statunitense - 1830-1886 nata, cresciuta e morta ad Amherst, nel Massachusetts – ha scelto per gli ultimi vent'anni della sua vita, quando ha deciso di non uscire più dalla sua stanza.
Un bianco che non è vuoto, ma luce, pienezza.
Un isolamento che è comunione profonda e non negazione del mondo, che è accettazione della morte contro l'horror vacui della vita.
Una risposta, quella di Emily Dickinson, alla società puritana del suo tempo, che immaginava una religione fatta di buio e penitenza, mentre lei vedeva la bellezza di Dio attraverso ogni manifestazione della Natura.
Molta della sua poesia mostra un chiaro legame con la composizione metrica degli inni sacri, che Simona Gasperini ha tradotto visivamente in un ritmo geometrico molto ben costruito, ma impalpabile, che si scopre solo ponendo alle immagini quella stessa silenziosa attenzione che si deve porre per leggere la poesia della Dickinson.
La mostra ha per sottotitolo "Viva due volte": è una simmetria di vicende personali delle due artiste che viene raccontata attraverso una sovrapposizione di trame e di carte sulla tela e che, come nei cassetti segreti della Dickinson, si svelano poco alla volta legando storie lontane fra loro quasi due secoli.
Il tema del bianco è una conquista che Simona Gasperini sta esplorando da qualche tempo nei suoi collages con inserti pittorici e di scrittura, minimi rilievi che si sono fatti sempre più sottili, dalla consistenza fisica comunque ben definita. Piccoli e grandi mondi onirici, dalle chiare suggestioni surrealiste, che affondano fin nell'inconscio e ne riportano alla luce le associazioni di idee più poetiche. In un mondo in cui tutto è urlato, i collages di questa artista sembrano sussurrati, si diffondono musicali nell'etere, riuscendo a raggiungere quelle frequenze lasciate libere nelle quali ancora è possibile una comunicazione diversa.
Veder lavorare Simona Gasperini è un incanto: carta, garza, fili, hanno una straordinaria tattilità, ma la stessa leggerezza che lei porta nella vita attraversandola con sorridente determinazione.
Per questo la mostra si concluderà con un workshop aperto a chi, come lei, si voglia cimentare in questa bellissima arte dalle radici antiche, declinata in straordinaria modernità. Seguirà alla mostra "La stanza di Emily" un workshop di collage di dieci settimane (circa 30 ore) sotto la guida dell'artista
ARTSHARING
Come dichiarato nel "manifesto", ArtSharing nasce nel 2018 da un progetto di partecipazione e di collaborazione: galleria d'arte e associazione culturale, offre uno spazio di incontro tra artisti e tra artisti e pubblico, proponendosi di interagire aprendosi alle proposte del territorio e dando spazio anche a progetti inusuali o di artisti emergenti.
A questo scopo organizza conferenze e incontri tra artisti e pubblico durante l'intero arco dell'anno.
ArtSharing nasce anche con l'idea di offrire un punto di appoggio ad artisti non romani o non italiani che siano presenti in città per la partecipazione ad un progetto e che non abbiano uno spazio dove realizzare il proprio lavoro. L'obiettivo è la creazione di una rete solidale con gallerie e laboratori sparsi in altri luoghi del mondo. Inoltre, in linea con la filosofia della sua fondatrice – la storica dell'arte Penelope Filacchione - ArtSharing ha tra gli obiettivi statutari la promozione del turismo culturale.
Come galleria-associazione ArtSharing offre le proprie competenze ai giovanissimi, proponendo percorsi di alternanza scuola lavoro per gli studenti di liceo, in particolare per i futuri giovani artisti o imprenditori nel mondo dell'arte, affinché possano sperimentare il dietro le quinte di una galleria.
La fondatrice e attuale legale rappresentante di ArtSharing è Penelope Filacchione.
Bio Simona Gasperini
Roma, classe '66.
Artista poliedrica e impegnata, si diploma presso il Liceo Artistico "Giorgio de Chirico" di Roma, espone e lavora in tutta Italia a partire dal 2009, affiancando al lavoro artistico quello di illustratrice e di operatrice artistica per organizzazioni come la Cooperativa Capodarco, il CEIS e così via.
Vive l'arte non solo come protagonista, ma come esistenza stessa del messaggio sociale e rigenerativo umano.
L'essenza più profonda di Simona Gasperini sicuramente si identifica con la natura, la naturalità, la naturalezza dell'essere in piena sintonia con l'armonia del femmineo.
Uno sguardo da viaggiatrice che parte ma va anche a ritroso, ama la memoria fa affidamento alla sua.
Una scena che indaga (nella regressione) gli anni dell 'infanzia e attua meccanismi evocativi di flussi che avvolgono, proteggono, rafforzano, amano.
L'artista è geografo paziente. La mappa del nuovo territorio riconoscibile come sognante, onirico, si basa su immagini a volte appannate altre nitide nei particolari, tra le quali non ci si smarrisce.
Immagini-chiave, nel territorio dell'individuo.
INFORMAZIONI UTILI
TITOLO: Bianco. Emily Dickinson – Viva due volte
ARTISTA: Simona Gasperini
A CURA DI: Penelope Filacchione
DOVE: ArtSharing, Via Giulio Tarra 64, Roma
Opening 9 Ottobre 2021 ore 17.00-20.00
QUANDO: dal 9 al 17 ottobre 2021
Orari 16.30-20.00 (chiuso lunedì)
WORKSHOP: 17 ottobre 2021 ore 10.00-13.00 su prenotazione obbligatoria.
Accesso contingentato su prenotazione obbligatoria artsharing.roma@gmail.com oppure via WhatsApp al numero 338-94091 – Green pass necessario.