Venerdì 25 ottobre, ore 18:00, Libreria Odradeck, via dei Banchi Vecchi 58
PRESENTAZIONE/CONCERTO PER IL LIBRO "GRAZIE, PROFESSORE"
L'autore ne parla con Marta De Santis Bissattini; inserzioni musicali di Giorgio Mormino (chitarra e voce)

Napoli, quasi giugno.

Un professore annoiato della vita e del sistema, viene nominato commissario d'esame in una casa circondariale: il carcere.
Nel breve corso di poche ore, pochi incontri, tre persone – tre carcerati di origini e vite diverse – riescono a risvegliare in lui emozioni e sentimenti dimenticati.
Due concetti di fondo sostengono il racconto, che è anche un esame disincantato di luoghi e abitudini: l'inconscio sociale (Sandro Gindro, psicoanalista) e la casualità degli eventi (Antonio Pizzuto, romanziere); dei due studiosi, cui va il tributo, non molti sanno.

"È un testo-confessione dove c'è pochissimo spazio per la farsa e molta sincerità.
Il microcosmo scuola si articola in piccoli poteri e miserabili rivincite, il Ministero è un'entità marziana, non rimane che scegliere come giocare la partita a scacchi, ovvero scegliere la strategia per non morire e per non venire fagocitati. Il professore si pone come calamita emozionale, performante, giudicante, nonché deus ex machina dell'intero universo: lui sa, decide, gestisce, conosce e giudica le sorti di tutti, nessuna sorpresa per lui. Questo tipo di narrazione non è una storia condividibile e diventa una confessione dove si autoassolve il confessato. L'inconscio sociale diventa un pantano dove prima si capisce dove porta il vortice della melma e prima si sopravvive. Funziona così sempre, la dura legge della sopravvivenza. È vero, ma non è sempre così. Non è così arido tutto il panorama, altrimenti non ci sarebbero défaillance sentimentali, sarebbe tutto controllato, tutto dai contorni definiti, il tempo della vita coinciderebbe con il tempo speso in congetture. Per fortuna anche il professore è contradditorio e apre una falla nel rigore della sua logica, mettendosi di traverso non appena tutti giocano al suo gioco: non sarà l'ennesima prova di forza per mettersi sempre un gradino sopra?
Carcere-commissione-scuola. Siamo costretti più fuori che dentro: frase sibillina. La vita è lasciata troppo ai margini, sembra un fondale di cartone.
Le vicende, gli accadimenti casuali: il prof, direttore d'orchestra che conosce tutti gli strumenti della partitura e sa come farli suonare ed intervenire, si illude di poter gestire, al pari del compilatore delle tracce, del direttore del carcere, della commissione sovrana. Le spiegazioni di cui è disseminato il testo giovano a chi legge: una volta coinvolti nella storia, servono a darsi pace, dopo tutta la verità svelata che c'è in queste righe.
Anche se fosse stato pieno inverno, l'atmosfera è soffocante, sentiamo il sole che ci opprime, troppa luce, troppa verità, troppa conoscenza.
I finali di alcuni capitoli sono autenticamente pizzutiani. L'odore dei dolci è proustiano e le descrizioni atmosferiche ricordano Pessoa. Tutti romanzieri con la P iniziale, la P di Professore?  Insomma, non di solo Pizzuto e Gindro vive il libro!
Questo libro vuole nel senso che è volitivo. Vuole dire una verità in mezzo alle illusioni, come Goffman, vuole dire che è bello scegliere una maschera e un palcoscenico, e che noi per fortuna siamo sempre liberi di farlo."
( presentazione di Anna Maria Milone)

Informazioni, orari e prezzi

Ore 18:00

Ingresso libero

Dove e quando