Giovedì 11 aprile alle ore 18 si terrà la presentazione del saggio a cura di Marta Rizzo, Non c'è che dire. Libertà di espressione nella cultura italiana, presso la libreria Notebook, Auditorium Parco della Musica. A questo evento interverranno il giornalista e scrittore Diego Cugia e lo storico dell'arte Claudio Strinati, insieme alla curatrice, accompagnati dalle letture dell'attrice Livia Bonifazi. Modera il giornalista Andrea Velardi.

In ottica trasversale, dal diritto alla letteratura, si indagano le forme di censura e autocensura nella società di oggi, riflettendo sulla loro pervasività grazie agli interventi, tra gli altri, di Mauro Palma, Walter Siti, Emanuele Trevi e Serafino Murri. Un contributo particolare è dedicato alle conseguenze del politically correct, con un lavoro di Edoardo Albinati.

Fino a qual punto si può parlare di libertà di espressione? E in cosa consiste esattamente? Si pongono questa domanda ventisette tra le menti più brillanti della cultura italiana, attraversando giurisprudenza, estetica, etica, cinema, teatro, radio, letteratura, critica letteraria e cinematografica, la condizione delle nostre carceri. Spesso le limitazioni alla libertà di espressione dipendono da fattori che non sono direttamente legati alla censura comunemente intesa. Quale peso hanno l'autocensura e il politically correct? E il web e i social media? E la cancel culture? Esiste ancora una forma di censura nel cinema, nonostante l'abolizione legge che la riguardava? E fino a qual punto si spinge il controllo editoriale per ciò che riguarda i libri o la radio? Il mercato è un fattore condizionante, forse determinante? I pantani della burocrazia possono inghiottire la libertà di pensiero? La superficialità, il trionfo dell'effimero, l'ostentare una condizione di benessere e felicità ad ogni costo, possono diventare una prigione? E qual è la reale condizione delle prigioni, quelle vere, e delle guardie carcerarie che vi lavorano?


Provano a rispondere a queste domande – e a molte altre ancora: Edoardo Albinati, Pupi Avati, Marco Bertozzi, Massimo Carlotto, Liliana Cavani, Dario Cecchi, Daniele Ciprì, Leonardo Clausi, Diego Cugia, Giancarlo De Cataldo, Antonietta De Lillo, Fabio Ferzetti, Fabrizio Funtò, Patrizio Gonnella, Dacia Maraini, Flavia Mastrella, Giuliano Montaldo, Serafino Murri, Mauro Palma, Lidia Ravera, Antonio Rezza, Gianfranco Rinaldi, Alberto Rollo, Marco Ruotolo, Walter Siti, Emanuele Trevi, Daniele Vicari.
L'introduzione di Massimo Carlotto ci pone di fronte a un enigma: è davvero libera la cultura italiana? Tutti noi dovremmo chiedercelo…

Marta Rizzo è nata a Roma. Laureata in Lettere, ha collaborato con Marco Ferreri e Laura Betti per il Fondo Pier Paolo Pasolini. Ha lavorato nella Fondazione Cinema nel Presente e nella Luna Rossa Cinematografica, con Mauro Berardi e realizzato documentari, in qualità di ricercatrice di repertorio e responsabile di produzione, per Mario Monicelli, Ettore Scola, Giuliano Montaldo, Citto Maselli, Irene Papas, tra gli altri. Conseguito un master post-laurea in editoria, è coautrice di un libro su Marco Ferreri e di uno su Ellen West. Da anni, collabora con Repubblica.it e Articolo21.

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