Ci sono casi di “Nera” che, per modalità di esecuzione ed efferatezza, restano impressi nell’immaginario collettivo anche a distanza di anni dal loro accadimento. Succede a Roma, all’ombra del Cupolone e di quel Tevere oggi come allora testimone involontario e silenzioso di fatti e misfatti che furono. Fatti che la perizia dell’esperto e l’abilità del cronista ci restituiscono in tutta la loro crudele essenza. “Sangue sul Tevere”, è il titolo dell’ultimo libro firmato da Vincenzo Maria Mastronardi, psichiatra e criminologo, e da Armando Palmegiani, criminalista, e Fabio Sanvitale, giornalista investigativo, autori questi ultimi di “Un mostro chiamato Girolimoni” (2011), Morte a Via Veneto (2012) e Omicidio a Piazza Bologna (2013). Il volume verrà presentato venerdì 27 febbraio a partire dalle ore 18.00 presso la sede romana dell’Università eCampus in Via Matera 18 (Metro Re di Roma, Complesso S. Dorotea, IV piano).
Delitti che tengono in scacco un’intera città per giorni e giorni fino alla fortunata e spesso fortunosa risoluzione, ma anche killer misteriosi che si volatilizzano nel buio della notte accarezzata dal Ponentino; illustri assassini che, sebbene siano stati individuati e assicurati alla giustizia, hanno comunque lasciato un’impronta indelebile nella memoria della Capitale. Impossibile infatti dimenticare quella fredda mattina di febbraio del 1988 quando in zona Portuense, non molto lontano dall’Ospedale Forlanini, un piccolo fazzoletto di terreno - quasi una discarica improvvisata in verità - restituiva il corpo martoriato e parzialmente carbonizzato dell’ex pugile Giancarlo Ricci, scomparso qualche ora prima. È l’inizio di un incubo, un delirante incubo rispondente al nome di Pietro De Negri, di professione tosacani, salito agli onori, o meglio agli orrori della cronaca, come “Er Canaro della Magliana”, fierissimo responsabile di uno tra gli omicidi più efferati che l’albo criminale capitolino ricordi. Eppure qualcosa non torna nelle parole del reo confesso, nelle pagine del suo raccapricciante memoriale, un documento con cui peraltro la stampa dell’epoca banchettò a piene mani riportandone ampi stralci. Tocca alla sapiente penna dei due investigatori-scrittori l’arduo compito di riportare alla luce l’effettiva realtà dei fatti, anche ove questa si discosti dalle truculente suggestioni servite allora sulle prime pagine dei giornali.
Scavando nel passato, Mastronardi, Palmegiani e Sanvitale rintracciano quindi altri episodi che fecero rabbrividire la Città Eterna. In pochi forse ricorderanno Cesare Serviatti. Eppure negli Anni Trenta seminò il terrore ingannando, raggirando e ammazzando numerose donne sole attratte dalla fumosa promessa di un matrimonio felice. La sua carriera di “macellaio” inizia a vacillare quando alla stazione Centrale di Napoli, da una valigia dimenticata sul treno direttissimo n.7 proveniente da Torino, emergono i resti di Paola Gorietti, e s’infrange definitivamente il 13 ottobre 1933 davanti al plotone d’esecuzione del poligono di Sarzana. Miglior sorte, trent’anni di carcere poi alleggeriti dal regime di semilibertà, avrà il protettore Vincenzo Teti che nell’estate del 1969, mentre il paese intero sogna guardando Tito Stagno e la sua telecronaca dell’Allunaggio, uccide Teresa Poidomani, prostituta, e il marito Graziano Lovaglio, abbandonandone i cadaveri proprio tra le braccia del biondo fiume, ancora una volta tinto di sangue.
Durante l’evento dialogherà con gli autori Andrea Purgatori, attuale presidente di Greenpeace Italia, giornalista, sceneggiatore, già firma di punta del Corriere della Sera. Tra i suoi reportage più famosi e scottanti, ricordiamo quelli sulla guerra in Libano nel 1982 e le inchieste sul rapimento Moro e la strage di Ustica.

Il volume sarà presentato a Roma, presso la sede dell’Università eCampus in via Matera 18, venerdì 27 febbraio 2015, a partire dalle ore 18:00. Dopo i saluti di apertura di Rita Neri, Responsabile della Sede di Roma dell’Università eCampus, Andrea Purgatori, giornalista e presidente di Greenpeace Italia, dialogherà con gli autori, Vincenzo Maria Mastronardi, psichiatra e criminologo, Armando Palmegiani, criminalista e Fabio Sanvitale, giornalista investigativo.

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