Il titolo di questa mostra e di questo Progetto a cura di Carla Guidi è "DAL CORPO/GIOCO AL CORPO IN GIOCO" Arte, immaginario e linguaggi nella costruzione del Sé, presso la storica Associazione culturale "Lavatoio Contumaciale" di Roma – (Anno 50° diretto da Tomaso Binga)
DURATA DELLA MOSTRA: dal 30 novembre al 6 dicembre 2024.
SEDE – Storica Associazione culturale "Lavatoio Contumaciale" di Roma, Piazza Perin del Vaga 4 (la piazza a latere della confinante P.za Melozzo da Forlì, nel locale di un ex "lavatoio contumaciale" all'interno del giardino)
INGRESSO LIBERO
GLI ARTISTI SONO: Antonio Croce, Angelo Falciano, Marina Muzzini e Vinicio Prizia.
INAUGURAZIONE 30 novembre 2024 ore 17,30 e brindisi finale
EVENTO – Il giorno 4 dicembre 2024 dalle ore 17,30 - Presentazione del libro di Carla Guidi "Animal/core" (Robin Edizioni) a cura dell'attrice Simona Verrusio, sarà presente l'autrice.
Servizio stampa e video di MONOLITE notizie.
FINISSAGE – Il giorno 6 dicembre 2024 dalle ore 17,30 – Presentazione del libro di Pietro Zocconali, Presidente ANS (Associazione Nazionale Sociologi) - "Tra Futuro e Futuro", (Kairòs Edizioni) con prefazione di Franco Ferrarotti, presentazione di Massimo De Simoni, presidente Associazione Etica. Sarà presente l'autore.
CONTATTI – vinicioprizia@gmail.com –
PATROCINI: Comune di Formello, Assessorato alla Cultura e Centro per l'incisione e la grafica d'arte del Comune di Formello, Fondazione Filiberto e Bianca Menna, Lavatoio Contumaciale e FigurAzioni.
Il progetto ideato e realizzato dalla curatrice Carla Guidi è stato presentato per la prima volta nel 2023 presso la storica Associazione culturale "Lavatoio Contumaciale", fondata da Filiberto e Bianca Menna (piazza Perin del Vaga 4 Roma) con altri artisti.
Quest'anno viene riproposto nel solito luogo per una seconda edizione. Della precedente edizione rimane il logo emblematico disegnato appositamente dal noto street-artist Maupal a significare che la questione del corpo si pone con drammatica evidenza in un'epoca di metamorfosi digitale, dove la cosiddetta età del cyborg tende a liquefare ogni "realtà", nella tacitazione dei suoi simbolismi.
Questa ricerca visuo-spaziale è anche finalizzata ad aprire un dibattito sul contemporaneo e ambiguo culto dell'infanzia, per una "possibile ri-conoscenza del corpo" sotto forma di giocattolo: giocattolo ricordato o desiderato, amato oppure odiato, perduto, temuto o terrificante, infine sognato in quanto oggetto di identificazione e personificato sotto forma di storia. Nella rappresentazione del corpo in una dimensione diversa dall'entusiasmo consumistico, ritroviamo quella introspettiva, auspicando che le ricorrenze dei miti di fine anno ci rimettano in contatto con il contesto ed il significato della morte e ri-nascita, oggi che siamo segnati da distruzioni massicce dell'ambiente, da guerre infinite, in un insidioso ed onnipotente "virtuale".
Gli artisti che stanno affrontando oggi questa avventura introspettiva sono Antonio Croce, Angelo Falciano, Marina Muzzini e Vinicio Prizia, artisti che praticano il segno pittorico ed anche quello grafico, fedeli continuatori di una antichissima, nobile arte portata avanti dall'autorevole Centro per l'Incisione e la Grafica d'Arte del Comune di Formello, diretto da Vinicio Prizia. C'è anche da dire che tutti provengono dalla dura scuola "del nudo", non solo accademia ma esperienza del corpo nell'essenza proiettiva dell'essere, infine tutti hanno frequentato nella loro formazione, grandi protagonisti e maestri, imparando a confrontarsi con profonde trasformazioni culturali, ma rimanendo sempre in contatto con le comuni radici della nostra storia.
Antonio Croce predilige la pittura veloce, come l'acquerello, ma un grande spazio nella sua vita artistica l'ha dedicato alla tecnica dell'incisione. Negli anni dell'Accademia di Belle Arti di Roma infatti, il nostro aveva seguito il corso di incisione tenuto da Arnoldo Ciarrocchi, questo aveva attivato la sua passione per queste tecniche. La tematica di questa mostra invece ha portato in superficie ricordi non piacevoli della sua infanzia, segnata dalla povertà e dall'esclusione, poiché la crudeltà e gli atti di potere si manifestano sempre a svantaggio dei più fragili. Questi ricordi sono riemersi già negli anni dell'Accademia ed in seguito furono rappresentati da alcuni dipinti ad olio che ha deciso di esporre in questa occasione, come L'escluso del 1974, o Giostrina di periferia, dipinto nel 1984, su bozzetto preparato a Brescia dove viveva per un periodo, per esigenze lavorative di insegnamento, o in Campetto dell'Oratorio del 1994, sempre ambientato in una zona industriale, dove le pennellate ed i colori ricordano un po' gli artisti della cosiddetta "Scuola romana", in particolare la Scuola di via Cavour, distintasi per una più spiccata attitudine espressionista. Emblematiche le sue riflessioni.-
In il Trenino dei ricordi incisione acquaforte e puntasecca su zinco del 2024, l'artista rappresenta infine "il giocattolo" uno dei pochissimi della sua infanzia, sfinito dall'uso e smarrito, dopo aver rappresentato e drammatizzato i suoi sogni di libertà e di nuovi spazi.
Angelo Falciano può essere definito un figlio d'arte, poiché suo padre, pur non essendo artista ma letterato, lo aveva portato giovanissimo con sé nelle sue frequentazioni di grandi artisti nei loro studi. Dotato di una grande passione e predisposizione, a soli dodici anni il nostro diventerà allievo del pittore e incisore Bruno Canova ed a soli quindici anni pubblicherà una cartella di acqueforti, presentata da Renzo Vespignani.
Incisore, pittore e scultore quindi, ha raffigurato per un certo periodo corpi possenti ma spesso raggomitolati e come prostrati sotto un peso invisibile, in qualche modo l'origine della sua indagine sulla materia, per poi approdare ad un Espressionismo astratto ma quello rappresentato in anteprima da Roberto Matta, in definitiva corpi dalle sembianze postumane come quelli di Francis Bacon, Henry Moore, Alberto Giacometti. Per un lungo periodo quindi le sue opere hanno preferito esprimersi come strutture simili ad insetti dai lunghi aculei e zampette minacciose ma fragili, creando torsioni, spazi segreti, ragnatele e nidi intrecciati di rami o cascami di materiali. Per esempio in Forme del 2023 e in Frammenti riconoscibili del 2022. Il segno è rimasto sempre potente e magistrale anche se a volte queste strutture potrebbero avvicinarsi a rappresentare piuttosto strutture ossee corrose dal tempo, corazze dismesse dopo una battaglia, come Sedimenti del 2024. Rimane però sempre lo stilema delle cornici che provvedono a definire spazi discreti, coniugandoli ad altri mondi che si affacciano o spariscono in un tripudio di allusioni coloratissime. Molto e molti storici dell'arte hanno scritto su di lui, si può trovare questo approfondimento sul web,
La terza artista Marina Muzzini, dopo il liceo artistico si è specializzata in Scenografia Teatrale presso l'Accademia di Belle Arti di Roma con il Maestro Toti Scialoja, ha fatto esperienza presso il Teatro Nazionale di Praga con l'artista Arch. Vladimìr Nyvlt e contemporaneamente ha studiato ed approfondito le tecniche di incisione e stampa calcografica sotto la guida dell'artista nazionale ceca Bohunka Waageovà. Già tutto questo la rappresenta come artista curiosa e dinamica, non mancandole infine anche uno stage di regia presso l'Istituto Cinematografico di Pechino. Altro si può leggere sulla sua biografia, ma colpisce questo suo prodursi sia in opere pittoriche coloratissime, sia in opere incisorie in bianco e nero, con la stessa intensità espressiva. Che le immagini non siano innocue rappresentazioni della realtà lo ha dimostrato egregiamente già in una acquaforte del 1990; Contorsione barocca. L'animale antropomorfico sembra dibattersi in una lotta con se stesso per trovare una forma espressiva tra parole, difficili da pronunciare, ed il linguaggio dei segni tra due mani, una delle quali proviene da fuori con un movimento a spirale, mentre si scatena l'emozione di un contatto. Interessante notare come le altre due opere in olio e acrilico presentate in questa rassegna, rispettivamente del 2022 e del 2024, portino questo stesso titolo, diversificato solo dalla numerazione, Mondo dentro, mondo fuori - n.1 e n.3.
Ognuno di noi infatti è in equilibrio dinamico tra Mondo dentro e mondo fuori, la storia, l'inconscio gli affetti, ben rappresentato da Marina (nel primo) come un salto in attesa di toccare terra, una bambina che esprime gioia del proprio controllo dinamico, invece (nel terzo) il bambino con le ali da cicogna, come un residuo vestigiale della nascita, non vola ma è come adagiato nel cielo e focalizzato a riprendere qualcosa, o le stesse nubi, con lo smartphone. In End of Quarantine (incisione a bulino del 2021) viceversa esprime una critica ed al tempo stesso la percezione di una sofferta ed esplosiva emotività dopo la tragedia della pandemia.
Anche Vinicio Prizia è pittore ed incisore, anche lui si avvicina giovanissimo alle arti figurative per talento naturale. Il liceo artistico e l'Accademia di Belle Arti di Roma perfezionano il suo stile, contemporaneamente entra nello studio di Jean Pierre Velly, da cui apprende i segreti degli antichi maestri; dal 2002 è Direttore Artistico e curatore del Centro per l'Incisione e la Grafica d'Arte del Comune di Formello.
Oltre a dedicarsi alla sua opera didattica ed organizzativa, in quanto direttore del Centro, come artista si esprime prevalentemente con la pittura acrilica e rimane fedele ad una sua ricerca iniziata a partire dal 1984; un viaggio che si potrebbe definire come variazioni oniriche sul tema del corpo. A mio parere però, l'inquietante leggerezza con la quale Vinicio trascende l'anatomia tradizionale, rivela un'ironica ma segnatamente simbolica lettura di questa come protagonista "ipermoderna" della nostra vita culturale e sociale, in un presente caratterizzato da una proliferazione dell'immaginario in mondo globalizzato e iperconnesso. Una lunga tradizione storica riguarda la sua scelta stilistica, partendo dal bestiario medioevale, passando per le antiche immagini popolari riprodotte anche in tempi moderni dagli insolenti graffitari, fino ad arrivare alle vignette satiriche di genere politico, poiché la satira è la più idonea ad esprimere. attraverso l'immagine, qualcosa che altrimenti detto, non sarebbe accettato. Satira e dramma, l'una e l'altra faccia di una simbologia, quasi un racconto di fantascienza con sorprendenti mescolanze umani ed animali, ma anche ironiche tavole illustrate di una raccolta di "fantastici studi naturalistici". Prendiamo gli acrilici su tela, per esempio Homo penta digitus del 2020; un potenziamento muscolare del corpo sembra aver prodotto una base instabile ed in movimento di dita impenitenti, oppure in Sovrapposizione del 2023, è preso di mira lo sguardo, in uno schiacciamento strabico del viso, nel proliferare di un'ipertrofia dell'occhio (cui abbiamo accennato) che assume valore di denuncia, testimoniata dal grido muto. Infine nelle altre due immagini scelte compaiono riferimenti classici. Per esempio Equus 4 capiti rubrum del 2022 quel rosso pompeiano. Spirale del 2024 è una commuovente nuova interpretazione di quel Giano bifronte, il dio degli inizi degli antichi romani, mentre il titolo dell'opera allude alla spirale della vita, il DNA.
Dove e quando
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