La Galleria Borghese, a Roma, dal 14 marzo al 28 maggio, presenta la mostra di Giuseppe Penone "Gesti Universali", a cura di Francesco Stocchi
Inaugura a Roma, alla Galleria Borghese, il prossimo 14 marzo, la mostra di Giuseppe Penone "Gesti Universali", a cura di Francesco Stocchi, in un percorso che non propone alcun confronto bensì presenta opere scelte come riflesso rispetto all'ambiente, offrendo un completamento di elementi.
Trentasei opere, realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila, saranno esposte all'interno dello spazio attraversando il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise, fino a espandersi nel Giardino dell'Uccelliera ed – eccezionalmente – nel Giardino della Meridiana.
Muovendo dalla ricerca di qualcosa che non è presente, la mostra intende offrire una nuova lettura di quel rapporto tra paesaggio e scultura che la statuaria antica presente nella collezione del museo racconta secondo canoni classici. Il percorso espositivo, che si pone in perfetta continuità con le ricerche sul rapporto tra Arte e Natura che caratterizzano la direzione di Francesca Cappelletti, comprende nuclei di opere meno note o iconograficamente poco associate al lavoro di Penone. Ne sono esempi "Sguardo vegetale", "Soffio di foglie" e "Respirare l'ombra" che saranno inserite nello spazio come presenze autonome e originali.
Nell'assenza di mitologia dei lavori di Penone, la narrazione sposta il suo asse, e il rapporto tra tempo naturale e passato storico dà vita a un nuovo presente incerto. Così, nelle sale caratterizzate da un tripudio di marmi, sculture e decorazioni, l'artista aggiunge un innesto organico di foglie, cuoio, legno che collega e definisce gli universi di Arte e Natura. Nei Giardini invece, l'integrazione guarda al mondo dei metalli, con sculture in bronzo che dialogano con la ricca vegetazione circostante, arricchita da circa quaranta nuove piante in vaso chiamate a sorreggere alcune opere.
Gli interventi non scardinano l'equilibro unico tra forme e architettura che caratterizza la Galleria, ma rinnovano quel gioco tutto Barocco che intreccia paesaggio, natura e scultura, attivando un nuovo dialogo, presentando un'interrogazione sulla scultura, rivelando la sua evoluzione storica e contemporanea."Gesti Universali" si distanzia da ogni possibile confronto formale o simbolico con la Galleria, preferendo osservare la materia per rivelarne le forme che nasconde, con l'intento di riattivare quel naturale scambio osmotico tra il museo e il parco circostante, che ha ispirato tante delle opere parte della sua collezione.
La ricerca di Penone indaga la prossimità tra la natura umana e vegetale, elemento centrale del suo lavoro, e fa nascere una riflessione sul suo linguaggio e sul rapporto con il Tempo e la Storia, magistralmente custoditi in Galleria. In questo rispecchiamento, la componente vitale dei materiali utilizzati dall'artista si alterna al tempo storico di quelli della statuaria classica, andando alla ricerca dello stretto necessario. Uno sguardo trasversale e soggettivo che mira a un equilibrio rinnovato, guidato da pura ammirazione.
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