L'Accademia Nazionale di San Luca presenta dal 10 giugno al 30 luglio 2022 la mostra Grazia Toderi. Marco (I Mark We Mark), a cura di Marco Tirelli.
La mostra scaturisce dall'invito rivolto nel 2019 da Grazia Toderi al fratello agronomo, Marco Toderi, a realizzare una serie di immagini di materie e terre desertiche, scelte e "marcate" dal suo passaggio e dal suo sguardo, punto di partenza per la serie di opere dal titolo Marco (I Mark) del 2019 e Marco (We Mark) del 2020 e del 2021. Ne è poi derivato anche uno scambio di reciproche riflessioni su terra e aria, su acqua e fuoco. Sugli elementi che rendono possibile la vita.
Come scrive l'artista: "Nelle opere Marco (I Mark), 2019 e Marco (We Mark), 2020 e 2021, non volevo riferirmi a un tempo o a un luogo particolare, ma a un concetto più ampio di conflitto che esiste ovunque, in natura, nel cosmo, e perfino nel nostro corpo. Ma anche alle possibilità della ricerca di fare di questo conflitto una lotta per la vita. In questo senso il mirino non è solo un segno negativo. Con il telescopio, ad esempio, ci aiuta a ricercare stelle e pianeti, ad orientarci, a mettere a fuoco...".
Tre proiezioni video di questa serie, sono esposte nelle sale al piano terra dell'Accademia. Possono evocare la Terra o altri pianeti, le profondità del cosmo o i meandri più nascosti del corpo umano. Appaiono mirini e sistemi di misura luminosi. L'attenzione di Grazia Toderi si concentra non solo sulla proiezione di luce, ma anche su quella delle ombre, tema ricorrente nel suo lavoro che qui viene ulteriormente indagato secondo una nuova e più ampia prospettiva.
La mostra prosegue lungo il portico del cortile con la serie Orbite rosse (2009), una ventina di piccoli disegni di grafite e stagno su carta in cui, ancora, è il movimento del visitatore a creare l'animazione di luce e ombra.
Salendo la rampa di Borromini sono esposti circa quaranta disegni del ciclo Eterno impersonale (2006), Disappearing Map (2016-2018) e Dissolving Babel (2019) dedicati al mito della Torre di Babele.
Luci per K222 (2013) conclude il percorso della mostra alla fine della rampa: un pentagramma chiuso ad anello, sul quale sono trascritte le note del Misericordias Domini, K. 222 di Mozart, che si ricollega idealmente sia alla forma del disegno della rampa che al goniometro della prima sala.
Le opere in mostra all'Accademia Nazionale di San Luca esemplificano le numerose tecniche utilizzate dall'artista, dalla proiezione luminosa all'immagine fotografica, dalle mappe al disegno, nella ricerca di quella che definisce "vita", nella sua accezione più ampia: terra, cosmo e corpo umano sono per l'artista la stessa cosa, e per questo le sue immagini assumono una valenza molteplice e stratificata, in bilico tra visione individuale e collettiva, viaggio introspettivo e cosmico, dimensione reale e irreale, infinito o infinitesimale, luce e ombra.
Riassume l'artista: "Sono nata negli anni Sessanta, quando l'umanità vedeva per la prima volta, grazie al video e al satellite, un essere umano in assenza di gravità e il proprio meraviglioso pianeta osservato dall'alto. Una nuova visione, geografica e rivoluzionaria, che abbracciava tutto il pianeta in un unico sguardo. L'immagine è qualcosa di estremamente complesso, ed essendo parte della nostra mente, quindi del nostro corpo, credo possa condurci a superare i nostri limiti... Dagli anni Ottanta sono ossessionata dalle mappe e dalle loro trasformazioni nel tempo. Di notte gli "sciami" di luci trasformano le città in astratte mappe luminose. Sono le nostre costellazioni terrestri. I loro toni sono rossastri, un rosso particolare e indefinibile che irradia le città e che ho chiamato "Rosso Babele". Passo quasi tutto il mio tempo a stratificare le immagini che ho scattato, una sull'altra. Ogni singolo fotogramma si trasforma in un altro, appena appena diverso, e così via, moltiplicandosi in migliaia di altri fotogrammi che corrono luminosi su una superficie e nel tempo. È così che nascono le mie proiezioni video".
In occasione della mostra sarà successivamente pubblicato un catalogo con una conversazione di Grazia Toderi con il fratello Marco Toderi e un testo critico di Claudio Strinati.
Note biografiche:
Nata a Padova nel 1963, dopo aver studiato al Liceo Artistico e all'Accademia di Belle Arti di Bologna si trasferisce nel 1992 a Milano. Dal 2005 vive a Milano e Torino.
Ha partecipato a mostre collettive e a rassegne come la Biennale di Venezia del 1993, 1999, dove fu una delle artiste premiate con il Leone d'Oro, e 2009, di Istanbul nel 1997, di Sydney nel 1998, di Pusan nel 2000 e 2002, di Pontevedra nel 2004, di New Orleans nel 2011 e di Mechelen nel 2016.
Tra le mostre personali in spazi pubblici e musei segnaliamo quelle al Frac Languedoc-Roussillon, Montpellier (1995), Casino Luxembourg, Luxembourg (1998), Castello di Rivoli, Torino (1998), Frac Bourgogne, Digione (1998), Museo Ludwig, Colonia (1999), De Appel Foundation, Amsterdam (1999), Fundaciò Joan Mirò, Barcellona (2002), Miami Art Museum, Miami (2006), PAC, Milano (2006), Museo Serralves, Oporto (2010), Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution, Washington D.C. (2011), Maxxi, Roma (2012), John Curtin Gallery, Perth (2013), MIT Museum, Boston (2016), MART, Rovereto (2017), Palazzo Vecchio, Firenze (2019).
INFORMAZIONI MOSTRA:
Mostra: Grazia Toderi. Marco (I Mark We Mark)
Curatore: Marco Tirelli
Sede: Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna, piazza dell'Accademia di San Luca 77, Roma
Apertura al pubblico: 10 giugno 2022 – 30 luglio 2022
Ingresso gratuito con prenotazione scrivendo a:
prenotazioni@accademiasanluca.it
secondo il calendario delle visite accompagnate: da martedì a sabato – visite alle ore 10.00, 11.30, 13.00, 14.30, 16.00
Chiuso la domenica e il lunedì.
La prenotazione è effettuabile anche presso la portineria dell'Accademia il giorno stesso, fino ad esaurimento posti.
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