La mostra "Korai" dello scultore Mattia Bosco, composta da 12 sculture in marmo presso il Tempio di Venere e Roma, nel Parco archeologico del Colosseo.
Il progetto espositivo, appositamente concepito per il Tempio di Venere e Roma, è a cura di Daniele Fortuna ed è promosso dal Parco archeologico del Colosseo, dalla galleria d'arte Atipografia, diretta da Elena dal Molin, e da ArtVerona.
La mostra sarà aperta al pubblico da domani venerdì 22 settembre dalle ore 17.30 al 14 gennaio 2024.
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Mattia Bosco
K?rai
22 settembre 2023 - 14 gennaio 2024
Tempio di Venere e Roma
Parco archeologico del Colosseo, Roma
Anteprima stampa: venerdì 22 settembre ore 11.00
per accreditarsi è necessario scrivere a: press@paolamanfredi.com
Apre al pubblico da venerdì 22 settembre 2023 a domenica 14 gennaio 2024 la mostra personale di Mattia Bosco (Milano, 1976) intitolata K?rai, nei suggestivi spazi del Tempio di Venere e Roma, nel Parco archeologico del Colosseo.
Il progetto espositivo è a cura di Daniele Fortuna ed è promosso dal Parco archeologico del Colosseo, dalla galleria d'arte Atipografia, diretta da Elena dal Molin, e da ArtVerona.
Il progetto espositivo K?rai prende vita da 12 sculture in marmo concepite appositamente per gli spazi del Tempio di Venere e Roma, il più grande Tempio della Roma antica, inaugurato nel 136 d.C. e rivestito in marmi preziosi provenienti da ogni parte dell'impero, spoliati nel corso dei secoli e oggi conservati solo in parte.
MATTIA BOSCO
Nasce a Milano nel 1976. Scultore con una formazione filosofica, il suo lavoro parte dalla considerazione della materia come qualcosa in cui il processo formale è già in atto, e non come grado zero della scultura. Nell'opera di Mattia Bosco l'azione dello scolpire, il lavoro a togliere, non si realizza come rimozione del superfluo ma come adattamento a un luogo, che dispone i suoi piani là dove vi è una predisposizione ad accoglierli. La forma è custodita all'interno della pietra e lo scultore interviene nelle sue parti meno significative in un atto non di rimozione, ma di liberazione che permette alle linee di affiorare naturalmente. Per l'artista la scultura segue la forma come le piante seguono la luce. Le piante captano la luce, non la creano. E come le piante non inventano la luce, così lo scultore non inventa la forma, la trova nelle cose e ne continua il processo di formazione. La forma, così intesa, è un rivelare ciò che è affiorante, e abita la materia come l'uomo la sua casa, e come forse l'uomo potrebbe vivere in questo pianeta. Tra le sue esposizioni: White Carrara, Carrara (2023); Atipografia, Arzignano (2022); Galleria Fumagalli, Milano (2022, 2019); Palazzo Borromeo, Milano (2019); ex Essiccatoio, Gagliano del Capo (2019); ex Cimitero di San Pietro in Vincoli, Torino (2018); Palazzo Mediceo, Serravezza (2018); Country Unlimited (2018); Mars, Milano (2017); Cascina Maria (2017); Dolomiti Contemporanee (2017); Museum Tinguely, Basel (2015); Camec, La Spezia (2015); Frieze Sculpture Park, Londra (2015); Museo Diocesano, Milano (2015, 2008); Finalista del XV Premio Cairo (2014); Museo del Marmo, Carrara (2014); Limewahrf, Londra (2013); Triennale Design Museum, Milano (2013); secondo al Premio Fondazione Henraux (2012); Triennale Design Museum, Milano (2010); La Permanente, Milano (2009); Chiesa di S. Stefano, Milano (2007).
Dove e quando
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