Giovedì 28 ottobre, alle ore 19.00 presso il Piano Nobile del Palazzo Falconieri, verrà inaugurata da Mária Révész commissario ministeriale e János Herczog professore e musicologo la mostra intitolata "Mi addentro sempre di più nella selva oscura di Dante…".
Ferenc Liszt per tutta la sua vita coltivò un vivo interesse per la poetica di Dante, in particolare per la Divina Commedia. D'altronde non fu l'unico: il mondo dell'arte del XIX secolo stravedeva per il poeta medievale. A cosa si doveva tutto questo interesse per Dante all'epoca? Che tipo di musica si sente nell'Inferno di Dante secondo Liszt? Come sarebbe stato, se si fosse realizzato, lo spettacolo multimediale (composto di musica e diorami) previsto da Liszt per la prima della Dante-Symphonie?
La versione italiana del presente percorso espositivo aperto al pubblico romano fino al 18 novembre presenta un affascinante spaccato del mondo di Liszt e Dante, dei progetti compositivi di Liszt legati a Dante, nonché le influenze che hanno plasmato il pensiero del compositore ungherese. L'esposizione prende inoltre in esame numerose opere d'arte, di musica e di letteratura del XIX secolo ispirate al Sommo Poeta. Hanno un ruolo chiave anche gli artisti con cui Liszt ebbe un rapporto personale e di cui conosceva opere legate a Dante (ad esempio Gustave Doré, Bonaventura Genelli, Eugène Delacroix, Ary Scheffer, Jean-Auguste-Dominique Ingres). Alcune storie del XIX secolo e d'inizio XX secolo testimoniano anche la rinascita della ricezione dantesca ungherese, ad esempio il Panorama dell'Inferno inaugurato nel 1896 nel Parco cittadino di Budapest o la serata dantesca di Ferenc Pulszky a Firenze.
La mostra – ¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬realizzata dai collaboratori del Museo Memoriale e Centro di Ricerca Ferenc Liszt, tra cui Dóra Bodrogai, Krisztina Halász e Anna Peternák – dopo Roma, dal 24 novembre si sposta ad Albano Laziale.
"Mi addentro sempre di più nella selva oscura di Dante…"(Lettera di Ferenc Liszt indirizzata a Joseph Autran, in data 14 maggio 1845, Lione)
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