La Casa Argentina presenta la mostra dell'artista italoargentino Michel Oz
Un viaggio visivo e iconografico tra Buenos Aires e Roma, ispirati dalla nuova vita di un patrimonio di immagini e suggestioni in parte dimenticate, in realtà profondamente incise nel tessuto urbano e vitale di due capitali culturali internazionali. È questa una delle promesse al pubblico della mostra dedicata all'arte pop di Michel Oz e coordinata da ComediArting. Un'esposizione dall'animo antico come le citta? che identifica, dove le contaminazioni tra le culture e le architetture urbane sono il tratto distintivo delle due metropoli. Oz si ispira alle atmosfere di San Telmo, trasportandoci in quel tripudio di colori, allegria, musica, arte, storia, decadenza e insieme oblio, che e? il celebre quartiere di Buenos Aires. Spirito qui incarnato in unico luogo, la Casa Argentina, ospitata nel suggestivo Palazzo Coppedé realizzato nel 1927 fuori dall'omonimo quartiere. Una sorta di Omphalos straniero sul suolo italiano, che racchiude già? di per se? una fusione culturale, un ponte di cui l'opera di Oz e? sintesi compiuta.
Tutte le opere esposte risuonano di questo Melting-pot che ritorna nei frammenti metropolitani scelti dai muri dei quartieri di San Telmo, Palermo, La Boca, Microcentro, raccolti e mescolati con altrettanti frammenti recuperati a Roma, da Ostiense a San Lorenzo, fino al Pigneto, ma anche a Tokyo e Berlino. Le immagini dell'artista compiono un viaggio inverso, una genesi opposta, dalla strada alla galleria, ridando vita a pezzi di carta che sembravano oramai defunti. Gli strappi lasciano il posto a collage creati ad hoc su strato multiplo e usati con colori e texture che li trasformano in frammenti di significato, rianimandone il concetto e salvandoli dall'abbandono, prima che il degrado li cancelli per sempre. L'atto artistico e l'intervento artigiano passano certo per la tecnica del collage, ma la attraversano e oltrepassano con agile salto nell' "oltre". C'e? qualcosa di assolutamente unico nell'opera di Oz, che non si esaurisce in un mero gioco di accostamenti e sovrapposizioni, per puro processo di addizione. Ogni elemento originario permane intatto e fiero, conserva impronta del passato e traccia della sua identità?, da cui si rinnova e si plasma nel presente, integrandosi col nuovo. L'Opera nel suo risultato finale diviene metafora dell'umana esistenza, cui l'incessante processo del tempo e degli eventi imprime nuove forme e ne modifica i contorni, senza tradirne la profonda natura del se?. L'artista racconta cosi? il suo legame con la Citta? Eterna, un'energia vibrante che illumina l'opera e diviene narrazione sorprendente attraverso i diversi livelli di cui sono fatte le nostre citta?, in nuovo equilibrio espressivo potente e contemporaneo.
Centrale nel percorso espositivo l'immagine della Madonna, cui Oz dedica il cuore della mostra. "Non c'e? figura più?? vicina della Vergine a chi soffre, a chi si e? perso, e a chi cerca ristoro - dichiara Carlo Ciuffo, ideatore e curatore della sezione dedicata a questa Superserie -, la Madonna simbolo della maternità e della bontà universale." Le immagini proprie dell'iconografia sacra, reinterpretate ed inserite all'interno di frammenti urbani, sono insieme speranza e sensibilizzazione su di un tema drammaticamente attuale e molto caro all'artista: la violenza sulle donne. Tutti i proventi dalla vendita durante l'esposizione della Superserie Madonne saranno devoluti alla Fondazione Pangea, che con Reame (Rete antiviolenza per l'Empowerment e l'Auto Mutuo Aiuto) e? presente per questa occasione con materiali e testimonianze.
La mostra avrà una seconda tappa istituzionale a Buenos Aires prevista per Novembre 2022.
La Casa Argentina En Roma si occupa della promozione e della diffusione in Italia dei diversi aspetti della cultura e della realtà argentina, e dispone di una biblioteca comprendente oltre 4000 volumi.

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