Oggi la scultura funeraria d'autore è un fenomeno raro. Krzysztof M. Bednarski ne è uno storico interprete, riuscendo a trasferire l'arte nel contesto della morte e in un luogo di esposizione particolare qual è il cimitero.
Per la sua produzione commemorativa l'artista italo-polacco rifiuta le forme funzionali e la simbologia eccessivamente sentimentale della tradizione, creando nuovi simboli della vita dopo la morte, che fanno riferimento, direttamente, alla personalità del defunto.
La mostra "Simboli della vita dopo la morte. La scultura commemorativa di Krzysztof M. Bednarski", che si compone di fotografie di documentazione delle opere funebri e di alcuni loro bozzetti, si apre con le immagini di Thanatos polacco (1984), scultura dedicata ai membri, all'epoca scomparsi, della compagnia del Teatro Laboratorio di Jerzy Grotowski. La barca dimezzata con un albero incenerito è un simbolo del percorso, del passaggio verso l'aldilà. L'opera è stata realizzata in un momento in cui l'artista non riusciva ancora ad assumersi il compito di creare tombe, nonostante ricevesse numerose richieste e proposte. Solo più tardi Bednarski si rese conto che la cosa migliore che poteva fare per un amico defunto era la realizzazione di una tomba, attraverso cui presentarne l'individualità.
Dal 1992 Krzysztof M. Bednarski ha realizzato diverse decine di tombe per esponenti di spicco del mondo della cultura polacca, tra cui Krzysztof Kie?lowski, Ryszard Cie?lak, Wojciech Fangor, Krzysztof Krauze, Tomasz Sta?ko, Ewa Demarczyk, Jerzy Limon, e per attivisti dell'opposizione anticomunista durante il periodo della Polonia Popolare, come Jan Lity?ski e Karol Modzelewski.
In Italia troviamo, invece, la scultura del volto di Mario Schifano sulla tomba dell'artista al Cimitero Flaminio - Prima Porta, a Roma (1991/1998); la La meridiana dell'incontro - In memoria di Federico Fellini e Giullietta Masina a Pennabilli (1990) e Monumento all'Incontro con Federico Fellini a Rimini (1994).
Inoltre, opere particolari, per il luogo che le ospita, sono le sculture-sarcofaghi di due grandi personalità della cultura polacca del XX secolo, il compositore Krzysztof Penderecki e il poeta Adam Zagajewski, che si trovano nel Pantheon Nazionale della Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a Cracovia. Ogni opera sepolcrale dell'artista è un ritratto simbolico del defunto, una sintesi della sua creatività.
La mostra è accompagnata da un catalogo in lingua italiana e polacca edito dal Museo d'Arte Contemporanea MOCAK di Cracovia e finanziato da GRANITY SKWARA, ditta con cui, l'artista, realizza solitamente le sue opere.
Curatrice: Maria Anna Potocka
Data della mostra: 6.11.2024-14.2.2025
Inaugurazione: 6 novembre ore 19.00
Sede: Istituto Polacco di Roma, Via Vittoria Colonna 1, Roma
Organizzazione della mostra:
Istituto Polacco di Roma, Ania Jagiello
Museo d'Arte Contemporanea MOCAK di Cracovia, Martyna Sobczyk
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