Con No Man is an Island, mostra personale dell'artista di Adrian Paci (Scutari, 1969) mercoledì 11 giugno inaugura il secondo appuntamento di Conciliazione 5, il progetto di arte contemporanea promosso dal Dicastero per la Cultura e l'Educazione del Vaticano, ideato in occasione del Giubileo 2025, e affidato alla curatela di Cristiana Perrella per il primo anno di attività.
Il programma 2025 di Conciliazione 5 invita a riflettere sul tema della Speranza, declinata attraverso quattro interventi d'artista che nel corso dell'anno affronteranno argomenti attuali e di forte impatto sociale: il carcere, la migrazione, l'ambiente, la povertà. Per ogni appuntamento l'artista protagonista lavora sia per lo spazio di via della Conciliazione – una window gallery visibile 24 ore su 24 – sia in un luogo cittadino di prossimità, ogni volta diverso e legato al tema affrontato, dando vita in questo modo a un progetto d'arte diffuso, che si estende fuori dal perimetro della Città del Vaticano.
Dopo l'artista cinese Yan Pei-Ming (Shanghai, 1960) che ha lavorato sulla condizione carceraria in relazione con la comunità della casa circondariale di Regina Coeli, Adrian Paci concentra la sua ricerca sulla potenza trasformativa del viaggio, capace di produrre immaginari suggestivi.
Nello spazio Conciliazione 5 – sempre visibile lungo via della Conciliazione– Adrian Paci presenta la scultura Home to Go (2001): una figura maschile, calco del corpo dell'artista, sorregge sulle spalle un tetto capovolto, che nella forma ricorda un paio di ali, evocando l'idea di un'umanità sospesa tra precarietà e trascendenza e ponendo al centro l'immagine dell'essere umano come viandante e l'idea del viaggio obbligato e drammatico di chi è costretto ad andare via dalla propria terra.
Con i suoi riferimenti all'iconografia cristiana della Passione, spesso ricorrenti nel percorso dell'artista – come in Cappella Pasolini (2005) o Via Crucis (2011) per la chiesa di San Bartolomeo a Milano – Home to Go è un'opera che dialoga con la sacralità del luogo, essendo sul percorso che conduce a San Pietro e alla Porta Santa, e con la storia dell'arte antica, che l'artista ha appreso sin dalla sua prima formazione.
In stretta relazione con questo lavoro The bell tolls upon the waves (2024), una video installazione che l'artista allestisce nelle storiche Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, antico luogo di cura e accoglienza la cui origine risale al 727 d.C., quando il re sassone Ina fondò la Schola Saxonum per i pellegrini diretti alla Tomba di San Pietro.
Prodotta dalla Fondazione Giorgio Pace ed esposta per la prima volta in Italia, l'opera è ispirata a un episodio realmente accaduto: nel 1566 a Termoli, durante un attacco turco, i saccheggiatori tentarono di trafugare la Campana di Santa Caterina, usata per avvisare i marinai in caso di pericolo: un tentativo vano perché nel trasporto la campana finì in mare affondando l'imbarcazione su cui viaggiava.
Rievocando questa storia, Paci ha progettato una campana per una piattaforma galleggiante sul mare di fronte a Termoli, come se quella storica fosse riemersa dai fondali; l'artista ha documentato tutta l'operazione con un video di grande intensità, in cui i rintocchi della campana sono generati dal movimento delle onde, a volte dolce, a volte violento. The bell tolls upon the waves è un'opera dal forte valore simbolico, che rimanda a una perdita ma anche a una presenza evocativa, la cui risonanza viene amplificata dal contesto carico di storia in cui viene installata.
L'accostamento tra un'opera già nota, tra le prime a far conoscere l'artista all'inizio del suo percorso, e una nuova produzione evidenzia la coerenza con cui Adrian Paci da sempre riflette su questi temi, offrendoci una narrazione che intreccia memoria personale, spiritualità e attenzione alle grandi questioni del nostro tempo.
Il titolo della mostra – No man is an Island – è una citazione del poeta inglese John Donne (Londra, 1572–1631), tratta da Meditation XVII (Devotions Upon Emergent Occasions, 1624), che recita «No man is an island, entire of itself; every man is a piece of the continent, a part of the main (...) any man's death diminishes me, because I am involved in mankind, and therefore never send to know for whom the bell tolls; it tolls for thee.» Un invito a riconoscere la comune appartenenza e la responsabilità reciproca, valori fondanti per il Giubileo e per l'intera programmazione di Conciliazione 5, che vuole essere – come auspicato dal Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero – uno spazio aperto alla spiritualità, al pensiero critico e alla potenza trasformativa dell'arte.
La programmazione proseguirà in autunno con le commissioni ad altri due artisti internazionali, che continueranno l'indagine sui grandi temi del nostro tempo attraverso l'arte.
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