WSP Photography presenta "Sedici Corde" mostra fotografica di Renata Romagnoli. Inaugurazione sabato 3 marzo. "Sedici Corde" mostra una piccola parte di un lavoro che va avanti da 4 anni iniziato nel dicembre 2007 ed ancora in corso, finalizzato alla realizzazione di un progetto editoriale sulla boxe.
Il tutto è nato quando Renata Romagnoli partecipa per caso ad un evento in piazza, nell'agosto 2007, con l'idea di una foto semplicemente sportiva. Ma una volta arrivata sul posto, la paura disegnata sul volto dei pugili, quella voglia di vincere, la grinta, l'ansia, la tensione, quei movimenti vicini a una danza, quegli sguardi unici a volte persi nel vuoto, la tristezza dopo una sconfitta e la rilassatezza dopo l'incontro avevano impresso l'anima più della pellicola.
Gioia, dolore, fatica, vita, morte, successo, fallimento. tutta la vita è rappresentata tra quelle 16 corde. Chi pensa che la boxe sia uno sport come tutti gli altri non ha mai assistito ad un incontro o conosciuto un pugile. Ma gli basterà varcare il portone di una palestra o il cancello che conduce alle seggioline dalle quali assisterà all'incontro, per rendersi conto di come sia lontano anni luce da tutti gli altri sport e del perchè affascini l'uomo da sempre.
Renata ha passato più di quattro anni tra palestre, incontri, viaggi e spogliatoi. Ha cercato di entrare in un mondo fino ad allora a lei sconosciuto che le è entrato dentro senza rendersene conto e senza poter opporre nessuna resistenza, se non quella della sua macchina fotografica.
E nei suoi scatti si possono ritrovare il mood, l'atmosfera dentro e fuori dal ring, le vibrazioni, l'energia che si trasmette a tutti coloro che osservano da sotto, che partecipano come se fossero loro a combattere. Diventano pugili le mogli o le compagne, i colleghi di lavoro o gli amici. La boxe è uno sport individuale nel quale la partecipazione è corale. Il pubblico s'infiamma, partecipa e si stanca come i due atleti sul ring.
Ma la boxe non è solo sul ring. Renata ha cercato di raccontare delle vite innanzitutto. Perchè i pugili sanno essere allegri e divertenti, e questo pochi lo immaginano, anche se ci sono momenti in cui non vogliono parlare con nessuno. Una parte importante del reportage percorrerà la strada inversa rispetto ad un'analisi tradizionale del fenomeno: quella cioè che dal ring porta alla vita di ogni giorno, alle professioni scelte, perchè il nostro è un paese che non consente ai pugili di vivere solo del loro sport.
Le 4 storie in mostra sono: Emanuele Della Rosa, Daniele Petrucci, Emiliano Marsili e Sergey Demchenko.
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