Il vizio supremo è la superficialità. Tutto ciò che si vive fino in fondo è giusto.
Oscar Wilde. De Profundis, 1987.

Per quanto attenta possa essere la mente che pondera, saranno molteplici i dettagli dispersi in un’osservazione distratta e approssimativa. Una società frenetica è destinata a precipitare, perché l’immediatezza porta il sacrificio del valore.
La Libreria Einaudi di Via Labicana a Roma presenta la personale fotografica di Ivan Ingletto. “Synapsis Under Glass” si propone come una critica schietta e ironica all’apparenza e all’astrazione.

Respirare e godersi un istante. Utilizzando immagini emozionanti e penetranti si dirige l’osservatore a contemplare anche su un singolo frammento e riflettere sul proprio esistere.
L’accostamento di fotografie formato 10x10 incollate a vetro e montate su pannelli di legno, come piccole tessere di un grande mosaico chiamano l’attenzione investendo lo spettatore da una moltitudine caotica d’informazioni visive.
Una sorta “d’inquinamento ottico”; come cinema, computer, cartellonistiche stradali e riviste che offrono troppi stimoli visivi andando ben oltre la normale capacità di sopportazione della mente umana. Uno sguardo più attento a forme, sfumature, colori e linee suggeriscono elementi ed emozioni inizialmente sfuggiti.
Alcune foto ispirate a oggetti d’uso quotidiano altre come fotogrammi di un film, restituiscono l’istante di un atto semplice. Una lettura profonda, attenta ai dettagli perduti, rende valore alle persone e alle cose che ci circondano, contrapponendosi a una realtà fatta di genericità, velocità e caos. Il procedimento accordato dall’autore è analogo a quella dello scrittore; le immagini compongono un racconto, rivolgendosi a un’emotività immediata, non lasciando spazio a riflessioni e ragionamenti. Un maggiore livello di attenzione richiama l’immaginario, l’interpretazione e il dialogo con l’invisibile, per condurre a un dolce stato di abbandono.

Ivan Ingletto nasce a Parma e dal 1998 vive e lavora a Londra. Si forma presso il NewCastle Art College, al quale segue l’apprendistato presso il prestigioso studio londinese Malcolm Ryan Studios. Nel 2002 vince in Gran Bretagna il premio come Amateur Photographer of Year (APoY) per la sezione astrattismo. Partecipa alla realizzazione del film Rush Hour 3 diretto da Brett Ratner e lavora come fotografo di scena alla realizzazione di spot televisivi del BAFTA (British Academy of Film and Television Awards). Vanta inoltre diverse collaborazioni con case di produzione e post-produzione cinematografiche, quali Lost Tribe Production, Weeble Film, Framestore C.F.C. e New Line Cinema. Nel 2008 nasce il progetto Creative LizArt (www.creativelizart.com). Espone diverse personali: Londra, AOP Gallery, 2005 - Parma Galleria Ground’s art/Associazione Culturale 360°, 2007 – Roma, Caffè Letterario, 2009 – Londra, Prelibato Gallery, 2009 – Bologna, Boscolo Hotel, 2011.

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