Negli ultimi anni, Francesco Vezzoli ha sviluppato la sua pratica artistica creando un ponte tra l'immaginario contemporaneo e la storia dell'arte. Una prassi che lo ha portato a rivolgere la sua poetica all'arte antica, al passato e alle sue icone, e a districarsi tra diversi linguaggi, in un gioco di riferimenti e mescolanze tra cultura classica - solenne, eterna - e cultura pop.
La mostra pensata per il Palazzo delle Esposizioni vede l'intersezione di diversi livelli: l'arte contemporanea, la storia romana attraverso le opere provenienti dalle sedi del Museo Nazionale Romano e la rappresentazione che della storia romana è stata fornita attraverso il cinema nel corso del Novecento.
VITA DULCIS è un progetto che vuole creare una nuova narrativa, presentando opere e reperti dell'arte classica romana in un percorso espositivo privo di quella "freddezza" e "lontananza" caratteristiche di molte esposizioni museali, per restituire al visitatore l'intensità vitale e la passione autentica che questi reperti sanno suscitare, immergendoli in un allestimento concettualescenografico suggestivo e inaspettato, che li mette in relazione con alcune opere recenti di Vezzoli che incorporano elementi d'epoca antica o che all'antico sono ispirate.
Il cinema è il completamento ideale del racconto di VITA DULCIS: tra tutte le arti visive, è stato il mezzo che più di tutti ha utilizzato e celebrato il periodo storico dell'antica Roma, sempre cercando di restituirne la verità, la passione, le storie, le psicologie, le atmosfere e i colori.
Fin dagli inizi della sua carriera da artista, Vezzoli ha celebrato la Settima Arte come "medium" privilegiato per l'interpretazione della realtà e come riferimento emotivo e narrativo più potente nel dibattito contemporaneo. E non è un caso che una delle sue opere più note, Trailer for a Remake of Gore Vidal's Caligula, presentata alla Biennale di Venezia del 2005, unisca appunto in una citazione irriverente dei "peplum", il cinema e l'antico per offrire una rappresentazione della degenerazione contemporanea del potere.
È stato dunque per lui naturale accostare i reperti di epoca romana a spezzoni di film ambientati nell'antica Roma, creando un excursus parallelo sulla storia del cinema che parte da Cabiria del 1914 (il primo kolossal italiano, sceneggiato da Gabriele D'Annunzio), al Satyricon di Federico Fellini, fino alle incarnazioni più contemporanee, sia di produzione italiana che internazionale.
Il risultato è un intenso mosaico di opere classiche iconiche, sorprendenti reperti inediti, capolavori del cinema mondiale e un tocco di contemporaneità. Questa compresenza di livelli semantici è già particolarmente evidente all'ingresso della mostra, nella grandiosa rotonda, dove i visitatori sono accolti da una serie di opere provenienti dal progetto 24Hours Museum, che Francesco Vezzoli ha prodotto nel 2012 in collaborazione con Prada per esser messo in mostra - per un solo giorno - nello storico Palais d'Iéna a Parigi.
Dopo 10 anni, vengono qui ripresentate per la prima volta sei grandi opere luminose del 24Hours Museum, con le quali Vezzoli ha reinterpretato alcune iconiche sculture romane, trasformandole in misteriose divinità che alludono a note dive contemporanee. Una "prefazione" al percorso espositivo, che vuole introdurre il visitatore in un viaggio immersivo nell'immaginario dell'Impero Romano, vissuto attraverso la bellezza e la vitalità dei tesori che provengono dal Museo Nazionale Romano, molti dei quali mostrati al pubblico per la prima volta.
Immersi in una dimensione installativa, suggestiva e teatrale, disegnata dall'artista Filippo Bisagni, ed esaltati da un gioco di luci e ombre, di bianchi e neri, concepito da Luca Bigazzi (il più celebrato direttore della fotografia italiano vivente, autore della fotografia di Così ridevano, Il Divo e La Grande Bellezza, tra gli altri), i reperti e le opere contemporanee selezionati da Francesco Vezzoli e Stéphane Verger dialogano all'interno di un percorso complesso ed emozionante, fatto di stratificazioni e accostamenti di livelli estetici distanti, epoche diverse, arte colta e arte popolare, racconto del potere e fotografia della vita "reale".
A cura di Francesco Vezzoli e Stéphane Verger
Ideata da Azienda Speciale Palaexpo, Museo Nazionale Romano e Studio Vezzoliont
Informazioni, orari e prezzi
Orario:
domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
lunedì chiuso
l'ingresso è consentito fino a un'ora prima della chiusura
CONTATTI
Telefono: 06 696271
Sito web: www.palazzoesposizioni.it/mostra/vita-dulcis-paura-e-desiderio-nell-impero-romano
info.pde@palaexpo.it
Dove e quando
Potrebbe interessarti in Mostre

A Dream within a dream. A sense of personality
La personale di Sam Havadtoy
Palazzo Falconieri

La Visione del Tempo di Danilo Fiorucci
Presso l'Associazione Culturale TRAleVOLTE
Associazione Culturale TRAleVOLTE

La Roma della Repubblica. Il racconto dell'Archeologia
Materiali e contesti pertinenti alle collezioni comunali conservate nei magazzini e nei musei della Sovrintendenza
Musei Capitolini

La Roma della Repubblica. Il racconto dell'archeologia
Nuova videoproiezione immersiva per la mostra
Musei Capitolini - Palazzo Caffarelli

Donne artiste. Percorsi nella grafica dal Novecento ad oggi
L'esposizione dedicata alla produzione grafica delle artiste presenti nella collezione dell'Istituto
Istituto Centrale per la Grafica

Dante, Purgatorio in piazza
L'installazione di 34 formelle in ceramica firmate da altrettanti artisti e ispirate alla Cantica dell'Inferno
In città

Rainaldi, Calma tu alma
In esposizione due sculture realizzate da Oliviero Rainaldi
Basilica del Pantheon - c.d. Basilica di Santa Maria ad Martyres

Orazio Gentileschi e l'immagine di San Francesco
La nascita del caravaggismo a Roma a cura di Giuseppe Porzio e Yuri Primarosa
Galleria Nazionale d'Arte Antica - Palazzo Barberini

