Un dialogo immaginario fra Alan Turing e sua madre, tra lettere forse mai scritte e dialoghi forse mai avvenuti. A scandire il ritmo di questa conversazione fuori dal tempo le voci del Tribunale, dove in nome della Regina si decide la rovina di una delle menti più geniali del XX secolo. Pur attraverso una libera ricomposizione, gran parte delle parole, dei concetti e degli episodi raccontati in questo spettacolo sono stati realmente pronunciati, lasciati scritti e accaduti ad Alan Turing.
Lo spettacolo è stato presentato in anteprima al GAROFANO VERDE 2008 – scenari di teatro omosessuale – rassegna curata da Rodolfo di Giammarco e nella stagione successiva, riscuotendo un grande successo di pubblico. Lo spettacolo è tornato in scena nel marzo del 2012 in occasione del centenario della nascita del grande matematico. In quella occasione Editori Riuniti ha pubblicato il volume contenente il testo integrale. Nel giugno 2014 lo spettacolo è stato invitato in Argentina dall'Istituto di Cultura Italiano per una serie di recite a Buenos Aires e Mendoza, dove raccoglie un incredibile successo.
Alan Turing (1912 – 1954) è stato forse il matematico il cui lavoro ha avuto un'influenza eccezionale anche al di fuori del campo astratto della logica. È stato, infatti, uno dei pionieri dello studio della logica dei computer ed il primo ad interessarsi all'argomento dell'intelligenza artificiale. Il suo lavoro è stato di importanza cruciale per i destini della seconda guerra mondiale. Turing, infatti, elaborò una macchina chiamata Colossus che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici creati da Enigma, la macchina utilizzata dai tedeschi per criptare le proprie comunicazioni. Era il primo passo verso il computer digitale. A titolo di ringraziamento per i suoi servizi l'Inghilterra dapprima lo decorò con l'Ordine dell'Impero Britannico, poi lo fece membro della Royal Society, ed infine lo processò per atti osceni in quanto omosessuale, condannandolo alla castrazione chimica. Ipersensibile, incompreso, circondato dallo scetticismo e dall'ostilità dell'ambiente scientifico, il matematico inglese si suicidò mangiando una mela al cianuro. Turing fu un uomo piuttosto stravagante: grande sportivo (soprattutto la corsa, ma anche tennis, canottaggio e ciclismo), andava in bicicletta con la maschera antigas nei periodi dell'impollinazione, giocava a tennis nudo con indosso solo un impermeabile, legava la tazza da tè al termosifone con un lucchetto, portava la giacca del pigiama al posto della camicia, gettava nel cestino le lettere della madre senza leggerle. Non sopportava gli sciocchi, ed abbandonava le conversazioni vuote e le compagnie idiote repentinamente, e senza una parola di commiato. Imparò a fare la maglia da una ragazza che aveva deciso di sposare, nonostante la propria omosessualità. Il suo aspetto era trasandato, con la barba sempre lunga e le unghie sporche. Per certi versi fu infantile: a 22 anni si fece regalare un orsacchiotto di pezza per Natale e a 25 perse letteralmente la testa per il film BIANCANEVE. Infatti lo si sentiva spesso canticchiare le canzoni del film (Vorrei, vorrei, un amore che, sia tutto, sia tutto, per me, per me...) e il ritornello dell'incantesimo della strega (Metti il frutto nel veleno sino a quando ne sia pieno – fatti bella per tentarla e per sempre addormentarla). E questo ben quindici anni prima di scegliere tale metodo per suicidarsi. Una leggenda dice che il logo della Apple sia un omaggio ad Alan Turing, tuttavia, l'azienda non ha mai confermato né smentito questa notizia.
ALAN TURING E LA MELA AVVELENATA
di Massimo Vincenzi
con Gianni De Feo
voce fuori campo Stefano Molinari
musiche Francesco Verdinelli
regia Carlo Emilio Lerici
Informazioni, orari e prezzi
Orario spettacoli:
sabato e domenica ore 18,00
Orario botteghino:
sabato e domenica ore 15,30/19,00
Info:
tel. 065894875
info@teatrobelli.it
www.teatrobelli.it
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