Una commedia crudele e divertente sull'amicizia, scritta da Yasmina Reza ,Premio Moliére nel 1994 e tradotta in circa trenta lingue. In una stanza, tre amici si confrontano sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco discutendo sul prezzo d'acquisto per il quale è stato comprato da uno di loro. La discussione diventa ben presto un dibattito dai toni accesi sull'arte contemporanea e sfocia in un violento litigio che non riguarda più l'arte ma il loro stesso rapporto di amicizia, arrivando ad incrinarlo, forse in modo irreparabile.
Marc, Serge e Yvan si conoscono da una vita, si sono sempre voluti bene, piaciuti e stimati, ma, di fronte a quella tela bianca, non si riconoscono piu'.
Il bianco del quadro è lo spazio vuoto che diviene regno di equivoci, di non detti, di silenzi; uno specchio in cui si è costretti a scavarsi dentro, un terreno di confronto in cui ciascuno puo' cercare di vedere quello che vuole oppure scegliere di non vedere assolutamente nulla.
Note di regia
A come amicizia, A come arte contemporanea.
Un giorno sentii dire a uomo di teatro d'altri tempi: "Qui si fa il teatro con la A maiuscola" Yasmina Reza, drammaturga raffinata e profonda. Il suo è un teatro con la A maiuscola. Le sue parole creano personaggi reali, indagano l'intimo dei rapporti umani, scoprono gli artifici che regolano le relazioni nella società contemporanea. Può addirittura sembrare spietata, ma il suo è amore per la verità. Dialoghi serrati, a tratti straordinariamente comici, eppure, poco a poco, mentre ridiamo scopriamo che capirsi è veramente difficile; quanti silenzi, quante bugie sono necessari per evitare la fine di un'antica amicizia o di un amore. La sincerità è davvero la via più efficace per dare continuità a un rapporto? E l'arte? Che c'entra l'arte contemporanea in tutto ciò? Esiste qualcosa di più soggettivo? Un quadro bianco, tutto bianco, con delle scriminature quasi invisibili diventa il campo di battaglia dei sentimenti di questi tre grandi amici. Quanto vale quel quadro? A discuterne tre amici, tre "tipi" che rappresentano la gran parte degli uomini, quasi archetipi contemporanei di una società maschile di quarantenni ormai in età per essere padri da tempo, ma ancora in difficoltà con le responsabilità della vita adulta. I tre attori, brillanti e affiatati, vengono dall'esperienza felice di Dopodiché stasera mi butto in cui raccontavano, con feroce divertimento, di una generazione di trentenni ancora in piena crisi adolescenziale. Come a continuare un'ideale linea temporale, quando lessi il testo per la prima volta cominciai a riconoscere nei personaggi Serge, Marc e Yvan le fattezze e i modi di Graziano Sirressi, Luca Mammoli ed Enrico Pittaluga. Già alla prima lettura d'assieme, per fortuna, hanno dimostrato di essere gli interpreti perfetti per un testo dinamico e intelligente, che ha nel ritmo la sua arma vincente. Emanuele Conte.
ART di YASMINA REZA
Permission granted by Thaleia Productions, 6 rue sedillot 75007 Paris France
Traduzione Federica Di Lella
Lorenza Di Lella – Adelphi
Con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi
di Generazione Disagio
Produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
Regia e scene Emanuele Conte
Costumi Daniela De Blasio
Luci Matteo Selis
Assistente alla regia Alessio Aronne
Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello
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Informazioni, orari e prezzi
Orario:
dal martedì al venerdì h 21
sabato h 19
domenica h 17
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ridotto over 70 €18
ridotto under 26 €15
Info:
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