Cinque Donne, il video di Begoña Zubero presentato lo scorso 8 marzo in occasione della Giornata Internazionale delle Donne, sarà proiettato fino al 22 maggio ogni domenica, dalle 14.30 alle 19.00, in loop nella sala multimediale del Museo di Roma in Trastevere. Questo progetto è stato realizzato durante la residenza dell'artista presso la Moving Artists Foundation in Iraq ed è parte della mostra NEEEV. Non è esotico, è vitale, in esposizione fino al 22 maggio.
L'iniziativa è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dall'Ambasciata di Spagna in Italia. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.
Cinque Donne (Pênc jin) è un video che documenta la vita di cinque donne nel Kurdistan iracheno, donne lavoratrici che gestiscono le loro attività in un ambiente avverso allo sviluppo della condizione lavorativa femminile. Una di loro è Amina, che gestisce l'unico hammam rimasto a Sulaymaniyya e che, grazie a questo lavoro, ha cresciuto i suoi sei figli dopo essere rimasta vedova. Tra i suoi figli c'è Ashna, una giovane avvocata che insieme a Sakar ha appena aperto un piccolo studio legale. Shene ha un laboratorio-bar in cui fabbrica e distribuisce le ciambelle che all'inizio preparava in casa e poi vendeva attraverso Instagram. Il successo le ha dato la possibilità di aprire il negozio in cui attualmente lavorano quattro persone. Shler è la proprietaria di un'autoscuola ed è lei a occuparsi personalmente delle lezioni di guida di camion a un'utenza prettamente maschile. Rwbar ha un'accademia di danza classica che l'ha messa di fronte a molti problemi con la comunità, nella quale è allo stesso tempo un'attiva agente culturale. Partendo da una struttura documentaristica di interviste, nel video si mescolano le loro opinioni con le inquadrature che raccontano la loro attività lavorativa, dando un particolare rilievo alle affermazioni sulla vita quotidiana.
Il video, della durata di 30 minuti, è in lingua curda con sottotitoli in lingua italiana.
La mostra NEEEV. Non è esotico, è vitale di Begoña Zubero
Una selezione di 18 fotografie di grande formato che ritraggono la città di Mosul nel dicembre 2018, e precisamente nel momento in cui inizia la sua ricostruzione, dopo la terribile offensiva che ha portato alla sconfitta dello Stato Islamico. Il momento in cui la città ritorna, sorprendentemente, a una vita quotidiana che immaginiamo impossibile, ma che risorge tra le crepe della distruzione, grazie alla capacità dell'essere umano di sopravvivere in condizioni avverse.
BEGOÑA ZUBERO APODACA (Bilbao, 1962)
Ha studiato Comunicazione Audiovisiva all'Università Complutense di Madrid (1980-1985). Si è formata come fotografa nello studio di Isabel Matoses (Madrid) e nello School of Visual Arts di New York (1987-1990). Fin dai suoi primi progetti ha sviluppato una fotografia dall'impeccabile fattura tecnica, formale ed estetica in cui la documentazione e la ricerca le permettono di elaborare immagini di grande profondità intellettuale. Nel corso della sua carriera ha spaziato tra diversi generi, dalla fotografia realista degli spazi urbani alle nature morte fino alla sperimentazione dell'astrazione della fotografia soggettiva.
Tra le borse di studio e i premi ricevuti vanno segnalati il Premio internacional de Fotografía Pilar Citoler, la borsa di studio di arti plastiche della Fundación Botín, o la borsa della Real Academia de España en Roma, tra gli altri.
Informazioni, orari e prezzi
Info e prenotazioni:
tel. 060608
www.museodiromaintrastevere.it
www.museiincomune.it
Dove e quando
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