Arturo Cirillo, da sempre sensibile alla scrittura di Annibale Ruccello, torna a confrontarsi con il capolavoro contemporaneo del drammaturgo napoletano, riportando in scena Ferdinando, un testo realistico, storico, un dramma con una struttura classica, in scena dall'1 al 6 aprile al Teatro India.
 
Siamo nell'agosto 1870, alla caduta del Regno delle Due Sicilie, quando la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si "ammala" di disprezzo per il nuovo re sabaudo e per l'Italia piccolo-borghese in arrivo. A fare da infermiera all'ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. Sarà il giovane Ferdinando, sedicenne dalla bellezza prorompente, a far saltare il sottile equilibrio domestico, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. «Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari – commenta il regista e interprete Arturo Cirilloper mettere in scena l'ambiguo e il sortilegio», attraverso il desiderio per un inafferrabile adolescente nato da un inconsolabile bisogno d'amore nella mente di personaggi disperati, prigionieri della propria solitudine.
 
«Logica e inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena Ferdinando di Annibale Ruccello Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me Ferdinando è sempre stato legato allo spettacolo che curò l'autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l'Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli. Tutto l'aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto "schifato" italiano. Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall'alto e contiene il luogo dell'azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Buñuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l'intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo. Poi c'è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell'innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi».

 
La pièce chiude il trittico di spettacoli che il Teatro di Roma dedicata all'universo teatrale di Annibale Ruccello, rimpianta voce della drammaturgia partenopea, prematuramente scomparso in un incidente stradale nel 1986, ad appena 30 anni. Un'occasione unica per riscoprire il drammaturgo che, con il suo sguardo acuto e delicato sulle fragilità e la sua scrittura profondamente umana, ha segnato la scena teatrale del Novecento, consegnando al pubblico una visione del mondo fatta di piccole storie, drammi quotidiani e personaggi dalla semplicità delicata ma intensa. L'esplorazione nella produzione teatrale dell'autore in scena al Teatro India ha inanellato a Ferdinando firmato da Arturo Cirillo, anche Le 5 rose di Jennifer e Anna Cappelli per la regia di Claudio Tolcachir: tre titoli che il Teatro di Roma ha programmato in Stagione come testimonianza dell'arte teatrale di Annibale Ruccello e che lo restituiscono al pubblico in tutta la sua complessità di artista.

Ferdinando
 
di Annibale Ruccello
con Sabrina Scuccimarra (Donna Clotilde), Anna Rita Vitolo (Donna Gesualda),
Arturo Cirillo (Don Catello), Riccardo Ciccarelli (Ferdinando)
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
musiche Francesco De Melis
luci Paolo Manti
regia Arturo Cirillo
regista collaboratore Roberto Capasso
assistente alla regia Luciano Dell'Aglio
produzione MARCHE TEATRO, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
 
orari spettacoli: tutte le sere ore 20 I domenica ore 18

Informazioni, orari e prezzi

Fondazione Teatro di Roma _www.teatrodiroma.net
Teatro India Lungotevere Vittorio Gassman, 1 (già Lungotevere dei Papareschi) - Roma
Biglietteria: tel. +39 06 877 522 10 - biglietteriaindia@teatrodiroma.netBiglietti: €18, ridotto €12
Orari spettacolo: tutte le sere ore 20.00 I domenica ore 18.00
Ufficio stampa Teatro di Roma - Teatro Nazionale:
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