Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l'idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare "i dardi dell'atroce fortuna".
Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient'altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un'esistenza ti mette davanti.
La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell'età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza.
La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall'esplosione di vita che si fa tutt'intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti.
Una comicità che si avvicina al teatro dell'assurdo, Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel '900 vedranno la luce.

Si ride, tanto, ma come sempre l'uomo ride del dramma altrui.

Guglielmo Ferro

Compagnia Moliere
La Contrada – Teatro Stabile di Trieste

in collaborazione con
Teatro Quirino – Vittorio Gassman

presentano

EMILIO SOLFRIZZI

in

IL MALATO IMMAGINARIO di Moliere

con
LISA GALANTINI
ANTONELLA PICCOLO, SERGIO BASILE

VIVIANA ALTIERI, CRISTIANO DESSì
PIETRO CASELLA, CECILIA D'AMICO

e con
ROSARIO COPPOLINO

Adattamento e Regia
GUGLIELMO FERRO

Costumi SANTUZZA CALÌ
Scenografie Fabiana Di Marco
Musiche Massimiliano Pace

Informazioni, orari e prezzi

BIGLIETTERIA via delle Vergini angolo via Minghetti:
tel. 06.6794585  
biglietteria@teatroquirino.com

Info:
www.teatroquirino.it

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