Giovedì 3 ottobre al Teatro Vittoria di Roma debutta "Matilde, l'amore proibito di Pablo Neruda" raffinata e delicata drammaturgia teatrale firmata da Liberato Santarpino, interpretata e diretta da Sebastiano Somma con la partecipazione di Morgana Forcella, accompagnati da Giuseppe Scigliano al bandeneon, Marco De Gennaro al pianoforte, Gianmarco Santarpino al sassofono e Liberato Santarpino al violoncello, un quintetto di musicisti di rara eccezione capitanato dalla splendida voce di Emilia Zamuner nonché impreziosito dalle coreografie dei ballerini Enzo Padulano e Francesca Accietto.
Scritto da Liberato Santarpino è un incontro tra il fascino della poesia e la musica legata alla tradizione sudamericana del tango, e narra attraverso la voce di Pablo Neruda e Matilde Urrutia, amante e poi sposa del grande poeta cileno, la grande storia d'amore vissuta dalla coppia girando per lunghi anni in vari paesi del mondo. Nello spettacolo Pablo e Matilde raccontano l'avventurosa storia del loro amore, nato quando Pablo era ancora legato a Delia del Carril, sua seconda moglie, dei loro incontri clandestini a Berlino, a Nyon, a Roma fino al paradiso di Capri rifugio segreto dove i due amanti si unirono in un matrimonio simbolico celebrato dalla luna. Oltre alla figura di grande poeta, dallo spettacolo emerge un ritratto completo dello scrittore, appassionato cantore dell'epica dei poveri, sicuramente fra i più pronti ad esprimere le istanze degli oppressi nella propria voce. Si riconosce inoltre a Matilde un ruolo prioritario tra le fonti di ispirazione di Neruda, forse la massima: per lei il poeta scriverà la maggior parte delle più belle poesie della sua immensa produzione.
Lo spettacolo si chiude con il tragico golpe del 1973 ad opera del generale Pinochet e che vede, negli stessi giorni, la morte del grande poeta che assiste allo svanire improvvisamente ogni speranza di democrazia e di libertà per il proprio Paese, proprio quello per cui aveva lottato durante la sua intera vita.
L'appassionante reading teatrale scritto da Santarpino, impegna Sebastiano Somma nella duplice veste di protagonista e di regista in un allestimento meticoloso e finalizzato a scandagliare le emozioni di un uomo, di una donna e di un popolo, lasciando tuttavia alla parola e alla musica la missione più alta nonché affidando alle immagini curate con originalità dallo studio multimediale Lumetrie, un contorno visivo di immaginazione storica sostenuta dal disegno luce curato da Ciro Ascione. Una regia romantica e passionale rispettosa di una grande storia d'amore carica di emozioni e passioni.
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