Dal 16 al 28 ottobre il cartellone del Teatro Quirino apre con la grande performance di Michele Placido protagonista nel Real Lear, la nota tragedia shakesperiana. La stessa regia è di Placido e di Francesco Manetti.
Tragedia in cinque atti, in versi e prosa, scritta nel 1605-1606 da William Shakespeare“
Trama:
Lear, approssimandosi la vecchiaia, aveva deciso di dividere la Britannia fra le sue tre figlie e i mariti che egli avrebbe loro assegnati, pur mantenendo l'autorità regale.
Quando chiede loro di dichiarare l'affetto che gli portano, Cordelia, la figlia minore, disgustata dalla sfacciata adulazione delle sorelle Goneril e Regan, risponde che il suo affetto è quello dovuto da ogni figlia a ogni padre. Lear adirato la disereda, mentre consegna a ciascuna delle sorelle di Cordelia ed ai rispettivi mariti (Duca di Albany e Duca di Cornovaglia), metà del suo regno.
Poco dopo il Re di Francia, avendo notizia della bellezza di Cordelia, la sposa rinunciando alla dote e la porta con sé. Molto tempo dopo i due governatori insorgono contro Lear e lo depongono; egli si reca allora presso la figlia in Gallia, dove viene bene accolto.
Il Re di Francia raduna un esercito e conquista l'intera Britannia, restaurando Lear sul suo trono. Dopo altri tre anni, però, in seguito alla morte sia di Lear che del Re di Francia, Cordelia rimane sola regina di Britannia. Passano altri cinque anni di pacifico governo, allorché il figlio del Duca di Albany ed il figlio del Duca di Cornovaglia si ribellano a Cordelia e dopo una lunga guerra la fanno prigioniera. La regina viene impiccata in carcere per fare passare la sua morte come suicidio.
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Lear non è un testo, Lear è un mondo, è il Mondo, è la distruzione del Mondo, l’Apocalisse e infine la successiva, appena possibile, rinascita.
All’inizio del dramma Lear rinuncia al suo ruolo, consegna il suo regno nelle mani delle figlie, si spoglia dell’essere Re, pilastro e centro del mondo, per tornare uomo tra gli uomini. Ma questa scelta viola le regole che organizzano l’universo, così il Mondo va fuor di sesto, e quel che ne segue sono “azioni innaturali che generano tormenti innaturali”: figli contro padri, follia, violenza, nel contesto di una natura sconvolta e tutt’altro che benigna. Ma perché tutto questo? Che cosa muove i personaggi? Nonostante nel Re Lear si possano individuare tanti temi quanti sono gli aspetti dell’essere umano, io credo che il motore fondamentale di questa Tragedia da fine del mondo, sia l’amore. Lear è una tragedia dell’amore, tutti vogliono amore, tutti pretendono amore, un amore abnorme, che porta distruzione e morte, crea mostri. Lear esige dalle figlie che espongano in parole il loro amore per lui, ma Cordelia, la più piccola, sa che l’amore, il vero amore non ha parole e alla richiesta del padre può rispondere solo: “niente, mio signore”. È questo equivoco, questo confondere l’amore con le parole, che, nel momento in cui le altre figlie si mostreranno per quello che sono, farà crollare Lear rendendolo pazzo. Ma tutti i personaggi sono mossi dall’amore: misterioso, tenero, spietato è quello che lega il Matto al suo Re, estremo e disposto ad ogni sacrificio è quello di Edgar per il padre, virile e diretto quello di Kent per il suo signore. Libidinoso quello delle sorelle Reagan e Goneril per il giovane in ascesa Edmund. Ed anche lui, Edmund, il più gelido e calcolatore dei cattivi shakespeariani, nel momento estremo della sua morte, si consolerà dicendosi “eppure Edmund fu amato”, teneramente confondendo amore ed eros.
Ed infine Cordelia, inizio e fine del tutto, incapace di tradurre in parole i propri sentimenti, ma capace di agire, di mettersi a capo di un esercito e correre in aiuto del padre, sarà lei il necessario capro espiatorio, colei che dovrà morire per redimere attraverso il suo amore buoni e cattivi, vivi e morti.
In ultimo ciò che resta è un paesaggio di rovina e morte dalle cui macerie, faticosamente, riemerge Edgar, un ragazzo reso uomo dall'aver attraversato terribili prove, sta a lui costruire il futuro dell'umanità e le sue ultime parole ci ridanno speranza nel genere umano: bisogna dire ciò che sentiamo, non ciò che dobbiamo.
(Michele Placido)
Informazioni, orari e prezzi
Teatro Quirino
Orario spettacoli:
dal martedì al sabato ore 20.45
giovedì 18, mercoledì 24 e sabato 27 ottobre ore 16.45
tutte le domeniche ore 16.45
Biglietti da 12,00 a 27,00 euro
Dove e quando
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