Questo lavoro, definito un “monologo per tre voci, musica, danza”, parla dell'11 settembre e delle guerre conseguenti.
È un testo che non fu scritto per il teatro, ma come racconto "a caldo" nei giorni immediatamente successivi agli attentati. Si è deciso di lasciarlo com'era, con gli errori e le imprecisioni che derivano dall'onda emotiva con cui fu steso. Infatti, la chiave interpretativa coinvolge gli attori nel comunicare allo spettatore le emozioni: quelle che sono state consegnate alla pagina scritta e quelle proprie dell'attore, che gli vengono trasmesse sia dal testo sia dai propri ricordi. Lo spettatore potrà cercarle, le imprecisioni smentite dai fatti o dai conteggi successivi, ma questo strano gioco non farà altro che aprire il cassetto dei suoi ricorsi personali e delle sue emozioni.
Preceduto dalla profetica poesia di Thomas Merton, il testo è proprio una riflessione emotiva sull'atrocità della morte "di un solo passero" e del desiderio di vendetta incondizionata che maschera probabili segreti inconfessabili, su una generazione cresciuta a film americani che poi guarda l'America con disincanto.
La musica è parte integrante di questa trasmissione di sentimenti ed emozioni. C'è una canzone, che appariva già come esergo al racconto (Genesis, The knife); a questa sono stati aggiunti due brani strumentali della stessa band e la dissacrante versione di Jimi Hendrix dell'inno americano (The star-spangled banner, eseguita dal vivo). Ma soprattutto, ci sono musiche scritte appositamente per la pièce e suonate dal vivo dall'autore (alla chitarra elettrica).
Anche la danza racconta, interagendo con i movimenti degli attori, con la sua capacità di suscitare sentimento.

Lo spettacolo si avvale inoltre della realizzazione di un’opera d’arte, eseguita dal vivo, nello stile dei “writers” che proprio a New York sono apparsi sulla ribalta dell’arte condivisa. Opera che “entra” in scena e contribuisce, anche nel confronto e nel dialogo con la musica che viene suonata, all’intento comunicativo dello spettacolo.
Il racconto omonimo, dal quale è stato ricavato il testo messo in scena, appartiene alla serie “Silenzi. Ricordi di viaggi di un italiano nascosto” ed è pubblicato on line sul sito silenzi4.webnode.it.

New York
monologo per tre voci, musica, danza
scritto e diretto da Enrico Proietti
musiche originali di Stefano Pastore, eseguite dal vivo
musiche registrate: Genesis
con Caterina Allegro, Giampaolo De Carlo, Alice D’Alessandro
e con
Paolo Amerigo Cassella
la danza di Giulia Cavalensi
e l’arte di Yuri Fanara

suono Simona Pagliari
luci Simone Mazzilli
sartoria Aida Pagliacci Pizzardi

Informazioni, orari e prezzi

Biglietto:
8 euro + 2 euro di tessera teatro

Info e prenotazioni:
silenzi@live.it

Dove e quando

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