Cari Amici, la seconda opera che ho scelto per il mio progetto "Stare a casa è un'arte" è un dipinto di Jan Vermeer, intitolato "Lettera d'amore" databile al 1669-1670 e conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam.

E' un dipinto unico per diversi motivi.

Primo fra tutti è la sola opera dell'artista in cui la scena viene rappresentata al di là di una porta, rendendo noi testimoni in ombra di una privacy svelata e guidando il nostro occhio - attraverso il prezioso marmo del pavimento a quadri bianchi e neri - in direzione del dialogo silenzioso tra le due donne.
Un mondo intimo, femminile e complice: guardate con attenzione il gioco di sguardi tra la signora seduta e la dama di compagnia..la prima ha appena ricevuto una lettera dal suo amore lontano - la carta geografica appesa sulla porta in alto a sinistra, consumata dal tempo ne è una prova - smette di suonare il liuto - la musica e il canto nel XVII secolo erano associati all'amore - trema nell'aprire quella missiva, presagendo chissà quali cattive notizie, cerca conforto nel volto dell'arguta domestica che le sorride in tono rassicurante, probabilmente perchè costei già conosce il contenuto della lettera: non c'è motivo alcuno di aver paura!
Scrutate con attenzione il dipinto alle spalle delle protagoniste: è raffigurato un mare calmo, le vele sono spiegate, non ci sono tempeste all'orizzonte e il cielo è blu, metafora di un amore sereno.
Nel retro della tela è scritto: "anche se sei lontano, non lo sei dal mio cuore".
Sopra quest'opera, ne troviamo un'altra: immerso in un paesaggio idilliaco, un viandante solitario cammina ai bordi di un bosco. Entrambe le immagini sono dei "quadri nel quadro": consuetudine spesso utilizzata dagli artisti della scuola fiamminga - Frans van Mieris, Gabriel Metsu, Nicolaes Maes - per manifestare, seppur in modo celato, uno stato d'animo del protagonista o un detto popolare.
E poi i dettagli, dei quali Vermeer è maestro: ammirate la raffinata veste da camera di raso gialla bordata di pelliccia della signora - presente in sei tele dell'autore, appartenuta alla moglie Catharina Bolnes- quelle magnifiche perle illuminate da un raggio di sole tiepido che accarezza la scena domestica, la cesta di vimini con i panni in disordine - Caravaggio docet - il morbido cuscino blu scuro per cucire posizionato a terra, gli spartiti musicali un pò spiegazzati in primo piano a destra, la sciarpa appoggiata sulla bella sedia rivestita di velluto, la tenda decorata a motivi floreali che si apre come un sipario, la scopa accostata a suggerire profondità e accanto gli zoccoli - ritroviamo i coniugi Arnolfini di Jan van Eyck - simbolo di armonia coniugale.
Infine la sua firma: IVMeer. L'avete trovata? Si trova sul muro sopra la cesta di vimini e l'autore indica anche la lettera I , iniziale del suo nome Jonannes.
Una scena familiare e femminile molto sentita dall'artista di Delft: sposo a vent'anni, per amore si converte al cattolicesimo, per dedizione e devozione rimarrà insieme a Catharina tutta la vita e dalla quale avrà ben quindici figli, quasi tutte femmine risiederà nella stessa casa anche con la madre di sua moglie, Maria Thins, donna forte che aiuterà Vermeer economicamente per molti anni. Per questo egli è un sensibile conoscitore dell'anima , delle inquietudini e delle pulsioni di un mondo delicato a lui ben noto.
Un universo dove il tempo è sempre sospeso, dove regna l'attesa, dove è importante la contemplazione delle piccole cose e il valore di una casa abitata dagli affetti più cari.
Forse questo è il segreto della felicità.
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