TROPPE ZETA NEL COGNOME
VIZI PUBBLICI E PRIVATE VIRTÚ DI MARIO LUZZATTO FEGIZ
Con la prefazione di Pippo Baudo

Venerdì 20 gennaio 2017 ore 18.00 alla Libreria Ibs+Libraccio a Roma (Via Nazionale 254/255) si terrà la presentazione del volume di Mario Luzzatto Fegiz, Troppe zeta nel cognome (Hoepli).

Il critico musicale più noto in Italia racconta 50 anni di musica, spettacolo, cultura, giornalismo e rapporti con gli artisti. Ad accompagnare l'autore Marco Molendini, Il Messaggero.

Cosa prova prima di andare in scena Ornella Vanoni? Cosa si nasconde dietro uno scoop? Come nasce una recensione? Come riuscire a incontrare Mina senza farsi cacciare? Si può restare calmi quando squilla il telefono e all'altro capo c'è Bob Dylan o Vasco Rossi?

Il più noto e longevo critico musicale italiano vuota il sacco rivelando retroscena e dettagli di star italiane e straniere, senza fare sconti a nessuno, soprattutto a se stesso. Così nasce Troppe zeta nel cognome (Hoepli) un'ironica autobiografia, pubblicato in occasione del settantesimo compleanno dell'autore, il 12 gennaio 2017. Il diario intenso di un giornalista musicale che ha cavalcato radio, tv, quotidiani, settimanali e web, in cui pubblico e privato si mescolano in un racconto avvincente dal quale emerge il complesso rapporto di amore-odio che spesso lega gli artisti e il critico.
Il volume è arricchito dalla prefazione di Pippo Baudo e dall'introduzione di Ranieri Polese, che hanno conosciuto in maniera diversa la vivacità professionale dell'autore.
Mario Luzzatto Fegiz racconta gli artisti fra palco e realtà, senza filtri e pudori, racconta 50 anni di canzoni e personaggi che hanno condizionato i costumi e la società. E infine svela segreti e trucchi del mestiere del critico musicale: per scrivere una buona intervista non occorrono giuste domande, ma buone risposte; per scrivere una buona recensione non occorrono belle canzoni, ma buone orecchie.

Mario Luzzatto Fegiz, nato a Trieste il 12 gennaio 1947, è critico musicale e inviato del Corriere della Sera, con numerose esperienze radiofoniche (debuttò nel 1969 alla RAI con Per voi giovani) e televisive (fra cui Mister Fantasy, Re per una notte e Momenti di gloria).

«La Rai, fin da bambino, è stata per me come un sogno. Soprattutto la radio. Mi alzavo dal letto e la accendevo prima ancora di sedermi in cucina a fare colazione: "masticavo" la musica e le notizie dei giornali radio sin dal primo mattino.»
«Diana Ross, invece, mi fece uno scherzo curioso. All'aeroporto mi mandò a quel paese. Così durante lo spettacolo al Teatro Tenda di Lampugnano mi cercò fra il pubblico in platea. Mi chiese di alzarmi, mi prese per mano e mi fece ballare con lei. Che vergogna.»
«Ho imparato molto dai cantautori. Da De André il perdono, l'assoluzione, l'amnistia assoluta. Da Gino Paoli l'importanza di essere immediati, diretti e umorali. Da Roberto Vecchioni la rielaborazione e la sublimazione del dolore. Da Enzo Jannacci il fascino discreto dell'incoerenza e uno humour speciale, tutto milanese, che odora di fabbrica, nebbia e case di ringhiera.»

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