Venerdì 27 novembre 2015, al Parco della Musica di Roma, prende il via la diciassettesima edizione di Flautissimo, il Festival Italiano del Flauto, organizzato dall'Accademia Italiana del Flauto con la direzione artistica di Stefano Cioffi.

Flautissimo è un festival nato come appuntamento cameristico nel 1991 e divenuto poi nel corso di sedici edizioni una manifestazione in cui il nucleo di concerti si è circondato di nuovi eventi multidisciplinari con incursioni nel teatro, nel melologo, nella video arte.

Inserito in un progetto pluriennale, il programma di quest'anno presenta inquadrature e angolazioni per un'offerta di spettacolo innovativa e multidisciplinare, che, grazie a musiche e testi dal valore universale, condurrà il pubblico in un viaggio inedito e originale.

L'apertura di venerdì 27 alle ore 11,45 è affidata a Trevor Wye, uno dei maggiori flautisti degli ultimi cinquant'anni con uno spettacolo colto e divertente, dal tipico" english humour" con musiche di Bach, Beethoven, Chopin, Grieg, Mendelssohn, Mozart, Rossini, Saint-Sae?ns, Strauss, Schubert, Cajkovskij

Nel cartellone musicale si sottolinea la partecipazione di ensemble stranieri come The Icelandic Flute Ensemble e The New Neflac Flute Sextet 6Sense, e italiani come Zephyrus, I Traversieri e l'Ensemble Barocco Romano oltre a quelli delle scuole che verranno riuniti eccezionalmente in un concerto a loro dedicato dal titolo"Viaggio Musicale nei Conservatori d'Italia".

Tra i solisti, i nomi più importanti del panorama internazionale come Emily Beynon primo flauto del Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, Silvia Careddu primo flauto della celebre orchestra austriaca Wiener Symphoniker, Mario Caroli considerato oggi il più grande flautista contemporaneo, Paolo Taballione flauto solista della "Bayerische Staatsoper" di Monaco di Baviera, Andrea Oliva primo flauto solista dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia, Marco Zoni, primo flauto dell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano.

Il programma flautistico, di scena al Parco della Musica, si concluderà domenica 29 alle 18.30 nella sala del Teatro Studio con l'esibizione di Andrea Manco considerato uno dei più brillanti flautisti della sua generazione.

La parte classica si completa con una sezione espositiva che comprende le migliori pubblicazioni dell'editoria musicale e i più apprezzati costruttori di flauti del mondo con i loro strumenti.

Oltre alla musica "pura", Flautissimo prevede una sezione "Altre Arti". Si parte il 3 dicembre dalla Centrale Preneste (ingresso gratuito) con la proiezione di Lotto 6a di Stefano Cioffi. Il documentario è un affascinante cammino nei luoghi in cui si sta costruendo la variante della via Aurelia che racconta l'impegno del Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia e i due mesi di lotta intrapresi per difendere il diritto alla mobilità, alla trasparenza e all'informazione.

Il "viaggio" lungo la programmazione continua con gli spettacoli teatrali "Le Muse Orfane" (4 e 5 dicembre) del drammaturgo canadese Michel Marc Bouchard con la regia di Vito Mancusi interpretato da un cast di giovani diplomati del Centro Sperimentale di Cinematografia, la prima assoluta dello spettacolo tratto dal libro di Marco Lodoli, "Isole, una guida vagabonda di Roma" (10 dicembre), "Viaggio alla fine del millennio" (11 e 12 dicembre) di Yehoshua, con la regia di Lisa Ferlazzo Natoli e la direzione musicale di Gabriele Coen.


Dal 14 al 19 dicembre la rassegna presenta quattro reading (tutti a ingresso gratuito) nelle Biblioteche di Roma: il 14 Fabio Traversa legge Il pomeriggio di un fauno – un flauto immaginario di Ennio Speranza (ore 11, Biblioteca Leopardi); nelle tre giornate previste alla Biblioteca Vaccheria Nardi, ancora i giovani neo diplomati del Centro Sperimentale di Cinematografia leggono: Viaggio in Italia di Guido Piovene (il 16 dicembre alle ore 11); Narratori delle pianure di Gianni Celati (il 18 dicembre alle ore 18); La strada di Cormac Mc Carthy (il 19 dicembre alle ore 11,30).


L'edizione 2015 si concluderà il 22 dicembre al Parco della Musica con lo spettacolo di Massimo Popolizio "Pilato", (tratto da Il Maestro e Margherita di Bulgakov) accompagnato dal vivo dalle musiche di Stefano Saletti.


Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città 2014-2016, Flautissimo è realizzato con il sostegno di Roma Capitale in collaborazione con SIAE e con Biblioteche di Roma e Accademia di Santa Cecilia.

PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL

27 Novembre 2015 - Teatro Studio Auditorium Parco della Musica
ore 11,45 - Il Carnevale di Venezia - Musiche di Bach, Beethoven, Chopin, Grieg, Rossini, Strauss, ?ajkovskij
Trevor Wye, flauto
Juliet Edward, pianoforte

Spettacolo e gags dal tipico english humour con uno dei maggiori flautisti degli ultimi cinquant'anni: Trevor Wye. Il flautista inglese si misura con una serie di interventi musicali di alto virtuosismo con i 60 flauti della sua collezione e con altre sorprese estemporanee come il suo famoso flauto… vegetale, costruito proprio davanti al pubblico!
Musiche di Bach, Beethoven, Briccialdi, Chopin, Drouet, Genin, Grieg, Mendelssohn, Mozart, Rossini, Sousa, Saint-Sae?ns, Scott, Strauss, Schubert, ?ajkovskij

ore 18,30 - Viaggio Musicale nei Conservatori d'Italia - Musiche di Mozart, Rossini, J.S. Bach, Haendel, Telemann
I Flauti di Toscanini
Paolo Totti, direttore
Monica Finco, Luca Bellini, flauto solista

Ensemble Flautistico Fossanese
Mariagela Biscia, direttore

Ensemble Flute Fatal (Scuola Musicale "Camillo Moser" Pergine Valsugana – Trento)
Annalisa Cuel, direttore

Flauti al Presente (Conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza)

Il viaggio settecentesco verso il paese dell'Arte prevedeva molte soste tra le realtà musicali musicali dell'epoca, corti, saloni, balli fino ai famosi conservatori napoletani. Abbiamo aperto una finestra, all'inizio del nostro viaggio, proprio su quelle realtà che da un capo all'altro del nostro paese danno vita all'educazione musicale delle nuove generazioni, sono loro il vero futuro.

Ore 21,00 - Le Sonate per flauto di Mozart
Musiche di Mozart, Schubert

Mario Caroli, flauto
Marco Grisanti, pianoforte

Paolo Taballione, flauto
Amedeo Salvato, pianoforte

Pablo de Sarasate (1844-1908)
Fantasia sul Flauto Magico di W.A. Mozart per flauto e pianoforte
(trascrizione P. Taballione)
"Ho il cuore trasognato dalla gran gioia: questo viaggio è veramente divertente perché nella vettura è molto caldo e perché il nostro cocchiere è un ragazzo esperto che non appena la strada lo permette guida assai velocemente". Con queste parole Wolfgang descrive il 13 dicembre 1769 l'inizio del suo viaggio verso l'Italia in compagnia del padre Leopold. Dalle sue parole traspare una fanciullesca felicità, una gioia istintiva per l'imprevisto e per il movimento. All'epoca del viaggio Mozart aveva solo 14 anni.
Quello di Mozart in Italia fu un viaggio di lavoro e di istruzione; il padre infatti mirava da una parte a fare conoscere il talentuoso ragazzo ad un pubblico esperto e raffinato, dall'altra a metterlo in contatto con alcuni dei più celebri musicisti dell'epoca al fine di procurargli eventuali scritture. Avrebbe potuto inoltre perfezionare la conoscenza dell'italiano, allora lingua ufficiale delle rappresentazioni operistiche.
L'Italia era la capitale dell'opera e questo era il campo che più di ogni altro poteva dare celebrità e ricchezza. Mozart doveva quindi apprendere l'arte della vocalità italiana, intesa non solo come canto vocale ma soprattutto come tipo di melodia flessuosa e seducente tipica dello stile italiano e che poteva avere una destinazione strumentale. È proprio con questa presa di contatto che lo stile mozartiano inizia a precisarsi nei suoi tratti più caratteristici, acquisendo quei movimenti veloci, ricchi di contenuto melodico, di contro la tradizione austriaca caratterizzata da costruzioni fugate di stile severo o giochi di scale e arpeggi piuttosto aridi.

28 novembre 2015 - Teatro Studio Auditorium Parco della Musica
ore 11,45 - Le Sonate per flauto di Mozart
Musiche di Mozart, Schubert

Davide Chiesa, flauto
Sara Matteo, pianoforte
Matteo Evangelisti, flauto
Sara Matteo pianoforte

ore 16,15 - Il caro Sassone. Ovvero Händel a Roma
Musiche di Händel, Vivaldi, Mozart, Bellini

Ensemble Zephyrus
Marco Zoni, direttore
Paolo Taballione, flauto solista

Georg Friedrich Händel (1685-1759)
Concerto per ottavino, per insieme di flauti e basso continuo
Enrico Giacomin, ottavino solista
Händel arrivò in Italia nell'autunno del 1706, fermandosi brevemente presso la corte a Firenze. Poi nel gennaio del 1707, piuttosto deluso della vita musicale fiorentina, si trasferì a Roma, regno delle corti cardinalizie e delle mille chiese, dove si creò ben presto fama di brillante organista e compositore. Le sue grandi doti di concertista gli avrebbero aperto tutte le porte. Per farsi conoscere gli bastò andare in una qualsiasi chiesa e suonare l'organo, come testimonia Francesco Valesio, che alla data del 14 gennaio 1707 annotò nel suo Diario di Roma: "È giunto in questa città un Sassone, eccellente suonatore di cembalo e compositore di musica, il quale oggi ha fatto gran pompa della sua virtù nel suonare l'organo nella chiesa di San Giovanni con stupore di tutti".

Ore 18,30 - Viaggio Musicale In Italia - Musiche di Debussy, Rachmaninov , Vivaldi, Kristinsson, Nardeau
The Icelandic Flute Ensemble
HIldigunnur Rúnarsdóttir, direttore
Svanur Vilbergsson, chitarra

6Sense Sextet
Emily Beynon, flauto solista

Antonio Vivaldi (1678-1741)
Il cimento dell'armonia e dell'inventione.
Concerto per flauto, archi e basso continuo in sol minore "Estate" arr. Beynon
I. Allegro non molto
II. Adagio
III. Presto
Claude Debussy (1862-1918) arr. Vermeeren
L'après-midi d'un faune

Sonetto (anonimo) che accompagna il concerto di Vivaldi
Sotto dura stagion dal sole accesa
Langue l'huom, langue 'l gregge, ed arde 'l pino,
Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa
Canta la tortorella e 'l gardellino.
Zeffiro dolce spira, ma contesa
Muove Borea improvviso al suo vicino;
E piange il Pastorel, perché sospesa
Teme fiera borasca, e 'l suo destino
Toglie alle membra lasse il suo riposo
Il timore de' lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mosconi il stuol furioso:
Ah che pur troppo i suoi timor sono veri
Tuona e fulmina il cielo grandinoso
Tronca il capo alle spiche e a' grani alteri.

Sergej Rachmaninov (1873-1943)
Scherzo

Charles Burney voleva che la sua General History of Music fosse qualcosa di più e di diverso dai sommari o dalle compilazioni erudite già esistenti. Perciò si mise in viaggio, nella primavera del 1770, verso l'Italia per raccogliere sul posto quelle notizie di prima mano che le biblioteche londinesi non potevano procurargli. Da questo viaggio avventuroso nacque un diario il cui interesse, a circa due secoli dalla pubblicazione a Londra, è rimasto intatto. Burney vi annotò scrupolosamente, con vivacità e acume psicologico, tutte le vicissitudini, dal giugno al dicembre 1770: Venezia, Bologna, Roma, Napoli, sono le tappe più importanti dell'itinerario, dal punto di vista delle notizie musicali che si proponeva di raccogliere; tuttavia non vi è luogo ove sia passato da cui egli non abbia saputo trarre un'osservazione, una notizia, un commento, con l'occhio sempre vigile, attento, pronto a cogliere tutto ciò che la vita musicale e civile in genere poteva offrire che fosse degno di essere riportato nel suo diario di viaggiatore dell'età dei Lumi. Ne risulta un quadro quanto mai vivo e variopinto degli usi e costumi dell'Italia del tempo, sia nelle sue più umili manifestazioni, sia nella vita raffinata ed elegante dei circoli aristocratici.

ore 21,00 - I quartetti per flauto e archi di Mozart KV 285, KV 285a, KV 285b, KV 298
Silvia Careddu, flauto
Andrea Oliva, flauto
Massimiliano Destro, violini
Luca Sanzò, viola
Luca Peverini, violoncello

29 novembre 2015 – Teatro Studio Auditorium Parco della Musica
ore 11,45 - Un viaggio preromantico - Musiche di Weber, Kuhlau, C.P.E. Bach, Beethoven (1770-1827)
Riccardo Ghiani, flauto
Giulio Francesconi, flauto
Gregorio Tuninetti, flauto
Francesca Carta, pianoforte

ore 16,30 - A… traverso - Musiche di Corelli, Quantz, Sammartini
Ensemble I Traversieri

Luigi Lupo e Laura Pontecorvo, flauto traverso barocco
Guido Morini, clavicembalo

Ensemble Barocco Romano – A Traverso

Da dove può iniziare un viaggio musicale attraverso il repertorio strumentale del Settecento se non da Corelli? Il punto di riferimento per tutta Europa all'epoca! È da qui che partiremo per andare poi in Germania con un brano del piu'famoso flautista del Settecento, J.J. Quantz. Sempre in tema di compositori flautisti vi faremo ascoltare una triosonata di Giuseppe Sammarrtini, il quale visse a Londra per gran parte della sua vita e lì pubblicò nel 1736, le Sei sonate per due flauti traversi e basso continuo. Il viaggio ci porterà poi in Francia con una lettura "orchestrale" di due dei sei Quintetti di J.Bodin de Boismortier, autore alla moda nella Francia degli anni '30 –'40 del Settecento e molto prolifico per il nostro strumento.

ore 18,30 - Der Wanderer - Musiche di Mendelssohn, Schubert, Donizetti
Alice Morzenti, flauto
Andrea Manco, flauto
Irene Veneziano, pianoforte

Der Wanderer
Der Wanderer è il nome di un lied composto da Franz Schubert nel 1816, che descrive la figura del viandante dello spirito che, abitato da un'inquietudine spazio-temporale, si sente ovunque straniero tranne che nel movimento che lo trascina da un luogo all'altro inseguendo la domanda: "Dove?" I luoghi che di volta in volta raggiunge non sono mai punti di arrivo, ma soste dello sguardo su panorami che gli richiamano un "Where?" che è il suo no-where, il suo luogo inesistente. È solo il movimento fra i luoghi che gli consente di riconoscersi, di determinare una sua appartenenza al mondo, consapevole che nessun dove è un luogo definitivo ma tutti i dove sono sempre, anche, luoghi dell'anima.

FLAUTISSIMO ALTRE ARTI

3 Dicembre 2015 – Centrale Preneste Teatro - ingresso libero - ore 21
Lotto 6a - una strada millenaria
un documentario di Stefano Cioffi
musiche di Stefano Saletti

L'Aurelia è la Strada Statale n.1 e collega Roma alla Francia. Il segmento tra Civitavecchia e Grosseto, dopo aver aspettato per anni la messa in sicurezza prevista nel progetto ANAS 2001, è stato ceduto gratuitamente fino al 2046, da ANAS alla SAT (Società Autostrada Tirrenica) perché quest'ultima realizzi l'Autostrada Tirrenica(Rosignano-Civitavecchia). Il progetto definitivo del Lotto 6A (Civitavecchia-Tarquinia) trasforma l'Aurelia da Strada Statale in Autostrada a pedaggio. Una soluzione inutile e irrazionale, lesiva della mobilità delle comunità coinvolte, del paesaggio e dell'ambiente circostante e non rispondente ad alcun interesse superiore della collettività. Il Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia nasce con l'intento di dare forza alle istanze presentate in difesa del territorio interessato dai lavori del Lotto 6A dell'Autostrada Tirrenica. Dopo due esposti alla Prefettura di Viterbo e alla Procura di Civitavecchia, sottoscritti da oltre 1000 cittadini, dal 7 gennaio 2014 il Comitato decide di presidiare uno dei tanti accessi alla Statale destinati alla chiusura, quello della località Farnesiana, esempio e simbolo dei disagi causati dalla nuova autostrada all'intera comunità. Per oltre 60 giorni e 60 notti i sostenitori del Comitato hanno presidiato l'accesso, stretti intorno a un grande fuoco, difeso dalla pioggia e dal vento, con la stessa cura e convinzione con le quali si è cercato di difendere il diritto alla mobilità, alla trasparenza e all'informazione, diritti inalienabili ma finora ignorati. Oggi i residenti aspettano con speranza che il TAR del Lazio si esprima sul ricorso presentato nel 2011.

Lotto 6a è un documentario che si muove tra le pieghe e i vuoti di un paesaggio rurale lasciato ai margini della nostra conoscenza. È un viaggio in quei luoghi figurati e non che superficialmente tralasciamo, dimentichiamo, o semplicemente non vediamo. È un'apertura che ci permette di trasformare la sensazione di spaesamento degli spazi periferici della nostra vita quotidiana da condizione critica a valore portatore di ricchezza e scambio, per favorire la scoperta dell'altro diverso da sé e scoprire un mondo di solidarietà. Solidarietà verso una causa che interessa pochi ma contiene valori universali e diritti basilari che riguardano la vita di tutti noi.

4 - 5 Dicembre 2015 – Centrale Preneste Teatro - ore 21
Le Muse Orfane
di Michel Marc Bouchard
regia di Vito Mancusi
con Marta Bulgherini, Marina Elena Savino, Barbara Petti, Edoardo Olivucci Vitangeli, Nicolas
Zappa, Agustina Risotto Interlandi, Angela Pepi

Nel piccolo villaggio di Saint Ludger de Milot, in Québec, tre sorelle e un fratello si ritrovano per la prima volta insieme dopo svariati anni. Il pretesto per ritrovarsi è l'improbabile ritorno della madre che li aveva abbandonati vent'anni prima per seguire un bello spagnolo, poco dopo aver appreso della morte in guerra in Spagna del marito.
In quel frangente la "storia" della famiglia era stata riscritta con lo scopo di proteggere la più piccola delle sorelle, Isabelle. Ora è proprio lei, Isabelle, che obbliga tutti a riprendere contatto con la realtà. Questa potrebbe essere l'asciutta sinossi di questo testo, senza disvelare ciò che l'azione racconta sorprendendo lo spettatore.
I fatti sono collocati nel 1965, in un piccolo villaggio, isolato, culturalmente e socialmente, praticamente senza storia e non sfiorato dallo sviluppo economico, che pare aver trovato una dimensione comunitaria solo attraverso i codici di un fervore religioso e delle sue regole, spesso sfocianti in un ottuso bigottismo.
La messa in scena colloca l'azione in uno spazio più convenzionale e meno denotato realisticamente, traslando e rispettando i caratteri imposti dalla realtà su un piano maggiormente simbolico e universale.
Questo permette di concentrare l'attenzione sulle dinamiche relazionali dei quattro personaggi e sulle disfunzioni di una famiglia, che diventa patologica, arrestando e cristallizzando la crescita di ogni componente, sia per l'abbandono subito e le carenze affettive che per le verità celate.

10 dicembre 2015 – Centrale Preneste Teatro - ore 21
Isole, una guida vagabonda di Roma (prima assoluta)
di Marco Lodoli
regia di Sefano Cioffi
con Elena Radonicich
Natalino Marchetti, fisarmonica

Esiste una Roma che non compare in nessuna guida turistica, una città nella città fatta di inattesi frammenti di magia. Una Roma in cui la parola d'ordine è girovagare, dalla primavera all'inverno, sotto la pioggia e sotto il sole, con il naso all'insú o gli occhi ben piantati, in attesa di quelle scoperte che fermano il tempo e ripuliscono lo sguardo: il capolavoro meno visibile della storia dell'arte, una piazza affollata di poeti come un ascensore, l'elefantino del Bernini «con un obelisco sul groppone», il pavone che passeggia sulla Garbatella... Con Isole, Marco Lodoli ci invita a «scantonare» dalla vita di tutti i giorni, per imparare a riconoscere la bellezza e godersela, fino in fondo.

11 – 12 dicembre 2015 – Centrale Preneste Teatro - ore 21
Viaggio alla fine del millennio
di Abraham B. Yehoshua
adattamento e regia Lisa Ferlazzo Natoli
direzione musicale Gabriele Coen
con Tania Garribba, voce recitante - Gabriele Coen flauto, sax soprano, clarinetti - Stefano Saletti oud, chitarra

Una vela lascia la luminosa Tangeri per risalire la costa atlantica e inoltrarsi lungo la Senna verso Parigi, gelido borgo sperduto nel centro dell'Europa. Siamo nel'estate del 999, nel cuore di un continente ancora selvaggio e in fermento per l'approssimarsi dell'Anno Mille. Il ricco mercante ebreo Ben-Atar, in compagnia delle due mogli, il socio ismaelita Abu-Lufti e un rabbino andaluso, sono in viaggio per raggiungere il nipote Raphael Abulafia, ex socio d'affari, e la sua nuova moglie, una askhenazita che disapprova la bigamia del mercante maghrebino.
Un duplice processo dovrà giudicare Ben-Atar. Una parziale soluzione, inaspettata e drammatica, avverrà solo nel dolore e nella morte. Due realtà inconciliabili - la solare sensualità del Sud e l'austero rigore europeo - vengono a conflitto, incarnandosi in due modi di vivere, in due diversi codici all'interno di una fede comune.
"Viaggio alla fine del millennio" è uno splendido affresco, emblematico e per certi versi archetipico, intorno ai conflitti culturali fra il Nord e il Sud del mondo. E' giusto imporre le proprie idee e la propria morale? Si può vivere e condividere il mondo con un acerrimo nemico? Chi dovrebbe essere 'come me', è davvero in grado di capirmi o non è invece facilmente incline a condannarmi proprio per le mie scelte? Si possono amare due persone contemporaneamente?
Grazie a una scrittura attraente e minuziosa che ha il tempo lento di una traversata, con soste improvvise su attimi di vita quotidiana e paesaggi indimenticabili, Yehoshua mostra come l'immaginazione più della memoria sappia ricostruire le storie dell'anima umana, suggerendo che da elementi tanto fragili come l'amore e la speranza potrebbe sorgere un delicatissimo futuro.

Lisa Ferlazzo Natoli esordisce alla regia con le Tre sorelle di Cechov; è regista e interprete al Roccella Jazz Festival de Il canto d'amore e di morte dell'Alfiere; a RomaPoesia di Gente dal Ponte, dedicato alla Szymborska, su musiche di Gianluca Ruggeri; scrive e dirige La casa d'argilla per Teatro Due di Parma e Il Libro delle Domande per il Festival Garofano Verde. In questi anni nasce la compagnia lacasadargilla, da cui tutti muoveranno tutti i nuovi progetti. Esordisce nella lirica con La Bella Dormente nel Bosco di Ottorino Respighi; con il Teatro Vascello e il Centro Internazionale la Cometa dirige Ascesa e rovina della città di Mahagonny e Foto di Gruppo in un interno per ZTL / RomaEuropa. Progetta e dirige, con la compagnia e con Ruggeri, per il Teatro di Roma, gli spettacoli musicali del Festival Urania. Il Napoli Teatro Festival Italia nel 2010 le commissiona una riscrittura di Ascesa e rovina della città di Mahagonny dedicata alla città di Napoli. Per il Festival Contemporanea di Segni scrive e interpreta, sempre accanto a Ruggeri, Les Adieux parole salvate dalle fiamme, intorno alla poesia russa.

14 Dicembre 2015 – Biblioteca Comunale Leopardi - ore 11 - ingresso libero
Il pomeriggio di un fauno – un flauto immaginario
testo di Ennio Speranza letto da Fabio Traversa

"Il pomeriggio di un fauno" non è una lezione-concerto. O una storia del flauto in pillole. Anche se ci sono musiche dal vivo, ci sono musicisti che suonano, c'è una specie di racconto e ci sono accenni alla storia dello strumento. "Il pomeriggio di un fauno" è forse anche questo, chissà, ma è soprattutto una fantasticheria, un gioco, una serie di riflessioni semi-serie che vedono quale protagonista il flauto. È forse un pretesto o un modo eccentrico per parlare del fascino di uno strumento che da millenni e millenni non smette di essere soffiato, adottato, suonato, nelle musiche più disparate e nei luoghi più diversi. E a narrare di questo fascino - raccontato dal testo di Ennio Speranza e portato in scena dalla regia di Stefano Cioffi, c'è Fabio Traversa.
I bambini presenti in sala, a cui sarà chiesto di portare un flauto dolce, saranno coinvolti in giochi musicali alla scoperta del flauto e della musica. "Il pomeriggio di un fauno" vuole essere un modo diverso e invitante per avvicinarsi a uno strumento fascinoso e magico, ricco e poliedrico, presente in tutte le culture musicali del mondo.

16 Dicembre 2015 – Biblioteca Comunale Vaccheria Nardi - ore 21 - ingresso libero
Viaggio in Italia
testo di Guido Piovene letto da Angela Pepi
musiche di Stefano Saletti

Cominciò da Bolzano il viaggio in Italia di Guido Piovene e proseguì regione dopo regione, città dopo città, fino a coprire ogni landa, anche la più dimenticata. Durò tre anni buoni. Un'impresa senza precedenti dalla quale scaturì un libro senza precedenti, scrupoloso come un censimento, fedele come una fotografia, circostanziato come un atto d'accusa. L'Italia che Piovene visitò e descrisse è quella degli anni Cinquanta, tra ricostruzione e boom economico e che dovrebbe apparire, a uno sguardo contemporaneo, antica e lontana. Invece non è così. Piovene riesce, come un antropologo, a far emergere dal suo viaggio il carattere nazionale, quello immutabile, che resiste alle mode e ai rovesci della storia.

18 Dicembre 2015 – Biblioteca Comunale Vaccheria Nardi - ore 18 - ingresso libero
Narratori delle pianure
testo di Gianni Celati letto da Barbara Petti
musiche di Stefano Saletti

Queste storie, comiche e fantastiche, tristi o terribili, sulla valle del Po, mentre recuperano antiche forme narrative della tradizione novellistica italiana, sono un viaggio di ritorno alle fonti del narrare: cioè al "sentito dire che circola in un luogo o paesaggio". È una figura molto cara a Walter Benjamin, quella del narratore orale, che Celati ha cercato di riscoprire viaggiando e raccogliendo storie sulle rive del Po. Celebrando con le sue novelle questa figura in via di estinzione, Celati indica una degradazione ambientale che non riguarda soltanto i paesaggi, ma anche la facoltà di raccontare e di scambiarsi esperienze. Così queste sono altrettante parabole sulla nostra epoca, e costituiscono uno sforzo per ridare all'arte narrativa una credibilità che non sia soltanto letteraria.

19 Dicembre 2015 – Biblioteca Comunale Vaccheria Nardi - ore 11,30 - ingresso libero
La strada
di Cormac Mc Carthy letto da Margherita Laterza
musiche di Stefano Saletti

Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta una lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...

22 dicembre 2015 - Teatro Studio Auditorium Parco della Musica - ore 21
"Pilato" da Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov
Massimo Popolizio, voce recitante
Stefano Saletti, oud , bouzouki, percussioni, canto
Barbara Eramo, voce
Pejman Tadayon, flauti

Massimo Popolizio porta in scena uno dei passaggi cruciali di "Il Maestro e Margherita": Ponzio Pilato. Si tratta del secondo capitolo del testo, vero e proprio romanzo nel romanzo in cui lo scrittore russo reinterpreta la massima disputa morale della tradizione occidentale, quella tra il procuratore di Giudea Ponzio Pilato e Jeshua Ha-Nozri, il Cristo di Bulgakov.
La voce narrante è di Pilato, un uomo dolorante, assillato, pieno di paure e incapace di celare tanto la propria insofferenza quanto lo straniamento provato sin dal primo incontro con quello strano uomo che gli è condotto innanzi.
Il maestro e Margherita, poderoso romanzo di Michail Bulgakov pubblicato tra il 1966 e 1967, è un'opera complessa, dal fitto intreccio carico di riferimenti, gravata dall'ombra della censura sovietica.
È il secondo plot del romanzo a raccontare i fatti del processo a Gesù che qui ha il nome di Jeshua Ha-Nozri. Un romanzo nel romanzo in cui Bulgakov interpreta la massima disputa morale della tradizione occidentale, che all'attore è parso subito «potesse vivere di vita propria».
«Quello che mi ha interessato – dice Popolizio – è il punto di vista umano di Pilato sulla vicenda, come una grande soggettiva» in cui il primo grande procuratore della storia appare fragile, dolente, assillato, pieno di paure che non riesce a nascondere.
«Sembra quasi in preda ad attacchi di panico, insofferente alla folla e tormentato da un'emicrania dovuta al sole alto di Gerusalemme». E anche l'incontro con Cristo, «non ha nulla di divino, ma ricorda casomai quello tra Dioniso e Penteo nelle Baccanti di Euripide».
Un incontro-scontro «tra chi vorrebbe andar via perché non ne può più di incontrare cialtroni e un fool misterioso, un utopista come Jeshua che lo inchioda e riesce a leggere le sue debolezze».
Lo spettacolo si giova delle musiche dal vivo composte da Stefano Saletti, che suona strumenti a corda arabi e greci accompagnato dalla voce di Barbara Eramo e ai flauti etnici di Pejman Tadayon, in una serie di brani che attingono anche alla tradizione greca ed ebraica.
Non un contrappunto ma una drammaturgia musicale che dialoga con il testo e che favorisce il passaggio tra i diversi piani del racconto.

Informazioni, orari e prezzi

Biglietto ridotto con Bibliocard, Metrebus Card, Carta PerDue, Carta Premium IBS, Roma&Roma, over 65 e studenti


Dove e quando

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