In questi ultimi anni i festival e i raduni, le scuole e le gare di “swingers” sono aumentati enormemente, creando un fenomeno sociale particolare. Ma qual è il motivo che ha dato origine a questa ondata di musica swing che ha investito l’Italia e l’Europa? E’ automatico fare un parallelismo tra il periodo storico attuale e la grande ripresa americana degli anni ’30 che ha trovato proprio nello swing la propria colonna sonora? Fu proprio con il crack di Wall Street nel 1929, attraverso la profonda crisi che colpì tutti anche i musicisti, che il jazz si rigenerò e si affermò in parallelo con la politica del New Deal e poi esportato con i V-disk delle truppe militari americane. Lo Swing ha scandito le danze di una società messa alla prova dalle crisi economiche, accompagnando sempre con una sottile vena malinconica i momenti di svago e di evasione che l’uomo della strada poteva permettersi. Sarà certo un caso ma, oggi come allora, la gente ha bisogno dello Swing, come mezzo curativo ed energizzante per trasportarci in un mondo fatto di sorrisi e positività. Oggi lo swing suggerisce atmosfere retrò che, come tutte le cose belle, affascina ancora oggi molti artisti. Alcuni propongono pezzi pop arrangiati in chiave swing, altri remixano jazz standard, altri ancora lo interpretano in chiave Electro, incontrando il gusto e la voglia di divertirsi delle nuove generazioni. Una rinascita dello swing che coincide con il 40mo anniversario della scomparsa di Duke Ellington, considerato uno dei più importanti compositori di tutta la storia del jazz e uno dei grandi compositori Americani del ’900; e i 70 anni dalla liberazione di Roma a cura delle truppe anglo-americane, le quali con V-Disk e i brani di Glenn Miller fecero conoscere lo swing all’Europa libera, il Roma Jazz Festival, partendo da queste ricorrenze, metterà in evidenza la relazione tra jazz e ballo e jazz ed economia, presentando una serie di concerti, film, conferenze e eventi danzanti che riguarderanno lo swing sotto ogni aspetto e forma d’espressione, per mettere in risalto la portata sociale dì questo nuovo fenomeno che interessa le giovani generazioni e non dispiace agli appassionati di jazz.
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